Egretta garzetta

Famiglia : Ardeidae

GIANFRANCO.gif
Testo © Dr. Gianfranco Colombo

 

Egretta garzetta, Ardeidae, garzetta

Presente con tre sottospecie in Europa, Asia, Africa ed Australia, la Egretta garzetta si distingue per il becco nero e l’eleganza dal tozzo airone guardabuoi (Bubulcus ibis) © Gianfranco Colombo

Nel paleartico tutti conoscono la garzetta o perlomeno i più attenti l’hanno sicuramente osservata attraversando le campagne mentre si invola con grande eleganza oppure riposa indisturbata sul ciglio di fossi e strade.

Nei decenni scorsi in Europa, era forse l’unico airone bianco presente nel nostro territorio prima dell’arrivo improvviso dell’airone guardabuoi e dell’airone bianco maggiore quest’ultimo alquanto inconsueto in passato.

Non è difficile rilevare la sua presenza anche se posata lontano, in quanto il suo colore candido si staglia nitidamente nel verde dell’ambiente in cui vive, in particolare in aperta campagna, habitat sempre più frequentato sebbene sia specie di ambienti acquatici, di paludi e di canneti.

Egretta garzetta, Ardeidae, garzetta

Più difficile notare, da lontano, la differenza con l’airone bianco maggiore (Ardea alba) che però è grande quasi il doppio, con 160 cm d’apertura alare contro 90 cm, ed ha le zampe tutte nere © Gianfranco Colombo

Gli inglesi, sicuramente i più esperti nell’arte ornitologica ed al tempo stesso i meno formalizzati nell’affibbiare i nomi comuni agli uccelli onde semplificarne l’identificazione ed evitare confusioni con altre specie, l’hanno semplicemente battezzata “Little Egret”, piccola egretta, distinguendola dalla “Great white Egret”, grande egretta (Ardea alba) e dalla “Cattle Egret”, l’airone guardabuoi (Bubulcus ibis).

Ciò nonostante, come vedremo, non è assolutamente piccola tanto da essere spesso confusa dai non esperti col suddetto airone bianco maggiore di cui ricalca colore e comportamenti. Solo un confronto diretto fa capire con immediatezza le diverse dimensioni delle due specie.

La Garzetta (Egretta garzetta Linnaeus, 1766) appartiene all’ordine dei Pelecaniformes ed alla famiglia degli Ardeidae, uccelli molto comuni e presenti in ogni parte del mondo.

Questo volatile insieme a tanti altri del suo gruppo, sono stati oggetto di caccia spietata a cavallo fra il XIX e XX secolo per le loro stupende piume vaporose che venivano usate dalle modisterie dell’epoca per adornare i vestiti ed i cappelli di signore alla moda. Oltretutto la cattura avveniva principalmente nel periodo degli accoppiamenti quando queste penne, così particolari ed eleganti, corredo essenziale per le parate amorose e la formazione delle coppie, adornavano le livree di questo uccello.

Non solo questa specie ma anche l’airone bianco maggiore (Ardea alba) ne era vittima inconsapevole ed involontaria di questa frivola attrattiva.

Le cronache del tempo riportano che negli anni di fine XIX secolo, la sola Inghilterra commercializzava oltre 2 milioni di pelli di garzette all’anno per la modisteria, con grave nocumento alle popolazioni di questo uccello, tanto fu che nel Regno Unito si estinse e le popolazioni europee ne subirono drammatiche conseguenze.

Come poi accadde, la moda passò la mano ad altre illusorie iniziative e questi uccelli ne godettero prontamente i benefici, anche a seguito di aggiornate legislazioni che ne proteggevano le sorti.

L’etimologia del binomio scientifico di questa specie è forse uno delle pochissime che non traggono la derivazione né dall’antico greco né dalla lingua latina. Infatti entrambi i nomi hanno radici volgari e riportano appellativi dialettali arrivati a noi attraverso secoli di tradizione orale tanto lontani da far perdere le tracce sulla reale provenienza del nome originale.

