Chelus fimbriatus

Famiglia : Chelidae

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Testo © DrSc Giuliano Russini – Biologo Zoologo

 

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La Matamata (Chelus fimbriatus ) sembra una foglia morta galleggiante © Giuseppe Mazza

La Matamata o Testuggine foglia o Tartaruga pescatrice (Chelus fimbriatus Schneider, 1783) è un Anapside (Anapsida), afferente alla classe dei Rettili (Reptilia), ordine dei Cheloni (Chelonia), sottordine Pleurodiri (Pleurodira), famiglia Chelidi (Chelidae), genere Chelus.

È una delle testuggini più curiose, poiché somigliante a una foglia morta che galleggia nell’acqua, mimetizzazione utile per sfuggire ai predatori come i caimani e le tartarughe azzannatrici, ma anche per catturare all’agguato le prede.

La IUCN, dichiara uno status di localmente comune, per questo rettile.

Zoogeografia

È presente in Sudamerica, sia a nord che al centro; la si ritrova nel bacino Amazzonico e in quello dell’Orinoco.

È presente anche sull’isola di Trinidad, sebbene a bassa densità. In passato, si è tentato di importarla in Florida, per allevarla in natura, ma i tentativi di adattamento in questa regione, sembrerebbero falliti.

Ecologia-Habitat

Questo chelone, ha un’attività specificamente notturna. Vive principalmente nei fondali dei corsi d’acqua a corrente lenta, dove cattura le sue prede, consistenti principalmente in pesci, donde il nome di tartaruga pescatrice. Cattura furtivamente le prede, avvicinandosi ad esse lentamente. Giunto in prossimità di un pesce spalanca improvvisamente l’ampia bocca, creando un influsso rapido d’acqua più il pesce. È presente anche in laghi di abbeverata, stagni e pozze. La matamata s’avventura raramente sulla terraferma e, quando lo fa, non si distende mai al sole.

Un modo per avvicinarsi ai pesci, che risucchia, aprendo all'improvviso un'ampia bocca © Mazza

Un modo per avvicinarsi ai pesci, che risucchia, aprendo all'improvviso un'ampia bocca © Mazza

Morfofisiologia

Il Chelus fimbriatus, come accennato è forse la più strana tartaruga nota alla biologia.

È una tartaruga dal collo laterale. Presenta un carapace marrone-oliva largo, con tre file di carene ed un collo lungo e appiattito. La testa triangolare o a punta di feccia, presenta frange sensoriali e lembi di pelle, per mezzo dei quali percepisce la presenza di prede e predatori in acqua, nelle vicinanze; superiormente è ricoperta di tubercoli spinosi.

Gli occhi sono piccoli, i timpani sono esterni e grandi, il muso termina con una piccola proboscide sottile, che usa come fosse uno “snorkel” respirando, mantenendo la testa sott’acqua.

Le femmine, sebbene di poco, sono un po’ più grandi dei maschi, le lunghezze oscillano tra i 30-40 cm; a parte questa differenza somatica, i maschi a parità d’età, presentano una coda più lunga e robusta, come un piastrone concavo, mentre le femmine hanno collo più lungo.

In realtà queste differenze, non sono così nette, quindi anche per un biologo non è così semplice distinguere i sessi, se non dopo un’accurata osservazione.

Etologia-Biologia Riproduttiva

Ovviamente si tratta di una specie ovipara. Il momento della deposizione delle uova, è uno dei pochi casi in cui questa tartaruga abbandona l’acqua per la terraferma; anche l’accoppiamento avviene infatti in acqua. La femmina, scava una buca di 20-30 cm di profondità, a qualche metro di distanza dalla riva, per evitare l’effetto distruttivo di una eventuale inondazione. Ivi depone 12-28 uova cleidoiche che hanno un tempo d’incubazione di circa tre mesi. I piccoli nati, appena fuori dal guscio, comportandosi come una prole atta e presociale, s’incamminano autonomamente e individualmente verso l’acqua.

 

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