Ensete superbum

Famiglia : Musaceae


Testo © Pietro Puccio

 

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Apprezzata per le grandi foglie e la splendida infiorescenza larga circa 50 cm, l'Ensete superbum è una specie poco nota, piuttosto rara in coltura. I semi hanno virtù medicinali © Giuseppe Mazza

La specie è originaria dell’Assam, India nord-occidentale, Myanmar e Thailandia settentrionale, dove cresce nelle foreste decidue e semidecidue nelle vallate e lungo i pendii rocciosi collinari.

Il nome generico è quello locale (Abissinia) riferito all’ Ensete ventricosum; il nome specifico è l’aggettivo latino “superbus, a, um” = superbo, magnifico, con ovvio riferimento.

Nomi comuni: cliff banana, rock banana, western hill banana, wild plantain (inglese); jungli kela (hindi); bahuja (sanscrito); kluai pha (thailandese).

L’ Ensete superbum (Roxb.) Cheesman (1948) è una specie erbacea rizomatosa monocarpica eretta a fusto singolo, alta 3-3,5 m, con uno pseudo fusto costituito dalle basi fogliari persistenti strettamente avvolgenti l’una sull’altra, di forma pressoché conica, alto 0,9-1,5 m con un diametro di circa 70 cm alla base e 30 cm all’apice sotto le foglie. Le foglie, su un picciolo profondamente scanalato, sono semplici, intere, oblungo-lanceolate, lunghe 1,5-3 m e larghe 50-90 cm, di colore verde brillante. L’infiorescenza è una spiga terminale ricurva su un robusto peduncolo, lunga 0,5-1 m, con gruppi di 10-15 fiori disposti in due serie lungo l’asse floreale, ricoperti ciascuno da spesse brattee ovate, di circa 25 cm di lunghezza e 20 cm di larghezza che si aprono in successione, persistenti, di colore bruno rossiccio. Alla base dell’infiorescenza sono presenti fiori femminili, seguiti da quelli maschili nella parte terminale. I frutti sono bacche oblunghe a sezione pressoché triangolare, di circa 7 cm di lunghezza e 3,5 cm di diametro, contenenti semi bruno nerastri subglobosi, piuttosto angolati per la mutua pressione, di 0,8-1,2 cm di diametro.

Nelle regioni caldo umide è sempre verde con un ciclo di vita di tre anni, in quelle monsoniche la parte aerea muore durante la stagione secca e ricresce durante la stagione delle piogge, con un ciclo di 4 anni.

Si riproduce per seme, preventivamente tenuto in acqua per due giorni, in terriccio sabbioso mantenuto umido alla temperatura di 26-28 °C con tempi di germinazione variabili a partire da circa un mese, e per micropropagazione. Può essere propagata vegetativamente tagliando alla base lo pseudo fusto di una pianta che sta per fiorire e svuotando al centro il rizoma e riempiendolo di terra, si possono ottenere così alcune piante che possono essere staccate, operazione non semplice e naturalmente a spese della pianta madre.

Specie piuttosto rara dal magnifico fogliame, coltivabile nelle zone tropicali e subtropicali umide, se ne può tentare la coltivazione in quelle a clima temperato caldo dove temperature di qualche grado inferiori a 0 °C sono eccezioni di breve durata. Utilizzabile isolata o in gruppo in parchi e giardini in pieno sole o leggera ombra e al riparo dai venti che rovinerebbero le grandi foglie; non è particolarmente esigente riguardo al suolo, anche povero, purchè drenante, mantenuto costantemente umido durante il periodo vegetativo. Può essere coltivata in capienti contenitori, in terriccio organico con aggiunta di sabbia o agriperlite per un 30%, per la decorazione di serre e giardini d’inverno particolarmente luminosi, con minime invernali preferibilmente non inferiori a 10 °C; le innaffiature devono essere regolari e abbondanti in estate, diradate in inverno lasciando asciugare quasi completamente il substrato.

La specie ha anche uno speciale significato religioso nella cultura buddista e viene piantata vicino ai monasteri.

I semi macinati sono utilizzati da lungo tempo nella medicina tradizionale per varie patologie; studi di laboratorio hanno evidenziato negli estratti la presenza di sostanze bioattive come alcaloidi, fenoli, flavonoidi, saponine ecc. e attività anti-infiammatoria che necessita di ulteriori studi.

Sinonimi: Musa superba Roxb. (1811).

 

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