Emys orbicularis

Famiglia : Emydidae


Testo © Prof. Angelo Messina

 

Emys orbicularis

Con 6 sottospecie e numerosi sinonimi legati alla variabilità cromatica, Emys orbicularis è presente in gran parte dell’Europa, Medio Oriente e Nordafrica © Giuseppe Mazza

La Tartaruga palustre europea (Emys orbicularis, L., 1758), nota anche con il nome di Emide orbicolare, in riferimento alla forma generale del corpo, è una delle pochissime specie di Rettili dell’ordine dei Testudinati (Testudines), famiglia degli Emididi (Emydidae), diffusa anche nelle zone temperate dell’Asia Minore, Africa nordoccidentale ed Europa centrale e meridionale.

Il nome generico nasce dal greco antico “ἐμύς” (emys), tartaruga d’acqua dolce, mentre il termine specifico orbicularis significa appunto in latino di forma rotonda.

Altra tartaruga acquatica della famiglia dei Geoemididi (Geoemydidae) presente nel continente europeo è la Mauremys caspica, specie con la quale la Tartaruga palustre europea convive nella penisola iberica e nei Balcani.

Zoogeografia

Emys orbicularis, che occupa praticamente l‘intero areale del genere, al quale viene ascritta soltanto un’altra specie, endemica della Sicilia (Emys trinacris), viene frazionata in 7-8 razze distinguibili sulla base di elementi diagnostici, soprattutto cromatici, la cui validità rimane da verificare e comunque relegate in distinti ambiti geografici frammentati.

Emys orbicularis

Può raggiungere i 25 cm e 1 kg circa. Lo scudo ventrale, leggermente concavo nei maschi, è formato da 12 elementi © Giuseppe Mazza

Nello specifico,  mentre nell’Europa centrale si rinviene la razza tipica alla quale viene attribuito il nome comune di Testuggine palustre europea (E. o. orbicularis), in Anatolia vive la Testuggine palustre turca o di Eiselt (E. o. eiselti), in Grecia la Testuggine palustre ellenica (E. o. hellenica), nella penisola iberica e in nordafrica la Testuggine palustre occidentale (E. o. occidentalis), in medio oriente la Testuggine palustre orientale, nota anche come Testuggine palustre persiana (E. o. persica), nell’Italia nordoccidentale la Testuggine palustre ligure (E. o. ingauna).

Molto comune sino a qualche secolo fa nelle regioni dell’Europa centro-meridionale ove era oggetto di caccia anche per scopi alimentari, oggi questa specie ha visto ridurre di molto il proprio areale ed è considerata estinta nelle regioni ad ovest dell’Elba.

Le cause di ciò sono da ricercare principalmente nella sottrazione di habitat naturali a seguito di attività antropiche quali la crescente industrializzazione, lo sfruttamento agricolo dei terreni, la bonifica delle zone umide con la regimentazione dei corsi d’acqua e la soppressione della vegetazione ripariale, il progressivo inquinamento delle acque con l’immissione di insetticidi e diserbanti.

Morfofisiologia

Di piccole dimensioni, la Tartaruga palustre europea può raggiungere i 25 cm di lunghezza per un peso che negli adulti può superare di poco il chilogrammo.

Il corpo è di colore vario, più frequentemente scuro o verdastro e, specialmente nelle popolazioni più meridionali, appare maculato di giallo sullo scudo dorsale e sulle parti non protette del corpo. Le zampe, della stessa colorazione del resto del corpo, hanno dita unite sino alla base delle unghie da una membrana interdigitale. In entrambi i sessi, la coda è priva di unghia terminale e negli adulti misura circa la metà della lunghezza complessiva dell’animale.

Lo scudo ventrale (piastrone), di solito leggermente più concavo nei maschi, è di colore variabile, da quello della sabbia con scarse venature scure al giallo uniforme. Tipicamente il piastrone è composto da 12 elementi e presenta nella sua parte centrale una articolazione trasversale che lo connette allo scudo dorsale attraverso legamenti elastici che consentono una certa mobilità alle due parti del piastrone stesso.

