Dendrobium archipelagense

Famiglia : Orchidaceae


Testo © Prof. Pietro Pavone

 

Dendrobium archipelagense è un’orchidea epifita descritta solo nel 2002, endemica dell’arcipelago di Bismarck.

Dendrobium archipelagense è un’orchidea epifita descritta solo nel 2002, endemica dell’arcipelago di Bismarck © Giuseppe Mazza

Dendrobium archipelagense Howcroft & W.N.Takeuchi (2002) è una specie della famiglia Orchidaceae, sottofamiglia Epidendroideae, tribù Malaxideae, sottotribù Dendrobiinae endemica dell’arcipelago di Bismarck al largo della Papua Nuova Guinea. Vive sugli alberi costieri della foresta pluviale di pianura fino a circa 250 m sul livello del mare.

Dendrobium archipelagense è una nuova specie descritta nel 2002 da Neville Henry Simco Howcroft (1938-) e Wayne N. Takeuchi (1952-) nella pubblicazione SIDA, Contributions to botany vol. 20: 464- 466 2002.

In precedenza questa specie era inclusa in Dendrobium strepsiceros J.J. Sm. (1912) ma ad una attenta analisi si sono viste differenze nella forma e nell’estensione del labello, nei lobi mediani e laterali e nella cresta mediana del callo, sicché è stata ritenuta una specie a sé stante. Inoltre, per queste caratteristiche del labello Dendrobium archipelagense è più simile a Dendrobium antennatum Lindl. (1843) e non a Dendrobium strepsiceros.

Il nome del genere è la combinazione dei sostantivi greci “δένδρον” (dendron), albero e “βίος” (bios), vita, per le numerose specie del genere che vivono sugli alberi traendo nutrimento dall’atmosfera umida tipica delle foreste equatoriali.

Il nome specifico fa riferimento alle località di rinvenimento che è l’Arcipelago di Bismarck.

In lingua inglese è comunemente chiamata: The Archipelago Dendrobium.

Il genere Dendrobium è uno dei più grandi della famiglia Orchidaceae. Annovera 1500-2200 specie, volgarmente dette orchidee bambù, presenti in habitat molto diversi, con un areale molto ampio. Infatti, sono distribuite dall’Asia tropicale e subtropicale all’Oceania, tra cui India, Sri Lanka, Himalaya, Myanmar, Tailandia, Indocina, Cina, Giappone, Malesia, Indonesia, Australia, Nuova Guinea e Isole del Pacifico.

Sono generalmente piante epifite, e come tali sono limitate ad aree con precipitazioni da moderate a elevate come le pianure tropicali fino ad altitudini più elevate ai tropici o in zone più fresche con precipitazioni annuali elevate e una stagione secca che non supera i 6 mesi. Vivono sui rami degli alberi appena sopra il limite del bosco. Sono presenti nelle foreste palustri mentre nelle regioni temperate riescono a tollerare condizioni più secche. Sono assenti nei boschi aridi, nei deserti e semi-deserti, negli ambienti freddi alpini.

Le specie di Dendrobium variano in dimensioni; da piante piccole come Dendrobium moniliforme (L.) Sw. a piante alte diversi metri come Dendrobium discolor Lindl.

Circa 40 specie di Dendrobium sono comunemente utilizzate nella medicina tradizionale cinese e alcune di esse, come Dendrobium catenatum Lindl., stanno scomparendo a causa dell’eccessivo sfruttamento. Anche la raccolta eccessiva di specie ornamentali e la distruzione degli habitat, per incendi e per disboscamenti, sono causa di estinzione di molte specie di questo genere.

Infiorescenza di Dendrobium archipelagense.

Ha corti rizomi e pseudobulbi lunghi anche 50 cm. Recano una o più infiorescenze erette con un rachide di circa 40 cm e 5-10 fiori per racemo © Giuseppe Mazza

Recentemente sono state approntate tecniche per migliorare la capacità germinativa dei semi delle piante a rischio di estinzione. La germinazione asimbiotica in vitro di semi immaturi è una di queste e viene utilizzata per accelerare e aumentare l’efficienza della germinazione mantenendo la variabilità genetica insita nei semi. Per le piante di utilizzo commerciale, piuttosto che la propagazione per seme, si ricorre alla micropropagazione utilizzando l’apice del germoglio o la coltura di gemme ascellari.

Il genere Dendrobium è stato istituito, a seguito della descrizione di diverse specie in esso incluse, dal botanico e tassonomista svedese Olof Peter Swartz (1760 -1816) nella pubblicazione Nova Acta Regiae Societatis Scientiarum Upsaliensis. Uppsala ser. 2, 6: 82 (1799). Questo genere è caratterizzato da infiorescenze che si formano nella parte superiore del germoglio, da sepali laterali che formano una struttura, detta mentum, con il piede della colonna e da quattro masse polliniche. Una particolarità evolutiva, propria ed esclusiva di questo genere, è che il rostello è cavo e rigonfio e quando sfiorato rilascia un liquido opaco simile a una colla per migliorare l’adesione dei granuli pollinici allo stigma.

La tassonomia del genere Dendrobium è abbastanza complessa a causa della diversità morfologica, dell’ampio areale di distribuzione, del gran numero di specie e delle differenze morfologiche interne alle stesse specie dovute anche a fenomeni di convergenza.

Fiore di Dendrobium archipelagense.

