Arenga microcarpa

Famiglia : Arecaceae


Testo © Pietro Puccio

 

Arenga microcarpa, Arecaceae

L’Arenga microcarpa è una palma di 7 m, molto decorativa, per i giardini dei tropici © Giuseppe Mazza

La specie è originaria dell’Indonesia (Papua) e Papua Nuova Guinea dove è frequentemente presente nelle foreste umide a basse altitudini lungo i corsi d’acqua.

Il nome generico, Arenga, deriva dal malese ‘areng’ riferito alla Arenga pinnata; il nome specifico è la combinazione dei termini greci “mikrόs” = piccolo e “karpόs” = frutto, con ovvio riferimento.

Nomi comuni: aren sagu, arrack palm, small-fruited areng palm, toddy palm, wild sagu (inglese); sagu-miúdo (portoghese).

L’ Arenga microcarpa Becc. (1889) è una specie monoica, monocarpica (il fusto dopo aver portato a maturazione i frutti muore), moderatamente cespitosa, con fusti di 10-15 cm di diametro alti fino a circa 7 m; nella parte libera dalle foglie i fusti si presentano di colore verde scuro su cui spiccano gli anelli, traccia delle attaccature delle foglie, alti circa 2 cm e distanti tra loro fino a 40 cm.

Le foglie, su un picciolo lungo 1-1,5 m, sono pennate, fino a circa 3 m di lunghezza, con la base fogliare, lunga fino a 0,7 m e circondante parzialmente il fusto, di colore verde con sparse scaglie scure e margini fibrosi nerastri. Le pinnule, in numero di 30-70 per lato e lunghe 0,4-0,8 m, sono lineari con apice arrotondato o dentellato, rigide, di colore verde scuro superiormente, ricoperte da un sottile tomento grigioverde inferiormente, e distribuite regolarmente lungo il rachide, tranne alla base dove sono irregolarmente raggruppate e dirette verso differenti direzioni.

Le infiorescenze, lunghe circa 1,5 m, si sviluppano dall’alto verso il basso e presentano fiori maschili di colore giallo arancio e femminili giallo limone. I frutti sono globosi, 1,5-2 cm di diametro, rossi a maturità e contengono 1-3 semi; la polpa è molto irritante per la presenza di cristalli di ossalato di calcio, da maneggiare quindi con cautela, possibilmente indossando guanti.

Si riproduce per divisione e per seme che germina in 2-5 mesi o più; per tentare di accelerare la germinazione, i semi, puliti dei residui della polpa con le precauzioni sopra riportate, vanno immersi in acqua per 5-6 giorni, avendo cura di rinnovarla giornalmente per evitare la proliferazione di microrganismi patogeni. La crescita inizialmente è lenta, poi procede spedita in modo piuttosto particolare, solo 1-4 fusti si innalzano velocemente, circondati dagli altri che si mantengono bassi, quando uno muore, dopo aver completato la maturazione dei fusti, viene sostituito da uno del cespo che prende il sopravvento sugli altri.

Malgrado non sia molto coltivata al di fuori delle zone di origine, è una specie di grande valore ornamentale e paesaggistico, coltivabile in pieno sole o leggermente ombreggiata nelle zone a clima tropicale subtropicale e, marginalmente, temperato caldo, sopportando per breve periodo temperature fino a circa -3 °C, sia pure con danneggiamento del fogliame. Può essere utilizzata sia come esemplare isolato, in giardini spaziosi, che come barriera. Come per altre Arenga, il midollo è utilizzato dalle popolazioni locali per il suo alto contenuto in carboidrati (sago) ed i giovani germogli vengono consumati cotti come ortaggi.

Sinonimi: Arenga gracilicaulis F.M.Bailey (1898); Didymosperma humile Lauterb. & K.Schum. (1900); Didymosperma microcarpum (Becc.) Warb. ex K.Schum. & Lauterb. (1900); Didymosperma novoguineense Warb. ex K.Schum. & Lauterb. (1900).

 

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