Lo scudo dorsale (carapace), appiattito e di forma ovale, da cui il nome specifico, è di colore molto vario, dal marrone al verde oliva, fino al nero. È formato da 5 placche cornee vertebrali, 8 costali (4 per lato) e 25 marginali, delle quali una nucale e una caudale divisa in due parti. Negli esemplari giovani sullo scudo dorsale è presente una carena centrale che poi scompare completamente con la crescita.

Il dimorfismo sessuale incomincia a rendersi maggiormente evidente attorno ai 5 anni e riguarda pochi caratteri morfologici legati all’attività riproduttiva.

Emys orbicularis

Anche se strettamente legata all’acqua, rispetto ad altre tartarughe acquatiche, la Tartaruga palustre europea non è una buona nuotatrice © Cédric Roy

Nelle femmine la coda è più corta che nei maschi con la base più larga in relazione alla deposizione delle uova, mentre nei maschi lo scudo ventrale è convesso e le unghie delle zampe anteriori sono molto arcuate, atte ad agganciare il carapace delle femmine durante l’accoppiamento.

Ecologia-Habitat

Animale essenzialmente palustre ed amante delle alte temperature, la Tartaruga palustre europea vive preferibilmente in ambienti d’acqua dolce calmi e limpidi con le sponde ricche di vegetazione.

Si può rinvenire anche nelle acque salmastre di lagune costiere e foci di fiumi ed anche in ambienti artificiali quali canali di irrigazione e laghetti nei parchi cittadini.

A differenza di altre specie di tartarughe acquatiche, Emys orbicularis non è buona nuotatrice, anche se è strettamente legata all’ambiente acquatico nel quale trascorre gran parte del ciclo vitale e dal quale si allontana con grande prudenza.

Durante il giorno questa testuggine si nasconde tra la vegetazione ripariale di stagni e specchi d’acqua.

Emys orbicularis

Attiva di notte, in acque calme e limpide ricche di vegetazione ma anche alla foce salmastra dei fiumi, è una specie prevalentemente carnivora. Si nutre di larve d’insetti, vermi, lumache, girini, adulti d’anfibi e piccoli pesci, senza trascurare quelli morti, carogne d’animali e varie piante acquatiche come ninfee e lenticchie d’acqua © Mazza

Animale prevalentemente carnivoro, diviene attivo nelle ore notturne e va alla ricerca di prede varie, costituite prevalentemente di larve d’insetti, vermi, lumache, larve e adulti di anfibi e piccoli pesci; si nutre anche di pesci morti o carogne di altri animali e persino di vegetazione acquatica come le ninfee e lenticchie d’acqua. Nonostante la sua voracità, Emys orbicularis non arreca alcun danno alle biocenosi palustri e può sopravvivere anche diversi anni senza nutrirsi.

In autunno la Tartaruga palustre europea si porta sul fondo melmoso dello specchio di stagni e laghi ove si nasconde e supera le rigidità invernali rimanendo in letargo fino alla primavera successiva; in questo periodo le funzioni fisiologiche dell’animale sono molto ridotte e il fabbisogno di ossigeno è assicurato dalla quantità assorbita attraverso la respirazione cutanea e della cloaca. Il periodo di ibernazione ha termine allorché la temperatura dell’acqua raggiunge almeno i 10 °C.

È stato osservato che in taluni casi, anziché in acqua ma sempre in sua prossimità, individui di questa specie si rifugiano in una tana che scavano nel terreno o tra le radici della vegetazione, oppure tra le rocce.

Nelle regioni a clima caldo, come quelle africane, le tartarughe palustri europee restano attive tutto l’anno e allorquando il caldo intenso estivo prosciuga lo specchio d’acqua in cui vivono, sospendono l’attività e cercano riparo nella loro tana in attesa delle piogge.

Emys orbicularis

Nell’accoppiamento i maschi bloccano le femmine con lo scudo ventrale convesso e le unghie arcuate delle zampe anteriori che ne agganciano il carapace © Eric Chevalier

Etologia-Biologia Riproduttiva

In tarda primavera o all’inizio dell’estate, arriva il periodo degli amori durante il quale tra i maschi che diventano particolarmente aggressivi, si possono verificare degli scontri, in ogni caso non cruenti.

Gli accoppiamenti possono avvenire sia in ambiente acquatico sia sulla terraferma; le femmine possono deporre uova fertili anche a distanza di due anni dall’accoppiamento.

