Crocodylus acutus

Famiglia : Crocodylidae

Sottofamiglia : Crocodylinae

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Testo © DrSc Giuliano Russini – Biologo Zoologo

 

Il Coccodrillo americano (Crocodylus acutus Cuvier, 1807) appartiene all’ ordine dei Coccodrilli (Crocodylia), alla ben nota famiglia dei Coccodrillidi (Crocodylidae), alla sottofamiglia dei Coccodrillini (Crocodylinae) ed al genere Coccodrillo (Crocodylus).

Il termine “crocodylus” come visto per le altre specie del medesimo genere, deriva dal greco antico e significa “ciottolo a forma di verme”, mentre il lemma “acutus” deriva dal latino e significa “appuntito”, “acuto”, “stretto” in riferimento alla forma del muso.

I nomi comuni in inglese con cui viene chiamato sono diversi, tra cui American crocodile, Central american alligator, South american alligator e American saltwater crocodile, in spagnolo sono Cocodrilo americano, Cocodrilo de Rio, Lagarto Amarillo, in francese Cocodrile d’Amérique, Caimán de Aguja, Llaman caimán e Crocodile à museau pointu. La CITES inserisce questo loricato nell’Appendice I, la IUCN ne definisce uno status di vulnerabile, ovvero VU A1ac (Vulnerable). I biologi stimano una popolazione di 10.000-20.000 membri. In sostanza sembrerebbe che per questo loricato (i dati in possesso dei biologi però, non sono esaustivi) in America centromeridionale, in alcune aree, la popolazione è stabile, mentre in altre invece è in declino, in USA sembra che si stia avendo una fase di recupero e crescita, da una decina d’anni circa a oggi.

Zoogeografia

Autoctono degli Stati Uniti meridionali e in America centromeridionale; in quest’ultima area geografica, la frammentazione di distribuzione è più elevata, per cui si trova in Messico, Nicaragua, isola di Trinidad, Martinica, Giamaica, isola Margarita a largo del Venezuela, stato del Venezuela, Belize, isole Cayman (in passato, oggi è estinto), Haiti, Guatemala, El Salvador, Panama, Costa Rica, Colombia, Repubblica Dominicana, Cuba, Ecuador, Hispaniola (la seconda isola delle Antille per dimensioni), Honduras, Perù. Negli Stati Uniti d’America, più precisamente, è localizzato nella parte meridionale della Florida.

Ecologia-Habitat

I sui habitat sono molto vari, sapendosi adattare bene sia all’acqua dolce che salata. Lo si ritrova in habitat litoranei, compresi estuari marini, lagune costiere e aree a mangrovie; frequenta anche acque dolci lotiche e lentiche come fiumi, ruscelli, laghi (in quest’ultimo caso anche i laghi salati).

Nella Repubblica Dominicana, vive nel Lago Enriquillo, che oltre a essere la più importante riserva d’acqua naturale di questa repubblica, costituisce, insieme al Parco Nazionale del Lago Enriquillo e dell’isola di Cabritos, la Riserva Naturale a Biosfera di Jaragua-Bahoruco-Enriquillo, un vero e proprio santuario naturale. Riescono a vivere in questo lago ipersalino osmoregolandosi. L’ubicazione più insolita in cui i biologi hanno osservato questo coccodrillo, è nei canali dove scorre acqua salmastra fredda, utilizzata come acqua di raffreddamento per il reattore Nucleare “Turkey Point Nuclear Generating Station” ad Homestead in Florida.

Questa specie di coccodrillo, costruisce anche dei cunicoli profondi all’interno dei quali si racchiude con acqua, per estivare durante la stagione asciutta. Può affrontare anche percorsi piuttosto lunghi, via terra, alla ricerca di un biotopo congeniale ove installarsi.

La dieta consiste principalmente di artropodi acquatici, molluschi e pesci, ma anche di tartarughe, possono nutrirsi anche di uccelli. I piccoli si nutrono di invertebrati acquatici e piccoli pesci. La nutrizione è prevalentemente notturna, spesso sono stati accusati delle sparizioni di animali domestici in varie aree agricole localizzate in prossimità della foresta, questa accusa non dimostrata, è stata una tra le cause delle loro uccisioni.

