Dendrobium nobile

Famiglia : Orchidaceae


Testo © Pietro Puccio

 

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Il Dendrobium nobile è epifita o litofita, con fusti nodosi di 20-70 cm e fiori di 6-8 cm © G. Mazza


La specie è originaria del Bangladesh, Bhutan, Cina (Guangxi, Guizhou, Hainan, Hong Kong, Hubei, Sichuan, Xizang e Yunnan), India, Laos, Myanmar, Nepal, Taiwan, Thailandia e Vietnam, dove cresce epifita sui tronchi degli alberi o litofita sulle rocce tra 500 e 1700 m di altitudine.

Il nome generico è la combinazione dei termini greci “déndron” = albero e “bios” = vita, con riferimento alle numerose specie del genere che vivono sugli alberi; il nome specifico è il termine latino “nobilis, e” = nobile.

Nomi comuni: cane orchid (inglese); jin-chai-shi-hu (cinese); orquídea olho-de-boneca (portoghese-Brasile).

Il Dendrobium nobile Lindl. (1830) è una specie epifita o litofita con fusti nodosi ravvicinati, eretti, leggermente compressi e scanalati, lunghi 20-70 cm, di colore verde giallastro e foglie coriacee persistenti per due anni, alterne, distiche, oblunghe, di 6-10 cm di lunghezza e 1-3 cm di larghezza.

Infiorescenze in inverno-primavera ai nodi dei fusti di due o più anni di età portanti 1-4 fiori di 6-8 cm di diametro con sepali e petali generalmente di colore bianco, più o meno sfumato di rosa porpora all’estremità, e labello con macchia rosso porpora al centro, profumati.

I sepali sono oblunghi con apice appuntito di circa 3,5 cm di lunghezza e 1,5 cm di larghezza, i petali sono ovati, della stessa lunghezza dei sepali e larghi 2-2,5 cm con margini lievemente ondulati, il labello è obovato, pubescente, lungo 4 cm e largo circa 3 cm con la base avvolgente la colonna lunga circa 0,5 cm.

Si riproduce per seme, in vitro, micropropagazione, divisione e tramite le giovani piante che si formano ai nodi che non hanno portato fiori (in gergo “keiki”, che in hawaiano significa “figli”), che possono essere rimossi quando hanno formato un buon apparato radicale; keiki si possono formare anche dai nodi dei fusti posti orizzontalmente, interi o a porzioni di circa 15 cm, su sfagno mantenuto costantemente umido.
Con i suoi numerosi ibridi e varietà è forse il più popolare e da più tempo coltivato dei Dendrobium per la bellezza e delicatezza dei suoi fiori di lunga durata, 4-6 settimane.

Esistono vari ibridi, che rifioriscono facilmente anche in casa © Giuseppe Mazza

Esistono vari ibridi, che rifioriscono facilmente anche in casa © Giuseppe Mazza


Di facile coltivazione se si rispettano le sue esigenze minime che discendono dalle caratteristiche climatiche dei luoghi di origine, in particolare un periodo di riposo fresco e asciutto di 4-8 settimane in autunno inverno, con temperature notturne intorno a 10-14 °C, con valori più elevati al posto dei fiori si formano giovani piante (“keiki”); solo alcuni ibridi recenti non necessitano di questo periodo per fiorire e sono di conseguenza più facili da coltivare.

In primavera-estate richiede elevate temperature ed umidità con frequenti innaffiature al mattino, regolari concimazioni fino ad agosto ed una leggera ombreggiatura, in autunno le innaffiature vanno diradate fino ad essere quasi sospese, evitando però di fare raggrinzire eccessivamente i fusti, posizionando la pianta in luogo fresco e molto luminoso, anche sole diretto per alcune ore al giorno, come una finestra esposta a sud se si coltiva in appartamento, con una buona circolazione dell’aria.

All’apparire delle gemme floreali aumentare gradatamente la frequenza delle innaffiature per poi riprenderle regolarmente allo spuntare delle nuove radici. Utilizzare per le innaffiature e nebulizzazioni acqua piovana, da osmosi inversa o demineralizzata; le concimazioni, opportunamente distribuite in modo da evitare accumulo di sali, vanno fatte preferibilmente con prodotti bilanciati idrosolubili, con microelementi, a metà dose, o meno, di quella consigliata sulla confezione.

Può essere montato su corteccia, tronchi, zattere di sughero o di radici di felci arborescenti oppure coltivato in vasi di piccole dimensioni con composto molto drenante e aerato, che può essere costituito da frammenti di corteccia (bark) di media pezzatura, sfagno e carbone. Rinvasi, trapianti e divisioni vanno effettuati alla fine della fioritura.

I fusti freschi o essiccati, che contengono diversi alcaloidi, tra cui il più abbondante è la dendrobina, sono utilizzati nella medicina tradizionale cinese per varie patologie; la dendrobina viene anche estratta industrialmente ed esportata, il che ha contribuito alla rarefazione della specie in natura.

La specie è iscritta nell’appendice II della CITES (specie per la quale il commercio è regolamentato a livello internazionale).

Sinonimi: Dendrobium coerulescens Wall. ex Lindl. (1838); Dendrobium lindleyanum Griff. (1851); Callista nobilis (Lindl.) Kuntze (1891); Dendrobium formosanum (Rchb.f.) Masam. (1933).

 

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