Cacajao : insolita scimmia amazzonica dal volto rosso

Il cacajao amazzonico è una scimmia dalla biologia in parte sconosciuta. Una cosa però è certa : più il suo viso è scarlatto più è in salute.

 

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Testo © Giuseppe Mazza

 

Per il viso glabro, la forma degli occhi, ed una calvizie quasi totale che crea l’illusione di un’ampia fronte, si è immediatamente portati a paragonare il volto del cacajao rubicondo (Cacajao rubicundus) a quello umano.

Si resta allora sconcertati dal naso piatto e largo, tipico delle scimmie platirrine, dalla mancanza di sopracciglia e dal colore rosso vivo della faccia che, in base ai nostri canoni abituali, ci appare decisamente alterata o malata.

Al contraio, più il viso del cacajao è rosso, più questa strana scimmia sudamericana scoppia di salute.

Il cacajao rubicondo, che viene comunemente chiamato anche uakari rosso, misura 45-55 centimetri, pesa da 3 a 6 chilogrammi e vive in piccoli gruppi sugli alberi delle fitte foreste amazzoniche, nella regione compresa fra il Rio delle Amazzoni e il suo affluente Putumayo, nel Brasile occidentale e Perù orientale.

Queste scimmie non scendono quasi mai a terra e presentano un lungo e folto pelo bruno-rossiccio che le fa sembrare molto più grosse, ed offre una buona protezione dai violenti acquazzoni tropicali.

Per un inspiegabile mistero evolutivo, a differenza degli altri primati arboricoli sudamericani, la coda di queste scimmie non è prensile, ma corta (15-16 centimetri) e lanosa. Per questa loro caratteristica i cacajao, in passato, furono detti anche brachiuri, che significa, appunto, “coda corta”. Così, piuttosto che spiccare grandi salti, i cacajao preferiscono camminare e correre sui rami, ma con cautela, quasi avessero paura di cadere.

In silenzio, con metodo, dedicano quasi tutto il giorno a passare in rassegna, uno ad uno, gli alberi della foresta. Cercano tenere foglie, gemme, fiori e frutti che prima di mangiare esaminano accuratamente con aria da intenditori. Se non sono al punto perfetto di maturazione, li lasciano per il giorno seguente e procedono nel loro setacciamento.

Di tanto in tanto integrano volentieri la loro rigida dieta vegetariana con insetti, uova, e uccellini che sorprendono nei nidi. Sembra catturino anche piccole iguane.

Il comportamento di questi animali è ancora in gran parte sconosciuto, dato che in natura non si possono seguire facilmente ed in cattività stentano ad ambientarsi.

Nello zoo di Filadelfia un esemplare raggiunse gli otto anni di età, e a New York un altro superò i cinque, nutrendosi di frutta, verdura, uova sode, latte, carne e lombrichi, ma si tratta purtroppo di casi isolati.

Di solito queste scimmie che sono estremamente timide e tranquille, rifiutano il cibo e al primo colpo d’aria si ammalano, impallidiscono e muoiono.

Anche nel loro ambiente, del resto, la vita dei cacajao non è facile. Oltre a guardarsi ogni giorno da puma, giaguari ed altri famelici predatori del sottobosco, devono fare i conti anche con i grossi boa in agguato fra i rami, e le pericolose arpie che sorvolano, con altri rapaci, le chiome degli alberi.

Se a a tutto ciò si aggiunge il fatto che gli Indios ancora oggi li cacciano, con frecce dalla punta avvelenata, per la carne e la pelliccia, si capisce come questi singolari animali stiano diventando sempre più rari.

 

SCIENZA & VITA NUOVA – 1984

 

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