Secondo alcuni biologi, sono responsabili di occasionali attacchi all’essere umano, sebbene molto rari. Tra il 1930 e il 1960, sono stati soggetti a una pressione venatoria molto elevata per il commercio delle pelli. Il commercio della loro pelle, che fu inizialmente una loro condanna, paradossalmente nel tempo divenne un “primus movens”, per una loro gestione ecosostenibile, mediante l’istituzione di crocodile farms.

Il Crocodylus acutus conta appena 10.000-20.000 esemplari, ma le "farms" lo salveranno © Giuseppe Mazza

Il Crocodylus acutus conta appena 10.000-20.000 esemplari, ma le “farms” lo salveranno © Giuseppe Mazza

Oggi la caccia in natura è illegale, mentre i pericoli maggiori vengono dalla degradazione degli habitat in cui vivono per l’inquinamento, l’urbanizzazione crescente e ad esempio perché convertiti in aree per la zoocoltura, come la piscicoltura, che stanno degradando notevolmente le aree litoranee e a mangrovie.

In Ecuador, sono sempre di più purtroppo le aree a mangrovie che vengono distrutte per fare posto alla piscicoltura; in Nicaragua invece, la caccia di frodo avviene in concomitanza di quella legale per diverse specie di caimani.

Sebbene l’ecologia, l’etologia e la zoologia di questa specie di coccodrillo siano abbastanza note, i dati di biologia di popolazione a disposizione sono piuttosto scarsi; sono urgenti progetti di censimento della popolazione in tutte le aree in cui è frammentata.

Comunque sia, in linea di massima, i biologi sospettano che tranne che negli USA, dove sembra che la popolazione presente stia aumentando e quindi è in salute, e malgrado sia la specie di coccodrillo con la più alta distribuzione tra le specie di loricati del Nuovo Mondo, in più dei 2/3 delle restanti aree sia purtroppo in pericoloso declino.

Tra i paesi dell’America centromeridionale ove è distribuito, quelli in cui sembra che le popolazioni stiano meglio sono il Belize e Cuba; il Crocodylus acutus è protetto da leggi governative, malgrado ciò la caccia di frodo è ancora presente, inoltre pur essendo ben otto gli stati che partecipano a programmi di gestione ecosostenibile per questa specie, o perché le leggi non vengono applicate severamente, o perché la gestione viene fatta da personale non qualificato (non biologi), i risultati sono molto scadenti e il loro numero continua a diminuire. Si sta tentando con la costruzione di crocodile farms, ma è ancora presto per un giudizio complessivo. È probabile che strutture di questo tipo si espanderanno a breve anche in Giamaica e Colombia, lo scopo è quello di liberare esemplari di coccodrillo americano, fatti nascere e allevati ex-situ, in ambiente selvatico, per reintegrare gli stock naturali molto impoveriti; questo metodo è alla base della buona densità di popolazione che questa specie ha a Cuba.

In altre aree, come in Venezuela, i biotopi intatti ci sono, quello che manca o sono troppo pochi, sono gli esemplari di coccodrillo americano, per cui possono essere popolate prelevando gruppi da crocodile farms di altri stati. Nella Riserva Naturale a Biosfera di Jaragua-Bahoruco-Enriquillo della Repubblica Dominicana, nel Lago Enriquillo, esiste una popolazione stabile di 200 esemplari, a cui si aggiunge una riserva genetica di subadulti allevati in cattività.

Negli USA nel 1984, i biologi della “Fish and Wildlife Service” (una struttura equivalente vera e propria in Italia purtroppo non esiste), approntarono un piano di recupero per questa specie di loricato. I punti principali di questo intervento, consistevano nella salvaguardia degli habitat, ad esempio confinandoli nelle are umide e a Mangrovie del Parco Nazionale delle Everglades, che è stato fatto Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO; una gestione ecosostenibile della specie, mediante programmi di educazione ecologica rivolta alla popolazione, con corsi anche nelle scuole di vario livello; utilizzo di biologi qualificati per la gestione di queste aree (e questo in Italia come in altri paesi europei pur essendoci biologi preparati e qualificati, avviene molto di rado e se ne vedono gli effetti negativi); riduzione del tasso di mortalità da investimenti lungo le autostrade e le strade statali, scavando canali sotterranei che permettono agli animali di spostarsi incolumi; totale lotta al bracconaggio con pene severe; divieto anche della caccia legale (e anche questo in Italia e in altri paesi europei è mal regolato, ovviamente ci riferiamo a specie autoctone a rischio); metodi di riproduzione in cattività, mediante le crocodile farms.

