Dendrobium secundum

Famiglia : Orchidaceae


Testo © Pietro Puccio

 

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I fiorellini del Dendrobium secundum guardano tutti, semichiusi, nella stessa direzione © Giuseppe Mazza

La specie è originaria del Sud-est asiatico (Borneo, Cambogia, Filippine, Isole Andamane, Isole Nicobare, Giava, Laos, Malaysia Peninsulare, Myanmar, Piccole Isole della Sonda, Sulawesi, Sumatra, Thailandia e Vietnam), dove cresce nelle foreste semidecidue, fino a circa 600 m di altitudine, in aree con clima spiccatamente stagionale.

Il nome generico è la combinazione dei termini greci “déndron” = albero e “bios” = vita, con riferimento alle numerose specie del genere che vivono sugli alberi; il nome specifico è l’aggettivo latino “secundus” = secondo, seguente, con riferimento ai fiori rivolti nella stessa direzione.

Nomi comuni: tooth-brush orchid (inglese).

Il Dendrobium secundum (Blume) Lindl. (1829) è una specie epifita con pseudobulbi fino a circa 80 cm di lunghezza e 1,8 cm di diametro, eretti o semipendenti, cilindrici, assottigliati sia alla base che all’apice, scanalati quando maturi, portanti foglie oblunghe alterne, opposte, lunghe fino a 10 cm e larghe 4 cm.

Infiorescenze racemose, generalmente singole, dai nodi presso l’apice degli pseudobulbi maturi privi di foglie, lunghe 7-15 cm, portanti numerosi fiori, 40-60, rivolti tutti verso la stessa direzione, lunghi 1,6 cm e larghi 0,6 cm, cerosi, di colore da rosa pallido a porpora, raramente bianco, con labello arancio all’apice, che rimangono semichiusi.

I sepali sono ovati con apice appuntito, i due laterali, fusi insieme alla base della colonna, formano una specie di sperone lungo quasi quanto i sepali, i petali sono simili, ma più piccoli ed il labello è ovato; i fiori durano 2-3 settimane e sono leggermente profumati.

Si riproduce per seme, in vitro, micropropagazione e divisione, con ciascuna sezione provvista di 3-4 pseudobulbi.

Specie poco coltivata a livello amatoriale, richiede durante il periodo vegetativo temperature, umidità e luminosità elevate, con regolari innaffiature, ma lasciando asciugare il composto, se in vaso, prima di ridare acqua, completata la crescita, fare osservare in inverno un periodo di secco, con temperature leggermente più fresche, per indurre la fioritura, fino all’apparire della nuova vegetazione; fondamentale una costante buona ventilazione.

Per le innaffiature e nebulizzazioni utilizzare acqua piovana, da osmosi inversa o demineralizzata; le concimazioni, opportunamente distribuite in modo da evitare accumulo di sali, vanno fatte durante il periodo vegetativo preferibilmente con prodotti bilanciati idrosolubili, con microelementi, a ¼ di dose di quella consigliata sulla confezione.

Per il portamento semipendente e per permettere alle radici di asciugarsi velocemente tra le innaffiature va preferibilmente montato su corteccia, tronchi, zattere di sughero o di radici di felci arborescenti, se coltivato in vaso sceglierne uno di piccole dimensioni con composto molto drenante e aerato, che può essere costituito da frammenti di corteccia (bark) di media pezzatura con aggiunta di perlite e frammenti di carbone.

La specie è iscritta nell’appendice II della CITES (specie per la quale il commercio è regolamentato a livello internazionale).

Sinonimi: Pedilonum secundum Blume (1825); Dendrobium bursigerum Lindl. (1859); Dendrobium heterostigma Rchb.f. (1859); Callista bursigera (Lindl.) Kuntze (1891); Callista secunda (Blume) Kuntze (1891); Pedilonum bursigerum (Lindl.) Rauschert (1983).

 

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