Egretta dal Provenzale “aigron” = airone nella versione vezzeggiativa aigrette, per distinguerla dai consimili di maggiori dimensioni ma l’origine molto probabilmente è addirittura germanica “heigir” poi divenuto “aghirone” e successivamente trascritto airone in Italia ed “aigron” in Francia.

Egretta garzetta, Ardeidae, garzetta

Qui i piedi sono di un giallo intenso che tende al rosso arancio nel periodo riproduttivo, quando il capo è ornato da lunghi ciuffi filiformi, il petto da barbe ed il dorso dalle famose “aigrettes” le leggiadre e vaporose piume nuziali, molto usate dalle modisterie della Belle Époque per adornare i vestiti ed i cappelli delle signore più eleganti © Gianfranco Colombo

Altrettanto per garzetta che proviene dall’omonimo nome dato nelle campagne lombarde a questo piccolo airone, sgarzetta o garzetta che sembra però derivato a sua volta dallo spagnolo del XIV secolo “garceta” che di nuovo sembra provenga dall’arabo “ḡarzah”, un oggetto puntuto contundente, forse come il becco della garzetta. Ma gli spagnoli d’Asturia usano il termine “garceta” per indicare una ciocca di capelli lunghi che coprono la nuca, riportandoci di nuovo e finalmente alla realtà morfologica di questo uccello.

Attraverso queste divagazioni, comunque sempre da interpretare, si può capire come nell’antichità, periodi che consideriamo spesso bui ed ermetici, i diversi linguaggi percorressero e perforassero ogni barriera territoriale, senza limitazione di confini.

In Europa viene comunemente chiamata Little Egret in inglese, Seidenreiher in tedesco, Garceta común in spagnolo, Aigrette garzette in francese e Garça-branca-pequena in portoghese.

Egretta garzetta, Ardeidae, garzetta

Si nutre di pesci ed anfibi, spesso girini come nella foto, ma anche d’insetti, piccoli roditori, bisce e nidiacei d’altre specie © Gianfranco Colombo

Zoogeografia

La garzetta è diffusa in Europa, in Asia, in Africa ed in Australia con diverse sottospecie proprie dei singoli territori occupati.
Sono state classificate tre sottospecie: Egretta garzetta nigripes, propria dell’estremo sudest asiatico inclusa la Nuova Guinea, Egretta garzetta immaculata, dell’Australia ma per molti considerata appartenente al ceppo precedente e la Egretta garzetta garzetta dell’Europa, Africa e parte rimanente dell’Asia.

In precedenza venivano considerate sottospecie anche l’Airone schistaceo (Egretta gularis) dell’Africa e Medio Oriente e la Garzetta dimorfica (Egretta dimorpha) dell’Africa orientale e delle vicine isole dell’Oceano Indiano.
Il territorio asiatico occupato dalla garzetta riguarda solo l’area tropicale a sud delle catene himalayane, la parte meridionale della Cina e la penisola indocinese.

Egretta garzetta, Ardeidae, garzetta

L’Egretta garzetta vive generalmente isolata ma si riproduce gomito a gomito in dense garzaie © Colombo

Manca storicamente nelle Americhe ma negli ultimi decenni si è assistito ad una graduale e progressiva conquista territoriale che sembra preludere ad una futura e rapida occupazione totale dell’intero continente.

In Europa è presente diffusamente, in particolare nell’area centro continentale e mediterranea, mentre tralascia le zone più a nord dove le temperature sono più rigide. È un uccello migratore per quanto attiene le popolazioni continentali e occupanti i limiti nord dell’areale con movimenti verso sud che possono raggiungere anche quartieri africani subsahariani.

Le popolazioni mediterranee sono invece stanziali e spesso si assommano durante l’inverno, alle popolazioni migratorie provenienti da nord, aumentando notevolmente la loro densità nei territori di svernamento.

