Chaetodon rafflesii

Famiglia : Chaetodontidae

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Testo © Giuseppe Mazza

 

Il Pesce farfalla intrecciato (Chaetodon rafflesi) è una specie poco comune ma con un’ampia diffusione nell’Indo-Pacifico tropicale, dallo Sri Lanka alle Isole Tuamotu

Il Pesce farfalla intrecciato (Chaetodon rafflesi) è una specie poco comune ma con un’ampia diffusione nell’Indo-Pacifico tropicale, dallo Sri Lanka alle Isole Tuamotu © Rickard Zerpe

Raffinato amante del dettaglio, il Pesce farfalla intrecciato (Chaetodon rafflesii Bennett, 1830) appartiene alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, al grande ordine dei Perciformes ed alla famiglia dei Chaetodontidae.

Il nome del genere Chaetodon viene dal greco “χαίτη” (khaite), pelo e “ὀδούς” (odous), dente, per i denti a forma di setole. Il termine specifico rafflesii è un omaggio alla memoria del politico, militare e amministratore coloniale britannico Thomas Stamford Raffles (1781-1826) che fondò la Zoological Society of London e la città di Singapore, interessandosi alla flora ed alla fauna della Malesia e di Giava.

Zoogeografia

Ha una distribuzione molto vasta nelle acque tropicali dell’Indo-Pacifico.

Lungo 15 cm, con un record a 18, vive sul bordo dei reef, non oltre i 15 m di profondità, nutrendosi principalmente di polipi di madrepore, anemoni di mare e policheti

Lungo 15 cm, con un record a 18, vive sul bordo dei reef, non oltre i 15 m di profondità, nutrendosi principalmente di polipi di madrepore, anemoni di mare e policheti © Giuseppe Mazza

Lo troviamo nello Sri Lanka, la Tailandia, l’Australia, l’Indonesia, la Nuova Guinea, la Micronesia, la Nuova Caledonia, Vanuatu, Fiji, Tonga, Tahiti e ad est fino all’Arcipelago delle Isole Tuamotu. Verso nord raggiunge le Filippine, Taiwan, la Cina ed il sud del Giappone.

Ecologia-Habitat

Non molto comune, questo chetodonte vive in acque basse e lungo i bordi dei reef, fra le madrepore ricche di nascondigli, fino a 15 m di profondità. Talora è presente anche in acque salmastre.

Morfofisiologia

Il Pesce farfalla intrecciato può raggiungere i 18 cm, anche se supera raramente i 15. Il corpo è piatto, più o meno ovale, col muso appuntito per afferrare il cibo fra i coralli.

Il bordo scuro delle squame forma un reticolo mimetico. La fascia nera a bordo blu nasconde il capo, mentre quella parallela sulla coda lo simula, confondendo i predatori

Il bordo scuro delle squame forma un reticolo mimetico. La fascia nera a bordo blu nasconde il capo, mentre quella parallela sulla coda lo simula, confondendo i predatori © Giuseppe Mazza

La pinna dorsale reca circa 12-13 raggi spinosi e 21-23 molli; l’anale ha 3 raggi spinosi e 18-20 molli; le ventrali e le pettorali sono inermi; la caudale è più o meno troncata.

Il colore del corpo è giallo, con sfumature verdastre, ed il bordo scuro delle squame forma una sorta di reticolo con dei nodi, donde il nome italiano di pesce farfalla intrecciato. Una banda nera, bordata in alto di blu fino a coprire la fronte, nasconde l’occhio, ed un disegno nero è presente anche sulla coda e la parte posteriore della pinna dorsale.

Di notte il colore del corpo impallidisce e diventa quasi bianco, mentre appare una vistosa macchia scura nella parte anteriore del dorso, ed anche il blu frontale annerisce. Si tratta di un pigiama mimetico ed un segnale, ben visibile nell’oscurità, per i compagni di specie.

I giovani sono completamente gialli con un banda nera sull’occhio.

Circola solo o in coppia. Le uova fecondate vengono affidate alle correnti e la specie, poco pescata e con una buona resilienza, non è a rischio

Circola solo o in coppia. Le uova fecondate vengono affidate alle correnti e la specie, poco pescata e con una buona resilienza, non è a rischio © Mark Rosenstein

Etologia-Biologia Riproduttiva

Il pesce farfalla intrecciato è carnivoro, ma con una dieta variata. Non si nutre solo di polipi di madrepore e coralli, ma anche di anemoni di mare, policheti ed altri animali bentonici. Vive solitario o in coppia, specie durante il periodo riproduttivo, quando dopo la fecondazione le uova vengono affidate alle correnti.

Le popolazioni possono raddoppiare in meno di 15 mesi e, commercio acquariologico a parte, non è perseguitato dall’uomo perché non riveste alcun valore alimentare. L’indice di vulnerabilità alla pesca è infatti molto basso: 10 su una scala di 100.

Sinonimi

Chaetodon dahli Ahl, 1923; Chaetodon princeps Cuvier, 1831; Chaetodon sebae Cuvier, 1831.

 

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