Branta leucopsis

Famiglia : Anatidae

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Testo © Dr. Davide Guadagnini

 

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La Branta leucopsis è una specie artica gregaria che sverna nel Nord Europa © Giuseppe Mazza

L’Oca facciabianca (Branta leucopsis Bechstein 1803) appartiene all’ordine degli Anseriformi (Anseriformes), alla famiglia degli Anatidi (Anatidae), al genere Branta e alla specie Branta leucopsis.

Il nome del genere “branta” deriva probabilmente dalla parola in lingua norrena “brandgàs” che significa “oca bruciata” con riferimento ai colori predominanti delle oche appartenenti a questo genere.

Il nome della specie “leucopsis” deriva dal greco “leykos” = bianco e “opsis” = aspetto, apparenza, con riferimento alla faccia bianca tipica e distintiva per questa specie tanto da averle dato il nome.

Zoogeografia

Specie monotipica artica a distribuzione molto ristretta , con tre popolazioni separate, di cui due presenti nella regione Paleartica occidentale. Due popolazioni (Groenlandia orientale e Spitsbergen) svernano in Gran Bretagna e Irlanda, seppur in aree distinte. La terza popolazione, Novaja Zemlia-Vaigac, sverna in Olanda e Germania settentrionale, con presenze limitate nel Mare del Nord e nell’Inghilterra sud-orientale. Di comparsa accidentale o irregolare in Francia, Spagna, Germania orientale, Polonia, Cecoslovacchia, Ungheria, Austria, Svizzera, Jugoslavia, Romania , Italia, Nord Africa (Egitto, Marocco), Azzorre. Come per altre specie di oche allevate per fini amatoriali esiste la possibilità che un certo numero di segnalazioni, soprattutto al di fuori del periodo invernale, sia da riferirsi ad individui di origine non selvatica.

Ecologia-Habitat

Nel periodo riproduttivo frequenta paludi, vallate, colline e soprattutto isole artiche e coste preferendo coste rocciose, promontori rocciosi e ripidi pendii , in distretti montuosi dell’Artico, alla piatta tundra. Dal 1970 sono state scoperte colonie nidificanti in basse isole erbose e coste del Baltico. Nei quartieri di svernamento staziona in paludi, praterie, dune presso le coste e raramente nell’entroterra.

Morfofisiologia

Oca di medie dimensioni, sessi e abiti stagionali simili: lunghezza totale di 58-70 cm, apertura alare di 132-145 cm e peso dai 1200 ai 2100 g con i maschi generalmente più grandi delle femmine. È caratterizzata da tinte chiare e scure contrastanti e da un becco corto, piccolo e snello (26-33 mm di lunghezza con circa 30 dentelli) di colore nero. Distintiva, sia negli adulti che nei giovani, è la macchia bianco o crema che disegna caratteristicamente la faccia e che spicca sul nero della parte posteriore del capo, del collo e dell’alto petto. La testa, come dicevamo, è bianco-crema (alle volte con un po’ di fulvo) eccetto il vertice posteriore, una linea irregolare che dal becco arriva all’occhio e la zona attorno all’occhio che sono nere. Alcune penne bianche delle guance possono avere apice nero. Il collo (lungo e piuttosto sottile), il mantello e l’alto petto sono color nero cupo.

La zona del basso mantello e gran parte delle penne copritrici sono barrate: le penne di queste zone sono grigie con una larga fascia subterminale nera e una stretta fascia terminale bianca. Il groppone è nerastro. La coda (lunga 118-140 mm) ha timoniere nere; le penne copritrici superiori della coda raggiungono la metà e le copritrici inferiori raggiungono i tre quarti della stessa. Le penne copritrici della coda, i lati del groppone e l’addome sono bianchi. Le parti inferiori-laterali del corpo sono grigio argentato fortemente barrate di grigio-brunastro e bianco sui lati e i fianchi. Le cosce sono nere con stretti apici delle penne bianchi. Le zampe hanno tarso lungo circa 62-80 mm e colorazione nera come quella dei piedi. Le ali, piuttosto lunghe, misurano 384-420 mm ed hanno le penne primarie e secondarie con gli apici neri. Le penne ascellari e copritrici inferiori delle ali sono grigio-cenere chiare, poi grigie più scure e grigio lavagna-nerastre procedendo dalla parte interna dell’ala e proseguendo verso gli apici scuri, visti da sotto, delle penne remiganti. In volo, a distanza, la faccia bianca è sorprendentemente difficile da vedere; più visibile il forte contrasto tra il nero del petto e il ventre biancastro. Nei giovani il bianco della faccia è meno puro ed il resto del piumaggio, meno distintamente contrastato nei colori, è più opaco e sfumato di brunastro e grigiastro. L’iride è bruno scura.

Etologia-Biologia riproduttiva

L’oca facciabianca ha volo e comportamento simili a quelli delle specie affini appartenenti al medesimo genere “branta”: è spiccatamente gregaria, in particolare con i propri simili. È forse più confidente ed ha abitudini maggiormente terrestri rispetto ad altre oche simili come ad esempio l’oca colombaccio (Branta bernicla).