Le popolazioni tropicali sono invece stanziali e sono soggette a brevi erratismi nella stagione secca per la ricerca di ambienti acquatici adatti.

Sovente, durante il periodo post riproduttivo, i giovani sono soggetti a movimenti erratici senza meta che li possono portare anche verso nord fin tanto che la situazione meteorologica non li induce successivamente a rapide rettifiche ed inversioni di rotta verso i corretti quartieri invernali.

Ecologia-Habitat

La garzetta abita ambienti legati alla presenza di acqua e raramente frequenta zone aride se non molto prossime a specchi d’acqua o paludi.

Laghetti e canneti paludosi, sponde di corsi d’acqua e rivoli di campagna, risaie e campi allagati, qualsiasi ambiente che abbia acqua, possibilmente chiara e fresca, vede la presenza assidua di questa specie.

Si raduna occasionalmente in stormi numerosi, in particolare nei periodi postproduttivi oppure precedente o durante la migrazione ma il tipico comportamento della garzetta, sono i gruppetti di pochissime unità, sovente singolarmente che silenziosamente e di soppiatto passeggiano lentamente nell’acqua a caccia di piccole prede.

Al contrario dell’Airone guardabuoi (Bubulcus ibis) uccello molto più sociale che si raduna abitualmente in gran numero e con i quali convive, la garzetta preferisce la solitudine e quando casualmente vicini, mantiene sempre una debita distanza da loro come se volesse distinguere la sua eleganza dalla loro goffaggine.

Quasi indistinguibili per i non addetti, queste due specie sono ormai parte del panorama agreste delle pianure ed acquitrini dell’Europa mediterranea. È una specie in espansione anche in Europa, con spinte fruttuose e costanti verso il nord del tradizionale areale.

Egretta garzetta, Ardeidae, garzetta

Il nido è una piattaforma di rametti con 4-6 uova covate dai genitori per tre settimane © Museo Civico di Lentate sul Seveso

Morfofisiologia

La garzetta è facilmente confondile in Europa con l’airone bianco maggiore (Ardea alba) e l’airone guardabuoi (Bubulcus ibis) anche se un occhio esperto sa facilmente rilevarne le diverse caratteristiche.

Ha livrea totalmente bianca candida in qualsiasi stagione dell’anno, con becco e zampe nere corvino e dita e piedi giallo intenso che tende all’arancione nel periodo di massimo vigore riproduttivo. Le guance durante il periodo nuziale diventano di color azzurrognolo e la livrea si arricchisce di lunghe penne dorsali, vaporose e leggiadre, chiamate appunto aigrettes e oggetto principale del bottino di cui la modisteria del tempo faceva man bassa.

A corredo di questa elegante livrea si aggiungono alcune penne molto allungate e filiformi che pendono dalla nuca e che si muovono ad ogni minimo spostamento della testa ed altrettante che pendono dal collo come un vaporoso e fluente grembiule. Iride giallo perlaceo. Non vi è distinzione fra i sessi. I giovani hanno colore meno candido seppur sempre bianco.

Si distingue dall’airone guardabuoi innanzitutto per l’eleganza del portamento avendo una silhouette molto più slanciata con collo più lungo e snello, oltre che per il becco molto appuntito che nel guardabuoi e quasi sempre giallastro. Nel volo entrambe le specie tengono il collo ad “esse” raccolto sul tronco, come è tipico degli ardeidi ma la garzetta ha ali più allungate ed un battito meno frequente. Le dimensioni non sono certo paragonabili a quelle del cugino airone bianco maggiore che sono praticamente il doppio ma sono sempre ragguardevoli. Misura in lunghezza circa 60 cm, un’apertura alare di 90 cm ed un peso medio di 400 g.

Negli altri continenti la garzetta ha conspecifici molto simili e di difficile distinzione. Per citarne alcuni, nel nord America è quasi indistinguibile dalla Garzetta nivea (Egretta thula), in Africa si può facilmente confondere con la Garzetta intermedia (Egretta intermedia), nel Medio Oriente con l’Airone schistaceo (Egretta gularis) quando è nella sua fase bianca ed in Australia con l’Egretta sacra (Egretta sacra) nella fase candida.

