Caiman latirostris

Famiglia : Crocodylidae

Sottofamiglia : Alligatorinae alt. Caimaninae

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Testo © DrSc Giuliano Russini – Biologo Zoologo

 

Il Caimano brasiliano (Caiman latirostris) si riconosce a prima vista dal muso largo © Giuseppe Mazza

Il Caimano brasiliano (Caiman latirostris) si riconosce a prima vista dal muso largo © Giuseppe Mazza

Il Caimano brasiliano (Caiman latirostris Daudin, 1801) è un rettile afferente all’ordine dei Coccodrilli (Crocodylia), famiglia Coccodrillidi (Crocodylidae), sottofamiglia … qui il dibattito è aperto, alcuni biologi lo inseriscono in quella degli Alligatorini (Alligatorinae), mentre altri autori in quella dei Caimanini (Caimaninae) … genere Caimano (Caiman).

Viene detto in inglese Brazilian Caiman o Broad-snouted Caiman, mentre in spagnolo è noto come Yacaré de Hocico Ancho ed in portoghese come Jacaré de Hocico.

Sebbene la maggior parte dei biologi tassonomisti non accetti ufficialmente l’esistenza di sottospecie, alcuni biologi di scuola sudamericana hanno introdotto questa suddivisione, inserendo una sottospecie, il Caiman latirostris chacoensis.

L’esistenza di osteodermi presenti nella pelle di tali rettili, non è stato un deterrente per la caccia piuttosto severa, a cui sono stati sottoposti soprattutto nella prima metà del secolo scorso. Infatti, indipendentemente da queste strutture ossee, la pelle si concia molto bene per essere usata nella modisteria; l’uccisione indiscriminata, li portò a una robusta rarefazione. Oggi, per fortuna, questa attività viene limitata numericamente ed a periodi dell’anno ben precisi, secondo guidelines dettate dai biologi dei vari organi statali sudamericani, che tengono conto degli indici e cicli riproduttivi e della densità demografica di questo loricato. La popolazione è tornata a livelli soddisfacenti, ma per vari fattori non bisogna mai allentare l’attenzione ed i controlli.

Perdura infatti la caccia di frodo, che però è sempre più frenata dall’incredibile abilità del caimano brasiliano nel nascondersi in aree selvagge, difficilmente accessibili, anche per i cacciatori più esperti, con costi di conseguenza elevati. Ciò si riflette in un notevole rincaro delle pelli, ed i commercianti finiscono quindi spesso col preferire gli animali uccisi legalmente. Le popolazioni umane indigene dei vari paesi sudamericani ove vive questo animale, ne consumano ancora le carni e ne utilizzano le pelli, ma come sempre, seppure istintivamente, la loro è una caccia ecologica, che preleva solo lo stretto necessario.

Può raggiungere i 3,5 m di lunghezza, anche se in genere, in natura, non supera i 2 m © Giuseppe Mazza

Può raggiungere i 3,5 m di lunghezza, anche se in genere, in natura, non supera i 2 m © Giuseppe Mazza

In realtà i veri problemi che devono oggi affrontare i caimani brasiliani per sopravvivere, sono di ben altra natura, ma ugualmente riconducibili all’essere umano. Lo sfruttamento minerario di diverse aree della Foresta Amazzonica ed altre aree forestali sudamericane, il disboscamento intensivo per ottenere terreni ad uso agricolo (quasi sempre a monocoltura), la modificazione idrogeologica indotta per la costruzione di dighe per la produzione di energia idroelettrica, attanagliano pericolosamente i biotopi in cui vivono, con riflessi negativi sulla loro densità demografica.

Per ora la CITES li inserisce nell’ appendice I (tranne in Argentina, dove sono confinati nell’appendice II), mentre la IUCN li classifica ancora a basso rischio d’estinzione. I biologi stimano l’attuale popolazione tra le 250.000-500.000 unità. Oggi programmi di ripopolamento incoraggiano gli accoppiamenti nei nuclei più sani in natura, mentre programmi d’allevamento, in vari giardini zoologici, sono attivi in diverse parti del mondo.

Zoogeografia

Sono localizzati nell’Argentina settentrionale, nel Brasile sudorientale, in Bolivia, Paraguay e Uruguay.