Si nutre, spesso di notte, di graminacee, leguminose e semi, senza trascurare piccoli molluschi e crostacei © Mazza

Si nutre, spesso di notte, di graminacee, leguminose e semi, senza trascurare piccoli molluschi e crostacei © Mazza

L’oca facciabianca si alimenta spesso di notte nutrendosi d’erbe e germogli di varie specie erbacee, principalmente graminacee e leguminose, ma anche di semi, piccoli molluschi e crostacei.

Emette vocalizzi che assomigliano ad abbaiamenti monosillabici, anche in coro, e mentre volano. Nel periodo della riproduzione si sentono emettere dei “arch”, “gnuch” e “kaw” spesso ripetuti.

Nidifica su bastioni rocciosi lungo le rive dei fiumi e negli estuari per proteggere il nido, rendendolo inaccessibile agli attacchi della volpe artica (Alopex lagopus). La specie è monogama e le nidificazioni avvengono in colonie più o meno numerose. A volte fanno il nido all’interno di aree occupate da colonie di uccelli marini in nidificazione. Altre volte nidificano vicino a nidi di Girfalco (Falco rusticolus) per avvalersi della protezione indiretta offerta da questi; come accade per  l’Oca collorosso (Branta ruficollis) che nidifica accanto al Falco pellegrino (Falco peregrinus).

I nidi vengono predisposti in cavità del terreno e su cenge rocciose raggiungibili in volo; sono costituiti da muschi, erbe, licheni e foderati di abbondante piumino. Gli stessi siti di nidificazione vengono talvolta usati in anni successivi. Le uova vengono deposte da maggio a giugno in numero di 4-5 (3-6) e sono incubate dalla sola femmina per circa 25-27 giorni. Sono di colore bianco-leggermente grigiastro opache e non lucide, hanno dimensioni medie di 76 per 50 mm (68-82 x 46-52 mm) e peso medio del guscio di 10 g.

I pulcini poco dopo la nascita e appena asciutti, se schiusi in uno dei nidi posti su bastioni rocciosi rialzati, devono immediatamente confrontarsi con una grande prova di coraggio. Incitati dai genitori devono, infatti, lanciarsi nel vuoto per raggiungere i territori pianeggianti sottostanti e conquistare velocemente l’acqua che offre protezione dagli attacchi della volpe artica. Il lancio delle ochette neonate nel vuoto è spettacolare, emozionante e straziante allo stesso tempo. I piccoli si buttano appiattendo al massimo il corpo e allargando le minuscole ali e le zampe palmate aperte per offrire la massima resistenza all’aria. Durante la caduta spesso letteralmente rimbalzano su rocce e prominenze sottostanti prima di raggiungere la pianura. Grazie al morbido piumino e alla leggerezza la gran parte dei piccoli cade a terra anche da vertiginose altezze senza conseguenze. Tuttavia alcuni muoiono direttamente per lo schianto o per le ferite eventualmente riportate.

Raggiunto il suolo pianeggiante inizia subito una seconda drammatica sfida contro il tempo: i piccoli, accompagnati dai genitori, devono correre il più velocemente possibile al fine di raggiungere l’acqua e quindi la salvezza prima che le volpi artiche si accorgano dei loro movimenti e della loro presenza. Le volpi artiche se avvistano le covate delle oche facciabianca catturano tutti i piccoli che riescono a trattenere con le fauci per portarli ai propri cuccioli o per eventualmente sotterrarli come scorta alimentare. La protezione delle uova e dei pulcini da parte dei genitori è talmente impegnativa che in questo periodo perdono fino al 30-40 % del proprio peso.

I pulcini, interamente coperti di piumino, hanno le parti superiori del corpo color grigio-brune chiaro con tre paia di macchiette biancastre su ali e dorso. Hanno una linea nera sulle redini ed attorno agli occhi, una macchia brunastra tondeggiante sul vertice della testa, le restanti parti della testa sono colore giallo pallido. Le parti inferiori del corpo sono fulvo chiarissimo-biancastre con una banda bruna sulla parte superiore del petto. Nel complesso il pulcino ha una livrea che sembra sbiadita. Becco, zampe e piedi sono neri-grigio petrolio. L’iride è bruna. I giovani, dal rapido accrescimento, saranno in grado di volare attorno ai 40 giorni d’età. I giovani effettueranno la prima migrazione con i propri genitori ai quali staranno assieme anche fino alla successiva stagione riproduttiva.

Nelle isole Britanniche e nei Paesi Bassi l’oca facciabianca è talvolta perseguitata dagli agricoltori locali per i danni che arreca ai terreni agricoli. Per questo motivo la specie viene tutelata con azioni di risarcimento agli agricoltori e con progetti che promuovono l’accettazione sostenibile della specie nelle campagne. Quest’oca in natura può vivere fino a 25 anni e in cattività anche 30 anni.

Sinonimi

Anas leucopsis, Anser leucopsis, Bernicla leucopsis.

 

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