Etologia-Biologia riproduttiva

Tanto è isolata durante le attività di alimentazione, quanto è sociale nel periodo di nidificazione.

Egretta garzetta, Ardeidae, garzetta

I piccoli nascono scaglionati e rimangono nel nido per circa 40 giorni © Museo Civico di Lentate sul Seveso

La garzetta usufruisce delle garzaie miste per nidificare, spartendo le aree comuni con tutti gli altri ardeidi. La stessa garzetta non è intimorita dalla presenza di altri esemplari della medesima specie a pochi metri dal proprio nido, anche se come è d’uso, le distanze di rispetto fra i nidi sono praticamente date dalla sommatoria della lunghezza dei colli dei due confinanti sommate agli aguzzi becchi, con i quali si inviano regolarmente puntuti messaggi di avvertimento.

L’utilità e l’efficacia di una forza comune per la difesa della colonia contro eventuali aggressori, fa scordare ogni tipo di antagonismo fra gli abitanti dello stesso insediamento.

Il nido è un semplice ammasso di rametti appoggiati uno sull’altro fino a formare una piattaforma che viene poi arredata con materiale più soffice e confortevole.

Dopo un breve ma intenso corteggiamento, nel quale il maschio mostra impudentemente tutta la sua vaporosa livrea, rallegrata da gracidii e versacci di pessima musicalità ma eccitanti per il partner, il nido viene occupato e vengono deposte 4-6 uova di colore azzurrognolo, covate da entrambi i partner per tre settimane.

I piccoli nidiacei nascono in tempi diversi per cui a volte vi è una notevole differenza fra il primogenito e l’ultimo nato, causando frequentemente la morte di questi ultimi per il sopravvento dei fratelli maggiori. Rimangono nel nido per circa 40 giorni ma nelle ultime fasi possono aggirarsi sgambettando fra i rami attorno al nido od anche tra i rovi sottostanti, quando impetuosi nella loro irrefrenabilità, cadono inavvertitamente dal nido. Questi sono i momenti più delicati per i giovani che spesso restano vittime dei predatori che ben consapevoli della disponibilità di prede, si aggirano frequentemente ai piedi di queste colonie.

Contrariamente a tanti suoi simili, la garzetta ha abitudini unicamente diurne. Si nutre di tutte le specie acquatiche, dai pesci ad anfibi, da insetti a larve ma non disdegna piccolissimi roditori, bisce ed anche nidiacei di altre specie. Caccia con grande astuzia ed attenzione, muovendosi lentamente a mezz’acqua ed attendendo il movimento delle sue prede. Usa spessissimo agitare le zampa sotto il livello dell’acqua antistante in modo da smuovere piccoli pescetti o ranocchi che cattura poi con un colpo deciso e sicuro.

Egretta garzetta, Ardeidae, garzetta

Al contrario di vari aironi la garzetta ha abitudini unicamente diurne. Un tempo comune, poi troppo cacciata per le piume e infine protetta, è oggi un uccello in espansione © Gianfranco Colombo

Ha una movenza più agitata dei suoi consimili e la si vede spesso saltellare ad ali semiaperte, con movimenti rapidi e schizofrenici, con balzi all’indietro o con brevi rincorse in avanti seguendo quelle prede che guizzano per sfuggire alla cattura. È un uccello molto plastico nei movimenti se paragonato alla compiutezza delle movenze dell’airone bianco maggiore o del cenerino (Ardea cinerea) suoi abituali compagni di avventura.

Protetta diffusamente in tutto il suo areale, la specie non è soggetta a rischio.

Sinonimi

Ardea garzetta Linnaeus, 1766.

 

→ Per apprezzare la biodiversità dei PELECANIFORMES cliccare qui.