Famiglia : Carangidae

Testo © Giuseppe Mazza

Caranx sexfasciatus è frequente nelle acque tropicali dell’Oceano Indiano e del Pacifico, ma totalmente assente dall’Atlantico © www.carlosestape.photoshelter
Con circa 30 generi e 150 specie, i Carangidae sono una famiglia di pesci importanti per l’alimentazione umana, anche se non mancano specie insolite e attraenti in bella mostra nei grandi acquari pubblici, come Alectis indica o Gnathanodon speciosus.
Sono pesci dal corpo generalmente compresso sui lati, predatori dal nuoto veloce, comuni nelle acque tropicali ma presenti anche nel Mediterraneo con specie di taglia modesta come Trachurus trachurus o la grande Ricciola (Seriola dumerili), apprezzata dai buongustai, che raggiunge i 2 m di lunghezza ed oltre 50 kg di peso.
Anche se ha qualche amatore, Caranx sexfasciatus Quoy & Gaimard 1825, non è un pesce di gran pregio, ma certamente prezioso per la pesca di sussistenza di molte popolazioni tropicali.

Forma banchi impressionanti, con anche 1500 individui, che si spostano pigramente di giorno e si disperdono al crepuscolo per cacciare solo o in gruppetti durante la notte © www.carlosestape.photoshelter
Dicono che il genere Caranx deriverebbe da “carangue”, il nome che i francesi delle Antille davano a questi pesci, anche se Lacépède, che lo coniò nel 1801, pensava al greco “kara”, testa, per l’insolita forma prominente del capo. Il termine specifico sexfasciatus si riferisce invece alle 5-6 bande verticali scure caratteristiche dei giovani.
Zoogeografia
Noto appunto come Carango a sei bande, ma anche come Carango occhio grosso, per il grande occhio con la palpebra adiposa ben sviluppata e larga posteriormente, o Carango gigante indopacifico, Caranx sexfasciatus è presente in effetti nelle acque tropicali dell’Oceano Indiano e del Pacifico ma totalmente assente dall’Atlantico. Raggiunge a Nord dell’Australia la parte meridionale del Giappone e verso Sud la Nuova Caledonia.

Sono caratteristici negli adulti i grandi occhi con palpebre adipose e la macchietta bianca alla sommità della pinna dorsale © www.carlosestape.photoshelter
Ecologia-Habitat
Si tratta di una specie associata ai reef, che ama temperature comprese fra 26 e 29 °C e non scende in genere oltre i 100 m di profondità. Vive lungo le coste, anche quelle di isole sperdute nell’oceano, e specie in gioventù si può trovare alla foce dei fiumi in acque salmastre dove risale talora il primo tratto del corso.
Si muove lento e pigro durante il giorno in fitti banchi che possono superare i 1500 individui. Verso sera si sciolgono per cacciare isolati o in piccoli gruppi durante la notte, a differenza della maggior parte dei Carangidae che si nutrono invece durante il giorno.
Morfofisiologia

Da notare anche la tipica macchietta nera in cima all’opercolo e le lunghe pettorali falcate, che assicurano con la caudale molto forcata un nuoto veloce © www.carlosestape.photoshelter
Caranx sexfasciatus può raggiungere i 120 cm e 18 kg, ma la taglia corrente è di circa la metà.
Il corpo, moderatamente compresso, ha il profilo del capo ripido con l’articolazione mascellare allineata sotto l’occhio.
Negli adulti la mascella superiore reca una fila esterna di solidi canini ben distanziati ed una fascia interna di piccoli denti villiformi, mentre in basso vi è solo una fila di denti distanziati conici.
La linea laterale, importante per i pesci che si muovono in gruppo, reca nella parte anteriore, col tipico andamento arcuato dei Carangidae, 49-50 scaglie, e in quella dritta verso la coda 27-36 scudetti ossei che si notano a prima vista perché staccano quasi neri sul corpo chiaro.

Anche se la taglia corrente è circa la metà, Caranx sexfasciatus può raggiungere i 120 cm di lunghezza e il peso di 18 kg © www.carlosestape.photoshelter
Vi sono due pinne dorsali: la prima, piegata durante il nuoto, con 8 raggi spinosi e la seconda con una spina seguita da 15-17 raggi inermi; l’anale, con grandi lobi anteriori è formata da 2 parti che recano complessivamente 3 spine e 14 a 17 raggi molli; le pelviche recano una spina e 17-18 raggi inermi. La caudale fortemente forcata e le pettorali falcate, più lunghe del capo, sono quelle tipiche di un pesce dal nuoto veloce.
Le scaglie, piccole e cicloidi, sono presenti anche sul petto e la livrea muta con l’età. Negli adulti la parte superiore del corpo è grigia olivastra con scintillanti riflessi, mentre l’inferiore tende al bianco argentato. Si nota una caratteristica macchietta nera nell’angolo superiore dell’opercolo e l’apice della pinna dorsale è bianco. I giovani mostrano tonalità gialle sulla parte inferiore del corpo e le pinne, ma soprattutto si riconoscono dalle 5-6 bande verticali scure che hanno dato il nome alla specie.

