Artocarpus heterophyllus

Famiglia : Moraceae


Testo © Pietro Puccio

 

L'Artocarpus heterophyllus, originario dell'India, raggiunge i 20 m con tronchi di 30-50 cm © G. Mazza

L’Artocarpus heterophyllus, originario dell’India, raggiunge i 20 m con tronchi di 30-50 cm © G. Mazza

La specie è originaria dell’India, dove cresce nelle foreste pluviali dei Ghati occidentali fino a circa 1000 m di altitudine.

Il nome del genere è la combinazione dei termini greci “artos” = pane e “karpos” = frutto, con riferimento al sapore dei frutti dopo cottura; il nome specifico è la combinazione dei termini greci “héteros” = diverso e “phyllon” = foglia, per la presenza sulla stessa pianta di foglie dalla forma diversa.

Nomi comuni: jack, jack tree, jackfruit, jak, jackfruit (inglese); jacquier (francese); katahal, kathal, kanthal (hindi); jaca, jaqueira (portoghese); panasah (sanscrito); árbol del pan, jaca, jaqueiro (spagnolo); jackfrucht, jackfruchtbaum (tedesco).

L’ Artocarpus heterophyllus Lam. (1789) è un albero sempreverde di rapida crescita, alto fino a circa 20 m con un diametro del tronco di 30-50 cm e corteccia liscia o tubercolata bruno rossastra; tutte le parti della pianta contengono un lattice bianco molto appiccicoso.

Le foglie alterne, su un picciolo lungo 1-3 cm, sono da ellittiche a obovate, lunghe 7-15 cm e larghe 3-8 cm, cuoiose, di colore verde scuro lucido superiormente, verde pallido inferiormente, con margine intero nelle piante mature, trilobato nella nuova vegetazione degli alberi giovani.

Infiorescenze unisessuali presenti sulla stessa pianta; le infiorescenze maschili sono ascellari, di forma cilindrica o ellissoide, di 2-8 cm di lunghezza e 1-2,5 cm di diametro su un peduncolo lungo 1-5 cm, composte da una moltitudine di minuscoli fiori inizialmente di colore verde pallido, poi scuro, ricoperti di polline quando maturi. Le infiorescenze femminili nascono direttamente sul tronco o sui rami principali (caulifloria), sono cilindriche o oblunghe, costituite da una moltitudine di fiori su un rachide carnoso globoso.

Il frutto è un sincarpo edule di 30-90 cm, con 25-50 cm di diametro © G. Mazza

Il frutto è un sincarpo edule di 30-90 cm, con 25-50 cm di diametro © G. Mazza

Il frutto è un sincarpo (insieme di più frutti concresciuti e saldati tra loro) giallo brunastro a maturità, globoso o ellissoide di 30-90 cm di lunghezza e 25-50 cm di diametro, ricoperto da tubercoli esagonali, l’interno è costituito da “bulbi” di polpa gialla che circonda i semi, fino a 500 di numero, pressoché reniformi, lunghi 2-3 cm.

Il frutto maturo emette un odore nauseabondo, mentre la polpa ha un odore che ricorda ananas e banana.

Si riproduce per seme, che va messo a dimora entro pochi giorni, avendo una germinabilità di breve durata, la germinazione ha luogo dopo 1-2 mesi e la fruttificazione tra 4 e 14 anni di età; l’eventuale trapianto dei semenzali va fatto sollecitamente per la delicatezza della lunga radice a fittone.

Per le varietà selezionate si usa l’innesto o la margotta.

Specie estesamente coltivata in India, Sri Lanka e Thailandia dove il frutto, che è il più grande prodotto da un albero, è molto apprezzato e popolare e dove sono state selezionate numerose varietà; meno altrove, a parte Brasile e Filippine, a causa soprattutto dell’odore sgradevole dei frutti maturi.

Coltivabile nelle zone a clima tropicale e subtropicale umido, se ne può tentare la coltivazione in posizione molto riparata in quelle temperato calde più miti, dove temperature appena sotto 0 °C sono una eccezione di breve durata; richiede pieno sole e terreni profondi, ricchi e perfettamente drenanti, mantenuti umidi, non resiste infatti alla siccità, ma nemmeno all’acqua stagnante, che può essere letale.

Il frutto immaturo, che non presenta l’odore sgradevole, è consumato cotto, tagliato a fette, come ortaggio.

La polpa che circonda i semi dei frutti maturi viene consumata sia cruda che cotta o utilizzata per confezionare marmellate, gelati o inscatolata in sciroppo; la polpa essiccata viene consumata in alcune località fritta. I semi, tossici crudi, vanno consumati cotti, bolliti o tostati.

Oltre al frutto l’albero fornisce un ottimo legno, resistente alle termiti, simile al mogano ed al teak, per le caratteristiche di resistenza, utilizzato nelle costruzioni e nella fabbricazione di mobili, attrezzature, strumenti musicali e oggetti di pregio.

Parti della pianta sono utilizzate nella medicina tradizionale per varie patologie.

Sinonimi: Artocarpus philippensis Lam. (1789); Artocarpus nanca Noronha (1790); Artocarpus brasiliensis Ortega (1812); Artocarpus maximus Blanco (1837).

 

→ Per apprezzare la biodiversità all’interno della famiglia delle MORACEAE e trovare altre specie, cliccare qui.