Austrelaps superbus

Famiglia : Elapidae

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Testo © Dr. Gianni Olivo

 

Austrelaps superbus, Elapidae

Il Testa di rame australiano (Austrelaps superbus) non ha sempre un colore ramato © G. Mazza

Il nome volgare “Testa di rame” può ingenerare qualche confusione in chi non si occupa di erpetologia, così come altri nomi comuni descriventi una caratteristica generica di un rettile o di altro animale.

Così se il nome dei famosi “ serpenti corallo ” è ampiamente giustificato dai loro vivaci colori, ed il più noto Testa di rame americano (Agkistrodon contortrix) ha una livrea decisamente ramata, non si può dire lo stesso per il Testa di rame dell’Australia (Austrelaps superbus) Günther, 1858, appar- tenente alla famiglia degli (Elapidae).

Nell’american copperhead la tipica colorazione è pres- soché sempre visibile, mentre l’australian copperhead è più sobrio, ed alcuni esemplari, specialmente nell’area del Queensland meridionale, sono totalmente neri, a volte senza neppure un accenno di rossiccio sulla testa.

La colorazione è molto variabile, a volte a seconda delle zone, passando, come abbiamo detto, dal nero (Queensland e New South Wales) al color rame o rossiccio-mattone, al grigio o al marrone.

Alcuni esemplari presentano una stria scura sul dorso, posta longitudinalmente, altri hanno una o due bande scure trasversali, più o meno marcate, nella regione nucale. Spesso le squame laterali sono meno scure di quelle dorsali e la parte ventrale è sempre più chiara, color crema, grigia o giallastra. Le squame labiali sono sovente “barrate” in maniera molto evidente.

La testa di questi elapidi è distinguibile nettamente dal collo, il muso è corto e smusso, l’occhio, a pupilla rotonda, è grande, ed il corpo è robusto e lungo, in media, circa un metro, tuttavia alcuni esemplari raggiungono i 180 cm, mentre quelli dell’Isola dei canguri e delle colline di Adelaide sono più piccoli (60-80 cm).

Le squame, a metà lunghezza, sono disposte in 13-17 file oblique, le squame ventrali variano in numero da 140 a 165, le sub caudali sono singole ed in numero da 35 a 55 e la squama anale è singola.

La distribuzione geografica non è molto estesa e comprende zone dell’Australia meridionale-orientale (Queensland meridionale, New South Wales, colline di Adelaide, Victoria, Kangaroo island, Tasmania ed isole del Bass Strait).

La suddivisione in sottospecie sembrerebbe confortata dalle diverse temperature e gradi di umidità che caratterizzano i diversi habitat, ma occorre considerare che una stessa specie può adattarsi ad ambienti molto diversi. La varietà pigmea sembra prediligere zone più piovose (600-800 millimetri all’anno di precipitazioni) e temperature abbastanza costanti, tra i 23 ed i 25 gradi, mentre le sottospecie di altopiano e di bassopiano vivono in zone a piovosità più bassa e con maggiori escursioni termiche.

In ogni caso, una caratteristica del testa di rame è la buona tolleranza verso temperature abbastanza basse, che paiono, anzi, preferite a quelle elevate, tanto che è il serpente che appare ed è attivo per primo ad inizio primavera ed è l’ultimo ad uscire di scena nel tardo autunno.

Come accade con la nostra Vipera aspis, non è raro vederlo all’aperto, anche in pieno inverno, intento ad assorbire calore da una pietra o su una strada, se appena il sole alza un po’ la temperatura, ed é anche l’unico elapide australiano rinvenibile al di sopra della quota dove può nevicare.

Quando le temperature sono fresche i testa di rame sono diurni, ma tendono ad assumere abitudini crepuscolari o notturne quando fa caldo. La aree paludose ed i loro dintorni sono i più graditi, ma pure le rive di corsi e specchi d’acqua offrono un habitat ideale, ed i batraci costituiscono una delle loro prede principali. Tuttavia anche altre prede, tra cui piccoli mammiferi, uccelli e rettili (compresi esemplari più piccoli della propria specie) entrano a far parte regolare della dieta. Nuotatori eccellenti, questi rettili si avventurano spesso in acqua, sia per attraversare un fiume o uno stagno che per cacciare girini e, talvolta, qualche pesce.

Un’altra caratteristica tipica degli Austrelaps è la tendenza a raggrupparsi ed a raggiungere notevoli concentrazioni, sia presso fonti di cibo particolarmente ricche, sia in luoghi che offrano condizioni climatiche ottimali: i luoghi preferiti sono zone erbose, preferibilmente con erbe alte e fitte, cumuli di pietre o muretti a secco, cumuli di sterpi, cataste di legna, radici di piante con terreno eroso, crepacci delle rocce.

Il periodo riproduttivo inizia in primavera ed i piccoli nascono in estate. Rettile ovoviviparo, la femmina “partorisce” fino a 20 piccoli (più spesso 14), che misurano, alla nascita, da 16 a 18 cm e che sono già dotati di apparato velenifero perfettamente funzionante ed in grado di inoculare dosi pericolose di veleno.

Austrelaps superbus, Elapidae

Parente dei cobra, è un Elapide poco aggressivo, coi denti veleniferi corti © Giuseppe Mazza

Il temperamento di questi serpenti è tendenzialmente molto tranquillo, e, se disturbati, preferiscono scivolare via senza mostrare segni di aggressività.

Per tale motivo non sono considerati rettili particolarmente pericolosi, anche se un eventuale morso può facilmente risultare letale.

