Byrsonima crassifolia

Famiglia : Malpighiaceae


Testo © Pietro Puccio

 

La Byrsonima crassifolia è un alberello arbustivo tropicale che non supera i 10 m d’altezza © G. Mazza

La Byrsonima crassifolia è un alberello arbustivo tropicale che non supera i 10 m d’altezza © G. Mazza

La specie è originaria dell’America Settentrionale (Messico), Centrale (Belize, Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua e Panama), Meridionale (Bolivia, Brasile, Guyana, Guyana Francese, Paraguay, Perù, Suriname e Venezuela) e Caraibi (Barbados, Cuba e Portorico), dove cresce sia nelle foreste tropicali decidue che nelle savane, dal livello del mare fino a circa 1800 m di altitudine.

La derivazione del nome generico non è ben chiara, sembra derivare dal greco “byrsa” = pelle perché specie appartenenti al genere vengono utilizzate nei paesi di origine per la concia delle pelli.

Il nome della specie deriva dalla combi- nazione dei termini latini “crassus” = grosso, spesso, e “folium” = foglia, con ovvio riferi- mento.

Nomi comuni: craboo, golden-spoon, shoe- maker’s tree, wild cherry (inglese); coumaté, maurissi, morossif, oreilles d’âne, prunier savane (francese); murici, murici-do-campo, murici-da-praia (portoghese); chaparro, chaparro de sabana, chaparro manteco, indano, maricao cimarrón, muricí, murucí, nancé, nanche, nanche amarillo, nanche dulce, nancite, paraleja, yoco (spagnolo).

L'infiorescenza è un racemo terminale compatto di 10-15 cm © G. Mazza

L’infiorescenza è un racemo terminale compatto di 10-15 cm © G. Mazza

La Byrsonima crassifolia (L.) Kunth (1822) è un arbusto o albero semideciduo alto fino a circa 10 m con diametro del tronco di 25 cm, corteccia grigiastra fessurata e rami piuttosto sottili su cui sono evidenti le cicatrici delle foglie cadute; i rami giovani sono densamente tomentosi.

Le foglie sono opposte, intere, oblunghe o ellittiche, di colore verde scuro, coriacee e lucide superiormente, ricoperte da un sottile tomento color ruggine inferiormente, lunghe 4-14 cm e larghe 3-6 cm.

Infiorescenze in racemi terminali compatti, eretti, lunghi 10-15 cm portanti numerosi fiori con corolla a cinque petali tondeggianti, assottigliantisi alla base, lunghi 6 mm, di colore inizialmente giallo, poi arancio, con margini increspati e 10 stami di colore giallo pallido.

Il periodo di fioritura è lungo, 4-8 mesi secondo il clima, anche se il singolo albero fiorisce per una durata notevolmente inferiore.

Il frutto è una drupa globosa, gialla a maturità, di circa 2 cm di diametro, in alcune varietà selezionate anche 5-7 cm, con polpa gialla che circonda l’endocarpo legnoso giallo contenente 1-3 semi.

Si riproduce per seme, che germina in 3-6 settimane, in terriccio sabbioso mantenuto umido alla temperatura di 20-22 °C. La prima fruttificazione avviene al 3°, 4° anno di età. Per riprodurre una particolare varietà si usa la margotta o l’innesto.

Specie ampiamente diffusa in natura, ma poco coltivata al di fuori delle zone di origine, essendo i frutti utilizzati quasi esclusivamente dalle popolazioni locali. Non è particolarmente esigente in fatto di suolo, potendo crescere sia su quelli sabbiosi che rocciosi, anche se cresce al meglio in quelli ben drenati e con aggiunta di sostanza organica.

Coltivabile in pieno sole nelle zone tropicali e subtropicali, essendo sensibile a temperature già intorno a 0 °C, anche se riesce a sopportare eccezionali ed isolati abbassamenti inferiori di qualche grado per brevissimo periodo. Piante ben radicate possono sopportare lunghi periodi di secco.

I piccoli insoliti fiori, con 5 petali da 6 mm, prima gialli e poi arancio, recano 10 stami © Giuseppe Mazza

I piccoli insoliti fiori, con 5 petali da 6 mm, prima gialli e poi arancio, recano 10 stami © Giuseppe Mazza

Il frutto dal sapore acidulo, ma generalmente gradevole, è consumato fresco, cotto o utilizzato per confezionare gelati o ricavarne bevande rinfrescanti e liquori. Il frutto maturo deperisce velocemente, ma si mantiene per mesi conservato in acqua e in questo modo viene spesso venduto nei mercati locali.

La corteccia contiene tannini fino a circa il 28% e acido ossalico e per questo motivo la pianta era utilizzata in passato per la concia delle pelli. Il legno, duro e flessibile, viene utilizzato nelle costruzioni rurali, per realizzare utensili, come legna da ardere e per produrre carbone.

Dalla buccia del frutto viene ricavato un colorante. Parti della pianta, in particolare la corteccia, vengono utilizzate nella medicina tradizionale per le proprietà antimicrobiche ed antimi- cotiche. Le popolazioni indigene del Venezuela usano mettere in acqua i rami giovani tagliuzzati per stordire i pesci e catturarli.

L’albero ha infine un limitato uso anche come ornamentale, per il fogliame lussureggiante e la ricca fioritura, ma meriterebbe una maggiore diffusione.

Sinonimi: Malpighia crassifolia L. (1753); Malpighia moureila Aubl. (1775); Malpighia coriacea Sw. (1788); Byrsonima cotinifolia Kunth (1822); Byrsonima ferruginea Kunth (1822); Byrsonima laurifolia Kunth(1822); Byrsonima montana Kunth (1822); Byrsonima rhopalifolia Kunth (1822); Byrsonima coriacea (Sw.) DC. (1824); Byrsonima lanceolata DC. (1824); Byrsonima pulchra DC. (1824); Byrsonima moureila (Aubl.) Loudon (1830); Byrsonima cubensis A.Juss. (1840); Byrsonima cumingiana A.Juss. (1840); Byrsonima karwinskiana A.Juss. (1840); Byrsonima panamensis Beurl. (1854); Byrsonima moritziana Turcz. (1858); Byrsonima fendleri Turcz. (1863); Malpighia pulchra Sessé & Moc. (1894); Byrsonima spruceane Nied. (1897); Byrsonima jamaicensis Urb. & Nied. (1898); Byrsonima fagifolia Nied. (1901).

 

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