Canthigaster solandri

Famiglia : Tetraodontidae

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Testo © Giuseppe Mazza

 

Il Pesce cofano maculato del Pacifico o Pesce cofano di Solandri (Canthigaster solandri Richardson, 1845), appartiene alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, all’ordine dei Tetraodontiformes ed alla famiglia dei Tetraodontidae che i tassonomi hanno diviso in due sottofamiglie: quella dei Tetraodontinae con 25 generi ed i Canthigasterinae, con solo il genere, Canthigaster, che vanta però di quasi una quarantina di specie sulle 200 circa della famiglia.

Il nome del genere Canthigaster, deriva dal greco “κανθήλια” (kanthelia), paniere, e “γαστήρ” (gaster), ventre, per la possibilità di gonfiare d’acqua il ventre, a mo’ di paniere, per sembrare più grande in caso d’aggressioni.

La specie solandri ricorda lo svedese Daniel Carlsson Solander, allievo di Linneo, che accompagnò il capitano James Cook in Australia e la Nuova Zelanda a bordo dell’Endeavour.

Tassonomicamente per taluni studiosi la specie Canthigaster solandri comprenderebbe anche il Canthigaster papua ed il Canthigaster petersii, dall’all’aspetto analogo ma con geografia diversa, e molto simile è anche il Canthigaster margaritata che lo rimpiazza nel Mar Rosso.

Canthigaster solandri, Tetraodontidae

Presente nell’Oceania, il Canthigaster solandri non ha squame ma una corazza ricoperta da una variopinta pelle velenosa © Giuseppe Mazza

Zoogeografia

Se vogliamo essere restrittivi il Canthigaster solandri è dunque una specie dell’Oceania presente dalle Isole Marianne alla Polinesia francese, con presenze, a titolo indicativo, in Micronesia, alle Isole Marshall, Caroline, Salomone, Wallis e Futuna ed in Nuova-Caledonia.

Ecologia-Habitat

Vive in acque relativamente basse, fra 10 e 36 m di profondità. Coste rocciose, lagune ed entrambi i lati dei reef.

Morfofisiologia

È un pesciolino di forma ovale e tozza, che supera di poco i 10 cm. Mostra la struttura tipica dei pesci cofano: niente squame ed una corazza sottopelle dotata di piccole aperture in corrispondenza degli occhi, della bocca, pinne, branchie ed ano. Il muso, allungato, si restringe ad imbuto verso la bocca, posta in posizione avanzata con il caratteristico becco dei Tetraodontiformes formato dai due incisivi per mascella.

Canthigaster solandri, Tetraodontidae, pesce cofano

I maschi, più grandi delle femmine, presentano una punteggiatura meno fitta ma con pois di diametro maggiore © Giuseppe Mazza

Il corpo e la pinna caudale hanno un colore di fondo bruno rossastro, che sfuma all’arancio verso la bocca, costellato da fitte punteggiature chiare con tonalità turchesi più o meno intense come le bande a cavallo del muso e accanto agli occhi che ritroviamo più o meno frammentate sul dorso e partendo dalla bocca verso il ventre. I maschi, più grandi, presentano una punteggiatura meno fitta ma con pois di diametro maggiore.

Tipico, in ogni caso, è l’ocello scuro alla base della pinna dorsale contornato da un tratto turchese, spesso quasi fluorescente come l’eventuale puntino al centro. Un finto occhio per confondere le idee ai predatori che si aggiunge, sul piano difensivo, alla capacità di gonfiare il ventre d’acqua, a palloncino, per stupire e non essere afferrati, ed alla presenza nella pelle e in vari organi della tetrodotossina, il potente veleno dei pesci palla elaborato da batteri simbionti come la Pseudoalteromonas tetraodonis e associato a variopinte livree per ammonire gli importuni.

La pinna caudale è spesso portata chiusa, a mo’ di bilanciere, quando il pesce naviga tranquillo usando le ondulazioni della pinna dorsale e dell’anale, ma quando serve può dare un notevole impulso alla fuga.

Canthigaster solandri, Tetraodontidae, pesce cofano

Si nutre prevalentemente d’alghe filamentose ma anche di polipi di madrepore, spugne, ascidie, echinodermi, molluschi e vermetti © Giuseppe Mazza

Etologia-Biologia Riproduttiva

Il Canthigaster solandri è onnivoro. Si occupa della pulizia dei reef nutrendosi prevalentemente delle alghe filamentose che infestano i coralli, salvo poi, senza troppi scrupoli, divorarne i polipi e sbocconcellare spugne, ascidie o echinodermi. Mangia insomma tutto quello che trova senza far troppa fatica, inclusi i piccoli crostacei, i molluschi o gli appetitosi vermetti che gli cadono nel piatto.

È una specie che vive in coppia o piccoli gruppi. I maschi, molto territoriali nel periodo riproduttivo, possiedono talora un piccolo harem. La deposizione avviene in nidi improvvisati dalla femmina fra le alghe. Le uova, subito fecondate, schiudono dopo pochi giorni.

La resilienza è buona, con popolazioni che possono raddoppiare in meno di 15 mesi, ed oggi (2019) l’indice di vulnerabilità della specie è bassissimo, segnando appena 11 su una scala di 100.

Sinonimi

Canthigaster australis Stead, 1907; Canthigaster glaucospilotus Fowler, 1944; Canthigaster saipanensis Fowler, 1945.

 

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