Passati circa 30-45 giorni dall’accoppiamento, le femmine vanno alla ricerca di un luogo idoneo alla deposizione delle uova, talora allontanandosi anche qualche chilometro dal proprio ambiente dove vivono abitualmente.

Quando lo trovano, ciascuna femmina scava con le zampe posteriori una buca sul terreno sabbioso e vi depone da 4 a 12 uova tondeggianti con il guscio duro e bianco che ricopre con sabbia asciutta.

Dopo un periodo che a seconda della latitudine può variare da 80 a 90 giorni, fino anche oltre 120 giorni in Europa settentrionale, nascono i piccoli, dotati di un “dente dell’uovo” che utilizzano per rompere il guscio e che scomparirà una volta assolta la funzione.

Emys orbicularis

30-45 giorni dopo l’accoppiamento, le femmine cercano un luogo sabbioso, non soggetto a inondazioni, per deporre 4-12 uova in una buca scavata con le zampe posteriori © Fernando Iglesias

Alla nascita, i piccoli hanno il corpo di colore bruno scuro punteggiato di giallo, sono provvisti di corazza molle e carenata e pesano meno di 10 g. Nei casi in cui la temperatura non è sufficientemente calda oppure di ovideposizione tardiva, la schiusa può avvenire la primavera successiva a quella della deposizione.

Come avviene in molte specie di rettili, il sesso dei neonati è determinato dalla temperatura di incubazione. Con temperature costanti comprese tra i 27 e i 29 °C nascono piccoli di entrambi i sessi; invece, a temperature che variano da 23 a 27 °C nascono esclusivamente maschi, mentre con temperature che si mantengono tra i 29.5 e i 33 °C nascono esclusivamente femmine.

Diversamente dagli esemplari adulti che praticamente non hanno predatori naturali, i giovani nati fino ad un paio di anni di età possono essere preda di uccelli acquatici o di pesci. La crescita è molto lenta e si protrae anche fino a 30 anni. A differenza dei maschi che raggiungono la maturità sessuale a 6-8 anni, le femmine diventano mature solo a 15 anni di età. Animale molto longevo, la Tartaruga palustre europea non ha fretta e può superare anche i 120 anni di vita.

Infine, va ricordato che relegata in Sicilia, ove è presente con popolazioni isolate maggiormente concentrate sul versante settentrionale dell’isola, vive l’altra specie del genere, la testuggine palustre siciliana (Emys trinacris, Fritz et alii, 2005).

Emys orbicularis

L’incubazione dura 80-90 giorni, ma anche oltre 120 giorni o un anno se arriva il freddo. Negli esemplari giovani sullo scudo dorsale è presente una carena centrale che poi scompare completamente con la crescita. La mortalità è alta nei primi due anni d’età, ma poi la speranza di vita della Tartaruga palustre europea è di 120 anni © G. Mazza

A questo proposito, va precisato il fatto che le popolazioni siciliane in passato venivano attribuite ad una razza della testuggine palustre europea con il nome di Emys orbicularis galloitalica e che solo da recente, sulla base di recenti studi biomolecolari, esse sono state elevate allo status di specie a sé stante.

Dal punto di vista morfologico questa specie si distingue dalla Testuggine palustre europea per alcune caratteristiche cromatiche, come quelle del piastrone che nella specie siciliana manca di striature brune e per l’attività che è prevalentemente diurna.

Per concludere, le variazioni cromatiche, non di rado accentuate, che le popolazioni di Emys orbicularis manifestano nei diversi distretti geografici dell’areale della specie, molto probabilmente in passato hanno indotto in errore parecchi specialisti che vi hanno attribuito importanza tassonomica. Da qui l’elevato numero di specie ritenute a sé e attualmente ricondotte in sinonimia di Emys orbicularis.

Sinonimi

Ne citiamo alcuni: Testudo lutaria (Linnaeus, 1758), Testudo europaea (Schneider, 1783), Testudo punctata (Gottwald, 1792), Testudo rotunda (Merrem, 1820), Emys antiquorum (Valenciennes, 1833), Emys hofmanni (Fitzinger, 1836) ed Emys tigris (Salvator, 1897).

 

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