Cyphophoenix elegans

Famiglia : Arecaceae


Testo © Pietro Puccio

 

La specie è endemica della Nuova Caledonia nordorientale dove cresce nelle foreste umide su suoli rocciosi acidi in prossimità di corsi d’acqua, fino a circa 500 m di altitudine.

Il nome generico è la combinazione dell’aggettivo greco “κυφός” (cyphos) = gobbo, gibboso e del genere Phoenixcon riferimento al residuo dello stigma sul frutto; il nome specifico è l’aggettivo latino “elegans, -antis” = elegante, con ovvio riferimento.

La Cyphophoenix elegans (Brongn. & Gris) H.Wendl. ex Salomon (1887) è una specie monoica inerme a fusto solitario, eretto, di colore verde, liscio, di 8-10 m di altezza e 10-18 cm di diametro, con le tracce anulari prominenti dell’attaccatura delle foglie cadute. Le foglie, su un picciolo lungo 10-25 cm, sono pennate, arcuate, lunghe fino a circa 2 m, con 25-27 foglioline lineari con apice acuto, lunghe fino a 1,1 m e larghe 3,5 cm nella parte centrale, rigide, regolarmente disposte lungo il rachide a formare una V rivolta verso l’alto, di colore verde intenso lucido superiormente, più chiaro inferiormente e provviste di ramenta (minuscole scaglie allungate) brune e contorte lungo la nervatura centrale.

Cyphophoenix elegans, Arecaceae

Poco coltivata per crescita lenta, la Cyphophoenix elegans della Nuova Caledonia resiste anche a brevi gelate © Giuseppe Mazza

La base fogliare tubolare, di colore verde oliva e ricoperta da un sottile tomento grigiastro, avvolge interamente il fusto per una lunghezza di 60-90 cm. Infiorescenze, su un corto peduncolo, sotto le foglie (infrafogliari), erette, ramificate, fino a 70 cm di lunghezza e 1,3 m di larghezza, inizialmente di colore rossastro, con fiori unisessuali disposti in triadi (un fiore femminile in mezzo a due fiori maschili); le infiorescenze sono proterandre (i fiori maschili maturano prima di quelli femminili, ciò evita l’autofecondazione favorendo quella incrociata).

Frutti ovoidi, di circa 2 cm di lunghezza e 1,5 cm di diametro, di colore da rosso arancio a bruno rossastro a maturità, con il residuo dello stimma all’apice, contenenti un solo seme ovoide di circa 1,7 cm di lunghezza e 0,7 cm di diametro.

Si riproduce per seme in terriccio acido drenante mantenuto umido alla temperatura di 26-28 °C, con tempi di germinazione a partire da 2 mesi.

Elegante di nome e di fatto e di dimensioni contenute, quindi utilizzabile anche come ornamento dei piccoli giardini delle zone a clima tropicale, subtropicale e temperato caldo più miti dove può resistere a temperature intorno a -3 °C. Preferisce terreni acidi ricchi di sostanza organica, una leggera ombreggiatura iniziale ed elevata umidità atmosferica e nel suolo, ma si adatta anche a terreni leggermente alcalini, al pieno sole e a brevi periodi di secco. Il principale svantaggio è la velocità di crescita specie nei primi anni di vita, già piuttosto bassa in natura, che lo diventa ancora di più in coltivazione man mano che ci si allontana dalle condizioni ideali di clima e di suolo. In particolare nei climi di tipo mediterraneo la crescita diventa estremamente lenta, situazione che può essere solo in parte mitigata con regolari e abbondanti irrigazioni durante il periodo estivo e opportune concimazioni con prodotti bilanciati con microelementi sotto forma di chelati. Non stupisce pertanto il fatto che non sia regolarmente offerta nei vivai e che sia presente quasi esclusivamente in giardini botanici e in collezioni di appassionati.

Per la riduzione progressiva del suo habitat, il numero limitato di individui, i frequenti incendi e la presenza di cervi, ratti e maiali che ne limitano la naturale rigenerazione, è stata inserita (2016) nella lista rossa della IUCN (International Union for Conservation of Nature) tra le specie ad altissimo rischio di estinzione nel prossimo futuro (“Endangered”).

Sinonimi: Kentia elegans Brongn. & Gris (1864).

 

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