Erythroxylum novogranatense

Famiglia : Erythroxylaceae


Testo © Pietro Puccio

 

Erythroxylum novogranatense, Erythroxylaceae, cocaina

Dalle foglie dell’Erythroxylum novogranatense si ricava la cocaina © Giuseppe Mazza

La specie è originaria delle regioni semiaride andine di Colombia, Ecuador e Perù.

Il nome generico è la combinazione dei termini greci “erythros” = rosso e “xylon” = legno, per il colore rossastro del legno di alcune specie appartenenti al genere; il nome specifico è la combinazione dei termini latini “novus, a, um” = nuovo e “granatensis” = di Granata, con riferimento ad uno dei luoghi di origine, la Colombia, che fu chiamata all’epoca della sua conquista da parte degli spagnoli Nuova Granata.

Nomi comuni: colombian coca, Trujillo coca, Truxillo coca (inglese); coca de Trujillo (spagnolo).

L’ Erythroxylum novogranatense (D. Morris) Hieron. (1895) è un arbusto o piccolo albero sempreverde, alto fino a circa 3 m, con foglie, su un picciolo lungo circa 0,5 cm, alterne, obovate o oblungo-ellittiche, lunghe 2-6 cm e larghe 1-3 cm, di colore verde brillante.

I fiori sono ascellari, ermafroditi, solitari o raggruppati, prodotti pressoché in continuazione, con cinque petali di colore bianco giallastro, oblunghi, di circa 0,4 cm di lunghezza e 0,2 cm di larghezza, e 10 stami uniti alla base in un tubo. I frutti sono drupe oblunghe, di colore rosso a maturità, di circa 0,8 cm di lunghezza e 0,3 cm di diametro, contenenti un solo seme oblungo.

Oltre alla specie è riconosciuta una varietà, l’ Erythroxylum novogranatense var. truxillense (Rusby) Plowman (1979) che si differenzia per l’assenza nella foglia delle linee longitudinali ai lati della nervatura centrale, presenti nella specie.

Si riproduce per seme che ha una bassa durata di germinabilità, circa tre settimane.

Le foglie contengono 13 diversi alcaloidi tra cui il principale è la cocaina, i cui effetti sono ben noti. L’uso di masticare le foglie, in particolare quelle della specie affine, l’ Erythroxylum coca Lam. (1786), da parte delle popolazioni indigene andine è antichissimo e inizialmente riservato ai sacerdoti per scopi rituali, serviva come stimolante e ad alleviare la fatica, le foglie venivano anche utilizzate come anestetico nelle operazioni chirurgiche.

Erythroxylum novogranatense, Erythroxylaceae, cocaina

I minuscoli fiori ed un frutto. Ricerche scientifiche a parte, la coltivazione è illegale © Giuseppe Mazza

Il consumo delle foglie aveva anche un valore nutrizionale, in particolari periodi di carestia, per il loro contenuto di proteine, carboidrati, sali minerali e vitamine.

L’uso fu vietato dai conquistatori spagnoli perché legato a riti pagani, ma allo stesso tempo autorizzato e incoraggiato per ottenere maggiori prestazioni dagli indigeni ridotti in schiavitù, in particolare per quelli impiegati nei lavori più faticosi e in condizioni ambientali avverse, come quello nelle miniere di argento situate ad elevate altitudini, fatto che contribuì ad una sua maggiore diffusione, anche presso popolazioni che prima non ne facevano uso. In medicina la cocaina, per lo più ricavata dalla specie affine già citata essendo minimo il contributo, circa il 5%, dell’Erythroxylum novogranatense alla totale produzione, legale e illegale, è stata utilizzata principalmente come valido anestetico locale, poi rimpiazzata da sostanze da essa derivate per emisintesi, o di sintesi, con la stessa struttura chimica, ma dagli effetti collaterali meno tossici. A parte i casi in cui è autorizzata per usi medici e di ricerca, la sua coltivazione è illegale.