Ecologia-Habitat

Il caimano brasiliano è una specie elettivamente acquatica, che ha trovato casa, nel corso del tempo, principalmente tra le formazioni a mangrovie nelle zone umide, come lagune e paludi (sia d’acqua dolce che salmastra) in tutta la sua distribuzione ecologica seriale. Possono trovarsi anche in piccole aree soggette a fenomeni di marea, nella costa atlantica, e non sono rari nelle aree a mangrovie che circondano le piccole isole litoranee del Brasile sudorientale.

In barba alle placche ossee del dorso,viene cacciato per la pelle © Giuseppe Mazza

In barba alle placche ossee del dorso,viene cacciato per la pelle © Giuseppe Mazza

La serie del Caiman latirostris può sovrapporsi, in alcune aree geografiche, a quella di un’altra specie, il Caiman yacare, ma all’interno di queste aree le preferenze biotopiche delle due specie sono leggermente diverse, ed evitano la competizione; il caimano brasiliano tende infatti a preferire i corsi d’acqua più lenti che attraversano dense foreste.

Comunque, in assenza del Caiman yacare, la serie del Caiman latirostris può ampliare la varietà degli habitat.

Il caimano brasiliano sembra inoltre trovarsi bene in cattività, negli stagni progettati dai biologi, secondo specifici criteri ecologici. Questo rettile ha saputo addirittura adattarsi agli specchi d’acqua utilizzati per abbeverare il bestiame bovino, presenti nelle fattorie in prossimità della foresta.

Sia il Caiman latirostris che il Caiman yacare resistono bene a temperature relativamente basse, dato che li troviamo anche a 600 m d’altezza sul livello del mare. In questi casi si riscontra un curioso adattamento dovuto alla plasticità fenotipica della specie: negli esemplari che vivono al freddo, la livrea è infatti più scura, in alcuni casi nera, per garantire un miglior assorbimento della luce solare e quindi del calore; un elemento insomma di termoregolazione. Non si tratta di una mutazione genetica, ma di forme d’adattamento ecofenotipico.

Morfofisiologia

I biologi lo classificano come un coccodrillo di medie dimensioni. La lunghezza massima conosciuta è di 3,5 m in cattività, ma allo stato selvatico i maschi non superano in genere di molto i 2 m e le femmine nemmeno li raggiungono.

Come implica il suo nome comune in Inglese, Broad-snouted, questi coccodrilli hanno un muso largo, d’altronde “latirostris” in Latino significa proprio questo, dal muso o dal naso largo. Il dorso è robustamente ossificato con osteodermi. La livrea è generalmente verde olivastro pallido, fatta eccezione per gli esemplari neri descritti prima; alcuni biologi poi ci dicono che possono essere presenti delle macchie più scure, non sempre apparenti, sulle mascelle, come accade per il Caiman yacare.  Il numero dei denti varia da 68 a 78, mediamente sono 71. Si suddividono in 5 premascellari, 12-14 mascellari e 17-20 mandibolari.

I caimani brasiliani si nutrono di molluschi gasteropodi d’acqua dolce (in particolare di specie afferenti alla famiglia delle Ampullaridae), ma anche d’altri invertebrati acquatici, come crostacei, insetti ed anche di diversi tipi di vertebrati, quali pesci ed anfibi.

Le chiocciole acquatiche sono il piatto forte, ma con i loro denti spezzano anche il carapace delle tartarughe © Mazza

Le chiocciole acquatiche sono il piatto forte, ma con i loro denti spezzano anche il carapace delle tartarughe © Mazza

Vista la loro dentizione e la notevole forza mandibolare, gli esemplari adulti possono uccidere anche prede con maggiori dimensioni.

Rompono facilmente il carapace delle tartarughe acquatiche, e gli esemplari più grossi non disdegnano gli uccelli acquatici, come spatole, pettegole, ecc.

Non è infrequente l’incontro-scontro tra questo caimano ed il gigante dei costrittori sudamericani, l’Anaconda verde (Eunectes murinus), secondo per dimensioni solo al Pitone reticolato (Python reticulatus), che riesce talora a sopraffarlo.