Essendo elapidi, sono proteroglifi, cioè dotati di zanne velenifere fisse e situate nella parte anteriore del palato e gli elapidi, generalmente, a parità di dimensioni, hanno zanne meno lunghe dei viperidi, che, essendo solenoglifi, possono ripiegarle sul palato, tuttavia molti elapidi hanno zanne di 5-8 mm, quindi altamente efficienti ed in grado di passare attraverso indumenti (taipan comune, mamba, ecc).

Il testa di rame ha, invece, i denti del veleno relativamente corti (circa 3 mm), il che non significa, però, che non siano armi efficaci, ma un buon paio di pantaloni robusti, dei calzettoni spessi o altro vestiario possono rappresentare una valida barriera in caso malaugurato di morso, più che in un incontro con altre specie.

Il museo del Queensland ha compilato una tabella delle pericolosità delle principali specie di elapidi della zona, riferendosi soprattutto al grado di probabilità che un morso di una determinata specie risulti in un avvelenamento serio, e tale probabilità è stata espressa con un valore numerico: Common taipan (Oxyurabus scutellatus) 21 – Mulga snake o King brown snake (Pseudechis australis) 16 – Vipera della morte (Acanthophis) 15 – Serpente Bruno comune (Pseudonaja textilis) 14 – Serpente tigre (Notechis scutatus) 14 – Inland taipan (Parademansia microlepidota) 12 – Serpente bruno occidentale (Pseudonaja nuchalis) 10 – Copperhead (Austrelaps superbus) 10.

Seguono specie meno pericolose.

Approfittando di questa graduatoria, dove il testa di rame, nonostante un veleno potente, è situato piuttosto in basso, vorrei mettere in evidenza una cosa che ho notato, parlando con molti appassionati di serpenti: il famigerato Inland taipan o fierce snake (Oxyuranus microlepidotus per alcuni sistematici e Parademansia microlepidota per altri) viene spesso, erroneamente considerato il serpente più pericoloso del mondo, in quanto dotato del veleno più potente (49,5 volte quello del Naja naja, il cobra indiano), ma, di fatto, la sua pericolosità reale è abbastanza bassa, tanto che non mi risultano casi mortali a lui attribuibili.

Tale fatto dipende da diverse caratteristiche di tale temutissimo rettile: si tratta di una specie non aggressiva e molto timida, che si da prontamente alla fuga ed abbastanza restia a mordere, le occasioni di incontro uomo-serpente non sono comuni, dato l’habitat e le abitudini del fierce snake, ed infine le zanne sono di lunghezza molto inferiore a quelle di un common taipan. Il suo punteggio, sorprendentemente appena superiore a quello del nostro testa-di-rame, avrebbe potuto essere ancora più basso se non fosse per il fatto che il suo veleno è cinquanta volte più potente.

Per quanto riguarda invece l’Austrelaps superbus, il suo veleno ha potenza (per quanto riguarda gli effetti sull’uomo) circa pari a quello del cobra indiano, cioè ben più bassa di quella di molte altre specie australiane, ma tuttavia più che sufficiente ad uccidere: è il suo temperamento schivo e poco nervoso a rendere conto della sua posizione “in coda” alla lista dei pericoli pubblici.

Nonostante la relativa docilità, il testa di rame, se messo alle strette, assume una posizione minacciosa, appiattisce il collo ed il corpo, per apparire più grande e minaccioso e, se il disturbatore insiste, può mordere con velocità fulminea. L’atteggiamento di minaccia, con appiattimento ed allargamento del corpo, è una caratteristica in comune con i serpenti-tigre, ma occorre precisare che tale “atteggiamento” viene assunto anche per aumentare la superficie corporea ed assorbire più calore da una superficie come una roccia piatta od una strada, che cedono lentamente il calore immagazzinato durante le ore di sole.

Il suo veleno, come accade per molte specie australiane, è complesso e con una serie di diversi effetti sull’organismo. La neurotossicità, che può causare il decesso per paresi dei muscoli respiratori e conseguente asfissia, è dovuta ad una tossina verosimilmente pre-sinaptica, che, cioè, impedisce la liberazione dei neuro-trasmettitori, mentre le tossine post-sinaptiche di altre specie impediscono a detti neuro-trasmettiori di legarsi ai recettori della placca motrice, con risultato analogo.

Ma l’azione paralizzante sul sistema nervoso non è la sola causa di morte in caso di full-bite con avvelenamento. Il veleno ha anche un’azione emorragizzante e citotossica. Una fosfolipasi A2 pare essere la causa della sindrome emorragica correlata, tramite inibizione dell’aggregazione piastrinica, ed una fosfolipasi B causa emolisi (rottura dei globuli rossi). Inoltre è presente una certa azione citotossica, che può causare necrosi, anche se meno imponenti di quelle dovute ai veleni di certi viperidi.

Per finire in bellezza, pare presente anche una miotossina, che può causare miolisi (distruzione delle fibre muscolari) con conseguenti dolori muscolari, urine scure per mioglobinuria (comparsa di mioglobina, una proteina dei muscoli) ed eventuale insufficienza renale.

Il siero che risulta efficace nel trattare gli avvelenamenti causati da Austrelaps è quello utilizzato per il serpente tigre, generalmente in dose iniziale di 3000 unità, (come per il Common tiger snake o Notechis scutatus), mentre la dose iniziale, in caso di morso dell’enorme Chappell Island tiger snake (Notechis ater serventyi) è di ben 12.000 unità.

Nomi comuni : Inglese: Australian copperhead; Tedesco: Australische Kupferköpfe

 

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