Eupatorium cannabinum

Famiglia : Asteraceae

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Testo © Eugenio Zanotti

 

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L'Eupatorium cannabinum fiorisce da giugno a novembre lungo i fossi © Giuseppe Mazza

Il nome generico di questa pianta fu coniato da Linneo per ricordare uno dei primi cultori della fitoterapia: Mitridate Eupatore, re del Ponto, che avrebbe per primo impiegato la specie in una delle sue celebri misture curative; il termine cannabinum riferito a una certa somiglianza delle foglie di questa pianta a quelle della canapa (Cannabis sativa).

La canapa acquatica (Eupatorium cannabinum L. 1753) è una pianta erbacea perenne, di aspetto variabile, alta da 50 cm a 1,40 (1,80) m, con fusto robusto, eretto, ramoso, striato.

Ha foglie opposte con lamina palmatopartita, più o meno pubescenti come tutta la pianta e piccoli fiori (capolini) tubolosi, di colore roseo-carnicino, leggermente odorosi, riuniti in infiorescenza a corimbo. La fioritura si protrae sa giugno a novembre.

Ogni piccolo capolino fiorifero che compone l’infiorescenza produce 5 o 6 piccoli semi (botanicamente detti achéni) lunghi 3 mm, sormontati da un pappo poco più lungo, che servirà a favorire la disseminazione.

Abita i luoghi umidi, le sponde dei fossi, dal piano fino a 1350 m di quota delle zone temperate.

Per gli usi fitoterapici si raccolgono le parti aeree della pianta, raccolte in fioritura, e la radice; queste contengono una sostanza amara, tracce di saponina, un olio etereo, tannini, resine e inulina; la radice anche la sostanza amara eupatoriopicrina, taraxasterolo, flavonoidi che forniscono alla pianta proprietà epatobiliari, colagoghe e diuretiche, depurative, (l’infuso), purganti (il decotto); la radice è coleretica. Le radici si usano come colagoghe, lassative, epatoprotettive, espettoranti; le foglie anche come diuretiche e depurative.

Per via esterna viene impiegata negli eczemi, nelle foruncolosi e nella psoriasi; alcuni autori ammettono una certa azione antivirale e consigliano l’uso di questa pianta come antinfluenzale. Le parti della pianta, una volta essiccate, perdono gradualmente le loro proprietà, quindi occorre usare droghe recenti e ben conservate.

Le foglie hanno sapore amaro e solo le capre, fra gli animali domestici, ne mangiano di tanto in tanto; sembra che i cervi feriti se ne servano per lenire le loro piaghe. In passato l’acqua distillata dai fiori fu usata come detergente per medicare gli occhi cisposi ed in medicina veterinaria si consigliava di far mangiare ai cavalli bolsi, assieme al foraggio, alcune sommità fiorite della pianta.

Fra le preparazioni medicinali ricordiamo il decotto aperitivo, lassativo-colagogo e diuretico che si prepara con una manciata di foglie triturate e contuse bollite in mezzo litro di acqua fino a riduzione di un terzo.

È una pianta paleotemperata, frequente fino a 1350 m di quota, con numerose virtù medicinali © Giuseppe Mazza

È una pianta paleotemperata, frequente fino a 1350 m di quota, con numerose virtù medicinali © Giuseppe Mazza

Si beve nell’arco di una giornata frazionando in quattro-sei dosi, ed il vino stomatico-diuretico per il quale servono un pugno di sommità fiorite e di foglie triturate e contuse in un litro di buon vino bianco secco (es. vernaccia). Si lascino macerare per una settimana, indi si filtri il tutto. Si bevono due o tre bicchierini al giorno mezz’ora dopo i pasti.

Il genere Eupatorium conta solo una specie spontanea in Europa, contro 40-130 censite, secondo gli autori, nell’America boreale e tropicale, in Asia ed Africa. I floricoltori hanno attinto a piene mani in questo elenco, probabilmente ancora incompleto, per offrire agli appassionati piante dalle splendide fioriture adatte a formare siepi, alla coltura in vaso e per fiore reciso.

Sinonimi: Chrone heterophylla Dulac (1867); Cunigunda vulgaris Bubani (1899); Eupatorium allaisii Sennen (1929); Eupatorium birmanicum DC. (1836); Eupatorium cannabifolium Salisb. (1796); Eupatorium cannabis-folium Gilib. (1782); Eupatorium caucasicum Steven (1856); Eupatorium dicline Edgew. (1851); Eupatorium finlaysonianum DC. (1836); Eupatorium hyrcanicum Steven (1856); Eupatorium lemassonii Biau (1910); Eupatorium lindleyanum F. Muell. (1865); Eupatorium longicaule DC. (1836); Eupatorium nodiflorum Wall. ex DC. (1836); Eupatorium ponticum Pall. ex Georgi (1797); Eupatorium simonsii C.B.Clarke (1876); Eupatorium syriacum Jacq. (1782); Eupatorium trifidum Vahl (1794); Eupatorium variifolium Bartl. (1841).

 

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