I pericoli maggiori che incorrono negli USA, sono la degradazione di biotopi, quali aree paludose a Mangrovie al di fuori delle Everglades; spari e rumori vari; atti di vandalismo, come la distruzione dei nidi e delle uova; investimenti stradali. Nel 1993 in Florida, i biologi hanno contato 34 nidi e questo numero è poi progressivamente aumentato grazie a questo piano di gestione.

Morfofisiologia

Il Crocodylus acutus è una delle specie di loricato più grandi: i maschi mediamente raggiungono i 5 m di lunghezza, con punte di 6-7 m non confermate, le femmine sono più piccole. Negli adulti si osserva un rigonfiamento davanti a ciascun occhio, non presente nei subadulti. L’armatura è caratterizzata da una struttura piuttosto irregolare e ridotta rispetto ad altre specie. Una singola fila di quattro scaglie postoccipitali, immediatamente dietro la testa, può essere osservata chiaramente vicino alle scaglie nucali di dimensioni maggiori.

Nel coccodrillo americano, ma non solo, la coppia degli ultimi denti anteriori, posti nella mascella inferiore, può perforare, crescendo, la mascella superiore. All’apice del muso, sono osservabili delle piccole fossette nella cute pigmentata di nero, che fungono da organi tattili-sensoriali, utilizzati per percepire la presenza di prede sott’acqua. I piccoli hanno una livrea più viva nei colori e uniforme, negli adulti la colorazione diventa olivastra.  Questi coccodrilli hanno un’iride argentea. Il muso è stretto e lungo per essere un coccodrillo. Possiedono 66-68 denti, di cui 5 premascellari, 13-15 mascellari e 15 mandibolari.

Etologia-Biologia Riproduttiva

Le femmine raggiungono la maturità sessuale alla lunghezza di 2,5 m. Secondo l’habitat in cui si trovano, utilizzano varie strategie per la costruzione del nido. Si tratta in genere di buche, da tumulare appena deposte le uova. Sono ben drenate, e quando per la natura del terreno, troppo duro, non riescono a scavare, edificano dei nidi col fango o qualsiasi materiale utile allo scopo. Per evitare l’acqua delle piene, che durante la stagione delle piogge possono inondare i nidi annegando le uova, la deposizione avviene nella stagione asciutta, dopo un periodo di corteggiamento che dura circa due mesi. Il numero minimo di uova deposte è pari a 20, ma possono oscillare tra 30-60, mediamente sono 38. Può accadere che due femmine depongano nel medesimo nido.

La schiusa avviene dopo circa 90 giorni d’incubazione, con l’approssimarsi della stagione delle piogge. Le cure omoparentali sembrano avere livelli diversi, secondo alcuni biologi le madri danno la minima protezione e attenzione sia verso il nido, una volta deposte le uova e anche verso i piccoli nati, lasciandoli al loro destino, secondo altri biologi invece, il livello delle cure parentali è molto più alto, con la madre che si pone, dopo la deposizione delle uova, vicino il nido e proteggendo i piccoli dopo la schiusa da varie specie di predatori come gatti selvatici, i procioni , uccelli predatori e pesci di grossa taglia.

I biologi hanno osservato che i piccoli di questa specie vocalizzano meno di quelli di altre specie. Secondo tali scienziati, questa carenza di vocalizzazione è da ricondurre all’elevata pressione venatoria cui questo coccodrillo fu sottoposto durante il secondo quarto del secolo XX, una forma di rapido adattamento ecoetologico, adottato per sopravvivere; in sostanza “non mi faccio sentire, non mi faccio uccidere”.

 

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