I fiori ad ampia apertura, di colore verde pallido che vira al giallo-verde con l’età, misurano 4,0-5,5 x 3,5 cm © Giuseppe Mazza

È noto, infatti, che molte specie di Dendrobium sono morfologicamente simili e la loro identificazione è basata su particolari caratteri morfologici visibili solamente durante la fioritura. Con i risultati delle analisi molecolari è stato possibile migliorare la tassonomia, anche se esistono ancora incertezze e il dibattito fra gli specialisti è ancora aperto.

Nel 2015, Chase e collaboratori hanno proposto una nuova classificazione della famiglia Orchidaceae (An updated classification of Orchidaceae. – Botanical Journal of Linnean Society 177: 151-174 2015) che tiene conto dei dati di letteratura pubblicati di recente.

Dendrobium archipelagense è una pianta epifita con corti rizomi e pseudobulbi subcilindrici fino a 50 x 1-2 cm, rigonfi alla base, più sottili all’apice, con guaine nodali persistenti più corte degli internodi. Le foglie sono distiche, lanceolato-ovate, coriacee, 7,5-9,5 x 2,0-3,0 cm; leggermente concave nella pagina superiore con margine intero e apice leggermente incavato (emarginato).

In genere il loro colore varia da verde a giallo-verde a seconda l’esposizione alla luce. Le infiorescenze, una o più per pseudobulbo, sono racemose, erette, di norma inserite all’apice, con peduncolo lungo circa 9 cm e con asse principale (rachide) di circa 40 x 0,2-0,3 cm. I fiori, ad ampia apertura (4,0-5,5 x 3,5 cm), sono 5-10 per racemo, di colore verde pallido che vira al giallo-verde con l’età.

Nei luoghi di origine iniziano a comparire nel mese di gennaio. Il sepalo mediano è ricurvo, ritorto di un giro, oblungo-lanceolato (2-2,6 x 0,6-0,7 cm), con apice acuminato. I sepali laterali sono ricurvi, oblungo-lanceolati (2,5-3,3 x 0,9 cm), adnati al piede della colonna e a parte del labbro per formare un particolare sperone, detto mentum, di 0,1-3 cm. I petali sono attorcigliati di uno o due giri, allargati, lineari, di 3-4,5 x 0,25-0,4 cm, con apice acuto. Il labello, di colore simile ai sepali e ai petali ma con venature rossicce, è dritto, trilobato, (2-2,3 x 1-1,5 cm) con lobi laterali oblungo-ellittici (1,15 x 1,5 cm). Il callo ha 5 carene leggermente rialzate bordate di viola, quelle laterali non si estendono oltre la base del lobo medio ma quella mediana si estende fino all’apice. L’ovario è glabro, lungo 0,9 cm e la colonna è di 0,5 cm con apice lateralmente bilobato.

Il perianzio è persistente sul frutto. Contemporaneamente alla produzione dei nuovi fiori vengono rilasciati i semi dai frutti formati l’anno precedente.

Dendrobium archipelagense è una specie iscritta nell’Appendice II della Convenzione di Washington (CITES) che ha lo scopo di tutelare le specie animali e vegetali a rischio di estinzione, impedendone la loro esportazione e detenzione. È inserita anche nella lista rossa dell’International Union for Conservation of Nature (IUCN) nella categoria di “Rischio minimo” (LC, Least concern).

In coltivazione la pianta richiede temperature calde, buona luminosità, elevata umidità atmosferica nella misura di 60-80% e un’adeguata ventilazione. Qualsiasi substrato va bene, l’importante è che dreni molto. Le annaffiature, con acqua piovana, da osmosi inversa o demineralizzata, devono essere abbondanti durante la stagione di crescita mentre durante l’inverno si devono ridurre fino alla comparsa di nuovi germogli. Le concimazioni vanno fatte durante il periodo vegetativo preferibilmente con prodotti specifici per le orchidee, bilanciati, idrosolubili e con microelementi, nella misura di ½ – ¼ della dose consigliata sulla confezione.

Particolare ingrandito del caratteristico labello.

Particolare ingrandito del caratteristico labello. Ha un colore simile ai sepali e ai petali ma con venature rossicce. Si presenta dritto, trilobato, con lobi laterali oblungo-ellittici. Il callo mostra 5 carene leggermente rialzate. Quelle laterali non si estendono oltre la base del lobo medio ma la mediana raggiunge l’apice © Giuseppe Mazza

Come molti Dendrobium, questa specie dovrebbe essere rinvasata quando necessario e solo in primavera. Si può riprodurre per seme, per micropropagazione e per divisione dei cespi alla ripresa vegetativa con almeno 3-4 pseudobulbi uniti tra loro.

Di Dendrobium archipelagense esistono ibridi e cultivar.

L’ibrido Dendrobium Yam Ah Mee, registrato presso la Royal Horticultural Society da Gardens By The Bay nel 2013, è originato dall’incrocio di Dendrobium Tandi × Dendrobium archipelagense.

Dendrobium Anna Maria, registrato da E. P. Hendra il 14/02/2020 presso la Royal Horticultural Society, è stato ottenuto per incrocio fra Dendrobium Black Spider × Dendrobium archipelagense.

Tra le cultivar premiate di recente citiamo: Dendrobium archipelagense ‘Irene’, Dendrobium archipelagense ‘Grasshopper’ e Dendrobium archipelagense ‘Ginny’.

 

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