Caryota monostachya

Famiglia : Arecaceae


Testo © Pietro Puccio

 

multi

Nelle umide foreste della Cina e Vietnam, la Caryota monostachya può raggiungere anche 3 m d’altezza, con fusti sottili di 2,5-4 cm © Giuseppe Mazza

La specie è originaria della Cina (Guangxi, Guizhou e Yunnan) e Vietnam, dove cresce nel sottobosco delle foreste umide, prevalentemente su suoli calcarei, fino a circa 1400 m di altitudine.

Il nome del genere è il sostantivo latino di derivazione greca “caryota, ae” = dattero, frutto della palma; il nome specifico è la combinazione dell’aggettivo greco “μόνος” = solo e del sostantivo “στάχυς” = spiga, con riferimento alle infiorescenze a spiga.

Frutti globosi di circa 3 cm, bruno-porpora a maturità, che contengono in genere due semi. Vanno maneggiati con molta prudenza per la presenza nella polpa di cristalli irritanti aghiformi d’ossalato di calcio © Giuseppe Mazza

Frutti globosi di circa 3 cm, bruno-porpora a maturità, che contengono in genere due semi. Vanno maneggiati con molta prudenza per la presenza nella polpa di cristalli irritanti aghiformi d’ossalato di calcio © Giuseppe Mazza

Nomi comuni: dwarf fishtail palm (inglese); dan sui yu wei kui (Cina); đùng đình bông đơn; móc bông đơn (Vietnam).

La Caryota monostachya Becc. (1910) è una specie monoica, monocarpica (fruttifica una sola volta e poi muore), cespitosa, con pochi fusti sottili, di 1-3 m di altezza e 2,5-4 cm di diametro, provvisti di foglie per quasi tutta la loro lunghezza. Le foglie, su un picciolo lungo 0,8-1,5 m, sono bipennate (pennate nella fase giovanile), lunghe 1-2,8 m, con 4-9 pinne primarie ai lati del rachide e 5-7 foglioline coriacee cuneiformi, lunghe 12-20 cm e larghe 4-8 cm, con apice dentato-crenato troncato obliquamente.

Infiorescenze tra le foglie costituite solitamente da una singola spiga pendente, raramente con 2-3 ramificazioni, su un peduncolo inizialmente ascendente, di 30-90 cm di lunghezza, portanti fiori disposti in triadi (un fiore femminile tra due maschili) di colore bruno porpora, fiori maschili oblungo-ovati di circa 1,6 cm di lunghezza con numerosi stami gialli; i fiori maschili maturano prima di quelli femminili (proterandria) favorendo la fecondazione incrociata.

La fioritura procede dall’alto verso il basso (basipeta), completata la maturazione dei frutti dell’infiorescenza più bassa il fusto muore, ma la pianta continua a vivere con i giovani fusti prodotti alla base. Frutti globosi di colore porpora bruno a maturità, di circa 3 cm di diametro, con polpa irritante per la presenza di cristalli aghiformi di ossalato di calcio, da manipolare pertanto con prudenza, contenenti solitamente due semi pressoché emisferici di 1,8 cm di lunghezza e 1,7-2,3 cm di larghezza. Si riproduce per seme in terriccio organico drenante mantenuto costantemente umido alla temperatura di 26-28 °C, con tempi di germinazione da uno a tre mesi. Rara in coltivazione, ma con un grande potenziale come ornamentale specie per giardini di limitate dimensioni.

Richiede una posizione ombreggiata e terreni, da leggermente acidi a leggermente alcalini, drenanti e mantenuti umidi; da esperienze di coltivazione al di fuori delle zone a clima tropicale e subtropicale sembra possa resistere a temperature di qualche grado sotto 0 °C, con eventuale danneggiamento della parte aerea e recupero nell’estate successiva. Infine è un ottimo soggetto da coltivare in vaso per la decorazione di interni.

Rara in coltura, abituata com’è alla scarsa luce del sottobosco, questa piccola palma potrebbe facilmente prestarsi, con le sue eleganti foglie, alla decorazione d’interni © Giuseppe Mazza

Rara in coltura, abituata com’è alla scarsa luce del sottobosco, questa piccola palma potrebbe facilmente prestarsi, con le sue eleganti foglie, alla decorazione d’interni © Giuseppe Mazza

 

→ Per nozioni generali sulle ARECACEAE, cliccare qui.

→ Per apprezzare la biodiversità all’interno della famiglia delle ARECACEAE e trovare altre specie, cliccare qui.