L’incidenza di malattie epatiche e biliari, a decorso infausto, a carico di bovini ed ovini, sono state dai biologi zoologi correlate nel tempo tra le varie specie di caimani e questi ungulati, per due ragioni fondamentali: come accennato il caimano brasiliano, come altre specie di caimani, si nutre anche di molluschi d’acqua dolce, come quelli afferenti alla famiglia degli Ampullaridae, e questi molluschi sono spesso vettori di vermi parassiti, come quelli afferenti alla classe dei Trematodi (Trematoda), phylum Platelminti (Platyhelminthes). Un esempio classico è costituito dalla Fasciola hepatica, detta in Inglese “common liver fluke o sheep liver fluke”, organismo patogeno per i mammiferi, uomo incluso. Nel mollusco questi parassiti vivono sotto forma di “redie”, che vengono ingerite col mollusco dal caimano. Nell’intestino del rettile, il parassita svolge in maniera asintomatica il suo ciclo vitale, per essere rilasciato con le feci sotto forma di “metacercaria incistata”.

A questo stadio vitale può ancorarsi, con appositi uncini, alle piante acquatiche o alle erbe che crescono in prossimità delle pozze d’acqua, dove il bestiame zootecnico va per brucare o per bere. Le metacercarie incistate, ingerite con l’erba o tramite l’acqua (è il caso dell’essere umano), hanno come ospite primario bovini, bufali, pecore, capre o l’uomo. Raggiunto il duodeno, col bolo, arrivano, mediante la circolazione sanguigna, al fegato per stabilirsi nelle vie biliari, dove conclamano la loro presenza infestante con la malattia, che può andare da una lieve compromissione funzionale del fegato, ad una vera e propria cirrosi epatica, che se nell’uomo può concludersi con un trapianto di fegato, per gli animali significa la morte.

Per sfruttare al massimo il calore solare, gli esemplari delle regioni fredde sono più scuri © Giuseppe Mazza

Per sfruttare al massimo il calore solare, gli esemplari delle regioni fredde sono più scuri © Giuseppe Mazza

La presenza quindi di caimani brasiliani o altre specie, può/possono tramite le metacercarie incistate rilasciate con le feci, aumentare il tasso di infestazioni; al contrario, un abbassamento della densità di popolazione dei caimani brasiliani, come delle altre specie, provoca però un significativo aumento di questi molluschi d’acqua dolce, vettori dei pericolosi trematodi, che possono fra l’altro essere mangiati dall’uomo.

A titolo informativo, nell’animale (bovino, ovocaprino) o nell’essere umano infestato, il medico può individuare la presenza del parassita analizzando le feci e rintracciando la presenza dell’agente patogeno, ad esempio la Fasciola hepatica, sotto forma di “miracidio”.

Etologia-Biologia Riproduttiva

Da studi, compiuti sia in giardini zoologici che in natura, i biologi hanno potuto approfondire il comportamento riproduttivo del caimano brasiliano.

Si è osservato che probabilmente è il maschio a costruire il nido, una struttura che viene tumulata, una volta deposte le uova, e che in genere i nidi vengono costruiti in aree sufficientemente distanti dalla riva del fiume, per evitare l’acqua delle piene. La femmina può deporvi da 20 a 60 uova di colore bianco, sebbene siano stati trovati nidi contenenti fino a 130 uova; non è ancora chiaro se questi valori così alti, siano l’opera della deposizione di una sola femmina, oppure, cosa rarissima nella classe dei Rettili (Reptilia), possano essere dovuti a fenomeni di deposizione parassita, dove femmine della stessa specie possono sfruttare il nido di un’altra coppia.

La costruzione del nido e l’ovodeposizione, cadono generalmente con la stagione delle piogge, anche se in relazione alla latitudine, nelle aree più settentrionali, queste procedure possono essere temporalmente anticipate. Sembra che il nido sia custodito dal maschio, e che le uova vengano deposte su due strati; questo creerebbe un gradiente termico, che è il fattore principale che regola il rapporto tra i sessi (sex ratio) nella prole di questa specie. Come altri coccodrilli, ed i rettili in genere, anche nel Caiman latirostris non si ha infatti una coppia di cromosomi sessuali. È quindi la temperatura a regolare il sesso dei nascituri. Temperature più calde o temperate favoriscono la nascita di femmine; temperature più basse o fresche la nascita dei maschi. È sufficiente la differenza di 1 °C per regolare il rapporto dei sessi: a 32 °C nascono principalmente femmine, a 31 °C maschi.

 

→ Per nozioni generali sui Crocodylia vedere qui