Gli adulti si nutrono quasi prevalentemente di pesci e calamari, ma anche di gasteropodi, ascidie, meduse, crostacei e insetti marini © www.carlosestape.photoshelter
Etologia-Biologia Riproduttiva
Da giovane Caranx sexfasciatus si nutre quasi esclusivamente di crostacei e uova di pesci, mentre gli adulti, senza trascurare le ghiotte uova, basano il loro regime alimentare su pesci e calamari, arricchendolo con gasteropodi, ascidie, meduse, crostacei, specialmente gamberi, e persino insetti.
Per quanto possa sembrare incredibile, anche in mezzo agli oceani, si trovano infatti degli Eterotteri, gli Halobates, insetti pattinatori appartenenti alla famiglia dei Gerridae che vivono, come quelli presenti nelle pozze sulla terra ferma, muovendosi a scatti sul pelo dell’acqua.

Per la riproduzione si formano grandi aggregazioni e come accade con alcune cernie per l’occasione i maschi cambiano colore © www.carlosestape.photoshelter
Caranx sexfasciatus raggiunge la maturità sessuale intorno ai 40 cm e si formano aggregazioni riproduttive tra luglio e settembre nel Pacifico orientale e in Sud Africa da novembre a marzo.
Per l’occasione, un po’ come accade con Kyphosus sectatrix e alcune cernie come Epinephelus striatus o Plectropomus laevis, il maschio di una coppia si stacca dal banco con la sua femmina e sale con questa nella colonna d’acqua sopra al gruppo colorandosi di nero.
È il segnale che precede l’accoppiamento. I maschi che stanno in basso, forse per un’istintiva reazione di gelosia, si colorano istantaneamente anche loro e tutte le coppie salgono per affidare i gameti alle correnti. Quando scendono, il colore torna poi immediatamente normale.

Diventano neri mentre salgono con la compagna per deporre nella colonna d’acqua sopra al banco e questo induce gli altri a fare lo stesso © www.carlosestape.photoshelter
La resilienza della specie è mediocre con un raddoppio possibile delle popolazioni in 1,4-4,4 anni e la vulnerabilità alla pesca, moderatamente alta, segna 45 su una scala di 100.
Più che dei pescatori sportivi è vittima della pesca artigianale di sussistenza e Caranx sexfasciatus appare regolarmente fresco, essiccato o salato sui mercati locali. Viene facilmente attirato con la luce durante la notte e le notevoli dimensioni dei banchi consentono grandi catture.
Per dare un’idea in Arabia Saudita si parla di oltre 600 tonnellate all’anno ed in Messico di 900, anche se in certe località si segnalano casi di avvelenamento da ciguatera quando il Carango gigante indopacifico ha predato pesci che accumulano nella loro dieta la tossina prodotta dal dinoflagellato Gambierdiscus toxicus.

I giovani mostrano tonalità gialle, ma soprattutto si riconoscono dalle 5-6 bande verticali scure che hanno dato il nome alla specie © Susan Prior
Data l’ampia diffusione Caranx sexfasciatus non è comunque una specie a rischio e dal 2018 figura come “Least Concern” cioè a “Minima Preoccupazione”nella Lista Rossa IUCN.
Sinonimi
Caranx belengerii Cuvier, 1833; Caranx peronii Cuvier, 1833; Caranx xanthopygus Cuvier, 1833; Caranx flavocoeruleus Temminck & Schlegel, 1844; Caranx paraspistes Richardson, 1848; Caranx tapeinosoma Bleeker, 1856; Carangus marginatus Gill, 1863; Caranx marginatus (Gill, 1863); Caranx sexfaciatus marginatus (Gill, 1863); Carangus rhabdotus Jenkins, 1903; Carangus elacate Jordan & Evermann, 1903; Caranx elacate (Jordan & Evermann, 1903); Caranx sexfaciatus elacate (Jordan & Evermann, 1903); Caranx thompsoni Seale, 1905; Caranx butuanensis Seale, 1910; Caranx oshimai Wakiya, 1924.
→ Per nozioni generali sui PESCI cliccare qui.
→ Per nozioni generali sui PESCI OSSEI cliccare qui.
→ Per nozioni generali sui PESCI CARTILAGINEI cliccare qui.
→ Per apprezzare la BIODIVERSITÀ dei PESCI OSSEI cliccare qui.
→ Per apprezzare la BIODIVERSITÀ dei PESCI CARTILAGINEI cliccare qui.