Cinnamomum camphora

Famiglia : Lauraceae


Testo © Pietro Puccio

 

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Il Cinnamomum camphora può raggiungere i 40 m d'altezza. Le giovani foglie sono rosso porpora © Mazza

La specie è originaria del Giappone (Honshu, Isole Ryukyu, Kyushu e Shikoku) e Taiwan, dove vive nelle foreste in zone a clima temperato caldo e subtropicale con piovosità annua tra 1000 e 3500 mm

Il nome del genere deriva dal nome greco dell’essenza di cannella “kinnamomon”; il nome specifico è il nome latino “camphora” = canfora, della relativa essenza.

Nomi comuni: camphor, camphortree, chinese sassafras, japanese camphor (inglese); albero della canfora, canfora (italiano); camphre, camphrier (francese); árvore-da-camphora (portoghese); arbol del alcanfor, alcanfor, alcanforero (spagnolo); campher, campherbaum (tedesco).

Il Cinnamomum camphora (L.) J. Presl (1825) è un maestoso albero sempreverde alto fino a 40 m con tronco corto e massiccio, che negli esemplari più vecchi può sfiorare 4 m di diametro, corteccia bruno grigiastra profondamente fessurata longitudinalmente, ampia chioma ed un esteso apparato radicale; i rami giovani sono bruni o rosati.

Le foglie, su un picciolo lungo 2-3 cm, sono alterne, coriacee, di forma da ovata ad oblungo-lanceolata con apice acuminato e margini generalmente ondulati, lunghe 4-12 cm, di colore da verde chiaro a verde intenso, lucide, con tre (cinque) venature giallastre; le nuove foglie sono rosso porpora.

Le infiorescenze ascellari sono a pannocchia, lunghe fino a 7 cm, portanti numerosi fiori bisessuali di circa 6 mm di diametro con sei petali di colore verde giallastro.

Il frutto è una drupa globosa, di colore viola nerastro a maturità, di 6-8 mm di diametro contenente un solo seme di circa 5 mm di diametro.

Tutte le parti della pianta emettono un penetrante odore di canfora specie quando tagliate o intaccate.

Il tronco può sfiorare i 4 m di diametro con una corteccia profondamente fessurata © G. Mazza

Il tronco può sfiorare i 4 m di diametro con una corteccia profondamente fessurata © G. Mazza

Si riproduce generalmente per seme che deve essere messo a dimora entro pochi mesi, non avendo una elevata durata di germinabilità, la germinazione avviene generalmente entro un mese alla temperatura di 22-26 °C, per accorciare i tempi è conveniente tenere i semi, puliti, in acqua per un giorno.

È possibile anche la riproduzione per polloni radicali.

Specie di rapida crescita adatta a zone a clima tropicale, subtropicale e temperato caldo in pieno sole, o parziale ombreggiatura da giovane, su suoli neutri o leggermente alcalini, preferibilmente sabbiosi e ben drenanti, specie nelle zone ad alta piovosità, non sopportando acqua stagnante.

Gli alberi adulti possono sopravvivere a temperature fino a -10 °C, ma le parti verdi, come pure le giovani piante, si danneggiano irrimediabilmente a tempera- ture appena sotto 0 °C ed i rami intorno a -6 °C.

È utilizzato come albero da ombra in parchi e giardini di ampie dimensioni, ma è da tenere presente che è una specie potenzialmente infestante e con un aggressivo apparato radicale, specie dove le condizioni ambientali sono favorevoli.

L’albero è coltivato da tempi remoti per le sostanze aromatiche che fornisce.

L’olio essenziale è il distillato delle foglie, radici e del legno; la canfora, che si separa dall’olio durante il processo di distillazione, si presenta come una sostanza bianca, cristallina e translucida, volatile a temperatura ambiente.

L’olio essenziale contiene in elevata percentuale una sostanza tossica e carcinogenica, il safrolo, presente anche in altri vegetali utilizzati nell’alimentazione in piccole quantità. Il safrolo da tempo è stato vietato, tranne quello naturalmente contenuto, ma con limiti di concentrazione nei prodotti finali.

Il celebre viale della canfora dell'orto botanico di Kirstenbosch, in Sudafrica, nato da piante capitozzate © G. Mazza

Il celebre viale della canfora dell'orto botanico di Kirstenbosch, in Sudafrica, nato da piante capitozzate © G. Mazza

In passato la canfora è stata usata come repellente per gli insetti e l’olio canforato abbastanza estesamente in medicina, ora l’uso è molto ridotto e limitato, in alcuni paesi bandito, per la sua tossicità, sono infatti noti molti casi di avvelenamento, anche gravi, per ingestione a dosi bas- sissime di olio canforato o altri prodotti contenenti canfora.

La canfora oggi utilizzata per usi medici è la “canfora bianca”, la frazione più leggera che si ottiene nella distillazione frazionata dell’olio essenziale, che non contiene safrolo, è quindi poco tossica e può essere utilizzata, sia pure con cau- tela, in particolare per uso esterno (linimenti); le frazioni più pesanti, bruna e gialla, contengono dall’80% alla quasi totalità di safrolo.

La canfora viene ora preparata indu- strialmente per sintesi, ma alcuni com- ponenti dell’olio essenziale naturale vengono ancora utilizzati nell’industria cosmetica e in quella dei coloranti.

Il legno, di colore rossiccio con marez-zature scure, odoroso e discretamente resistente, è anche usato per mobili e parti interne di imbarcazioni.

Le infiorescenze ascellari sono a pannocchia, lunghe fino a 7 cm, portanti numerosi fiori bisessuali di circa 6 mm di diametro © Giuseppe Mazza

Le infiorescenze ascellari sono a pannocchia, lunghe fino a 7 cm, portanti numerosi fiori bisessuali di circa 6 mm di diametro © Giuseppe Mazza

Sinonimi: Laurus camphora L. (1753); Persea camphora (L.) Spreng. (1825); Camphora officinarum Nees (1831); Camphora officinarum var. glaucescens A. Braun (1850); Cinnamomum camphora var. glaucescens (A. Braun) Meisn. (1864); Cinnamomum camphora var. nominale Hayata (1906); Cinnamomum taquetii H. Lév. (1912); Cinnamomum camphoroides Hayata (1913); Cinnamomum nominale (Hayata) Hayata (1913); Cinnamomum simondii Lecomte (1913).

 

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