Coryanthes verrucolineata

Famiglia : Orchidaceae


Testo © Pietro Puccio

 

multi

La Coryanthes verrucolineata è un'epifita del Perù, rara in natura e quasi ignota in coltivazione © Giuseppe Mazza

La specie è originaria del Perù (Regione di Loreto) dove cresce epifita nelle foreste pluviali a basse altitudini.

Il nome generico è la combinazione dei sostantivi greci “κόρυς” (corys) = elmo e “ἄνθος” (anthos) = fiore, con riferimento all’appendice simile ad un elmo del labello (epichilo); il nome specifico è la combinazione dei termini latini “verruca” = verruca e “ lineatus, a, um” = lineato per la presenza di una linea di verruche purpuree sui sepali laterali.

Nomi comuni: cachorro sisa (spagnolo – Perù).

La Coryanthes verrucolineata G.Gerlach (1989) è una specie epifita con pseudobulbi carnosi ovoidi, ravvicinati, profondamente scanalati, provvisti di 2-3 foglie plicate, cartacee, oblungo-ellittiche con apice appuntito.

Infiorescenze racemose laterali dalla base degli pseudobulbi, pendenti, lunghe 15-20 cm, portanti 1-4 fiori di 10 x 12 cm dalla forma molto particolare e complessa in funzione dell’impollinazione.

I sepali laterali sono grandi e ondulati, membranacei, di colore giallastro, quello dorsale è più piccolo dei laterali, i petali, più stretti dei sepali, sono falcati, ritorti, membranacei, il labello è tripartito, composto da una parte concava, chiamata ipochilo, formata dai lobi laterali, di colore giallo con una corta peluria purpurea frontalmente, da una parte intermedia semitubolare, mesochilo, e dall’epichilo, a forma di coppa, contenente un liquido zuccherino che gocciola poco prima dell’apertura del fiore da due organi posti ai lati della colonna.

La particolare struttura del fiore è un esempio di adattamento all’impollinazione da parte di insetti, in particolare dai maschi di un’ape appartenente al genere Euglossa (Latreille, 1802) attirati dall’odore emanato dall’ipochilo.

L’insetto, cadendo nell’epichilo pieno di liquido, non può allontanarsi volando a causa delle ali bagnate e l’unico modo per uscire è uno stretto varco tra il bordo dell’epichilo e la colonna, da cui asporta durante il passaggio i pollinidi, che nella visita al successivo fiore vengono trasferiti sullo stigma.
Si riproduce per seme, in vitro, e per divisione, con ciascuna sezione provvista di almeno 3-4 pseudobulbi.

Specie rara in natura e pressoché sconosciuta in coltivazione, dai caratteristici fiori intensamente profumati, della durata di 5 giorni. Richiede una posizione semiombreggiata, temperature elevate in estate, 22-32 °C, leggermente più fresche in inverno, con valori minimi non inferiori a 15 °C, e costante elevata umidità, 65-85%, accompagnata da un continuo leggero movimento dell’aria.

L'inquietante fiore di 10-12 cm è una crudele trappola per i maschi di una vespa appartenente al genere Euglossa. Atterrano attirati dall’odore e finiscono in un pozzo, visibile di profilo nella foto centrale, pieno di un liquido che impedisce loro di volare. Arrancando, seguono un percorso obbligato per accollarsi all'uscita i pollinidi che porteranno fino allo stigma di un analogo sadico fiore. Evidentemente le Euglossa, come spesso accade agli uomini, non sanno fare tesoro dell'esperienza © G. Mazza

L'inquietante fiore di 10-12 cm è una crudele trappola per i maschi di una vespa appartenente al genere Euglossa. Atterrano attirati dall’odore e finiscono in un pozzo, visibile di profilo nella foto centrale, pieno di un liquido che impedisce loro di volare. Arrancando, seguono un percorso obbligato per accollarsi all'uscita i pollinidi che porteranno fino allo stigma di un analogo sadico fiore. Evidentemente le Euglossa, come spesso accade agli uomini, non sanno fare tesoro dell'esperienza © G. Mazza

Innaffiature regolari ed abbondanti, ma senza ristagni, durante il periodo di crescita, più diradate durante la stasi vegetativa, ma senza mai fare asciugare completamente il substrato. Per le innaffiature e nebulizzazioni va utilizzata acqua piovana, demineralizzata o da osmosi inversa, mentre per le concimazioni, da effettuare durante il periodo vegetativo alternate alle innaffiature, è consigliabile l’uso di prodotti idrosolubili bilanciati, con microelementi, a ¼ di dose di quella riportata sulla confezione. Va coltivata preferibilmente in canestri sospesi a maglie larghe, per permettere all’infiorescenza di svilupparsi liberamente verso il basso, o montata su zattere di sughero o di felci arborescenti. I rinvasi vanno effettuati alla ripresa vegetativa segnalata dall’apparire delle nuove radici.
La specie è iscritta nell’appendice II della CITES (specie per la quale il commercio è regolamentato a livello internazionale).

 

→ Per nozioni generali sulle ORCHIDACEAE cliccare qui.

→ Per apprezzare la biodiversità all’interno della famiglia delle ORCHIDACEAE e trovare altre specie, cliccare qui.