Exatatosoma tiaratum

Famiglia : Phasmatidae


Testo © Prof. Santi Longo

 

Extatosoma tiaratum

Exatatosoma tiaratum è nativo dell’Australia e Nuova Guinea. Qui una femmina scoraggia i predatori sollevando, simile a uno scorpione, gli ultimi segmenti addominali © Giuseppe Mazza

L’ordine Phasmida o Cheleutoptera è diffuso soprattutto nelle regioni tropicali e subtropicali. Comprende specie con peculiari caratteristiche morfologiche e fisiologiche, quali la tanatosi, che consiste in uno stato di completa immobilità indotta da stimoli di varia natura che provocano la contrazione dei muscoli. Tale immobilizzazione riflessa ha funzioni difensive.

Altro carattere con medesima funzione è l’autotomia che consente all’insetto di perdere un arto, mediante una rapida contrazione muscolare, se viene afferrato da un predatore. L’arto mancante viene poi rigenerato nel corso della successiva muta.

Extatosoma tiaratum

A differenza dei maschi, le femmine hanno inoltre il corpo irto di spine con funzione difensiva © Giuseppe Mazza

L’ordine include oltre 3000 specie suddivise in tre sottordini.

In Europa sono presenti solo alcune specie del genere Bacillus e l’insetto stecco francese Clonopsis gallica della famiglia Bacillidae afferente al sottordine Verophasmodea.

Questo, oltre ai Phasmatidae, comprende una dozzina di famiglie, una decina di sottofamiglie ed centinaio di generi diversi che includono circa 2300 specie molte delle quali sono di grandi dimensioni.

La più conosciuta è Phobaeticus chani, che è anche ritenuta la più longeva.

Una delle specie più diffuse è Exatatosoma tiaratum Macleay, 1826, qui trattata.

Il nome generico Extatosoma fa riferimento alla tipica posizione del corpo, con il capo, il protorace e gli ultimi segmenti dell’addome in posizione sollevata, dal greco antico “ἔχω” (exto), emergere o sovrastare, e “σῶμα” (soma), corpo.

Il termine specifico tiaratum, con la tiara in latino, si riferisce alla forma conica del capo che sembra munito di un copricapo, noto come tiara, antico segno di distinzione presso molti popoli asiatici.

Zoogeografia

Exatatosoma tiaratum è originario dell’Australia e della Nuova Guinea.

Per la facilità con cui può essere allevato in cattività, anche in piccoli terrari, è stato diffuso in tutto il mondo, commercializzato non solo per studi biologici ma anche come apprezzato animale da compagnia.

Le uova e le forme giovanili sono in vendita in molti negozi specializzati che forniscono anche l’occorrente e le istruzioni per l’allevamento.

Ecologia-Habitat

Nelle aree di origine la specie vive su piante del genere Eucalyptus dove gli stadi attivi si cibano di foglie; ma è una specie polifaga e in cattività si nutre anche di foglie di Rosacee, soprattutto del genere Rubus.

Exatatosoma tiaratum è attivo anche durante il giorno ma principalmente dopo il tramonto.

Morfofisiologia

Extatosoma tiaratum

Il nome del genere, dal greco antico “sopra il corpo”, nasce dal fatto che in atteggiamento orrifico sia il capo che la coda si trovano in posizione elevata © Jiva Sztraka

La colorazione del corpo di entrambi i sessi varia in relazione alle condizioni ambientali, dal marrone rossiccio, al verde, al giallo e al beige. Alcuni individui hanno una colorazione molto chiara, con screziature scure simili a quelle dei licheni.

Il cambiamento del colore dell’insetto, che lo rende simile a quello del substrato, viene definito omocromia. Si realizza gradualmente a seguito della distruzione e della neoformazione di determinati pigmenti sotto l’azione esercitata dalle variazioni della temperatura o dell’intensità luminosa, nonché dell’alimentazione.

Questi stimoli fisico-chimici agiscono sulla costellazione endocrina degli individui determinando la formazione dei pigmenti e la colorazione mimetica.

Extatosoma tiaratum

Il termine specifico tiaratum, cioè “con la tiara” in latino, fa invece riferimento alla testa allungata che sembra portare questo antico copricapo © Ralf Bauer

I due sessi presentano notevole dimorfismo sessuale. Il corpo del maschio, lungo circa 10 cm, è piuttosto affusolato; sul capo oltre all’apparato boccale masticatore e agli occhi, sono presenti le antenne più lunghe di quelle femminili e con un numero maggiore di segmenti e di sensilli.

Queste strutture tegumentali sono connesse col sistema nervoso e sono in grado di captare ed elaborare stimoli di varia natura provenienti dall’ambiente esterno. In base alla natura degli stimoli percepiti vengono distinti in chemiorecettori, termorecettori, igrorecettori, meccanorecettori, ecc.

Extatosoma tiaratum

A sinistra un maschio adulto accanto all’esuvia dopo l’ultima muta. A destra, finita la metamorfosi, si riposa tranquillo al sole con le ali ripiegate. A differenza delle femmine i maschi sono snelli con lunghe antenne e grandi ali per volar via veloci in caso di pericolo rilasciando odori sgradevoli. Non servono quindi gli atteggiamenti orrifici e le spine © Michael Baun (sinistra) © Pavel Kirillov (destra)

Il torace è munito di ali sviluppate e funzionali atte al volo; la loro forma ricorda quella di una foglia secca, e tale somiglianza è accentuata dalla presenza di espansioni tegumentali sulle zampe e sull’addome. Nelle tibie, di entrambi i sessi, sono poi presenti organi con funzione uditiva.

La femmina, lunga fino a 18 cm, ha il corpo massiccio e tozzo con antenne più corte del maschio. Nel torace le ali sono brevi (forme brachittere), i femori e le tibie delle zampe presentano caratteristiche espansioni laminari con i margini dentellati. L’addome è dilatato e munito di produzioni spiniformi.

Extatosoma tiaratum

Le uova, con un diametro di circa 5 mm, vengono scambiate dalle formiche del genere Leptomyrmex per semi d’acacia e portate come provviste al nido dove termineranno al sicuro la loro incubazione. I neonati sono a prima vista identici alle formiche che li ospitano, e così, mimetizzati, potranno poi uscire senza rischi dal formicaio © Ralf Bauer

Il maschio non possiede sul tegumento spine, o altri mezzi di difesa pertanto, se disturbato, tende ad allontanarsi in volo dai predatori emettendo delle sostanze dall’odore sgradevole che hanno un potere dissuasivo e vengono denominate allomoni, poiché favorevoli solo a chi li rilascia. Le femmine oltre a emettere sostanze ad azione urticante dalle ghiandole toraciche repugnatorie, si difendono attivamente con le zampe dagli articoli dotati di spine.

Le uova di forma ovale hanno un diametro di circa 5 mm. Dopo la prima muta, le neanidi di seconda età, hanno il corpo uniformemente marroncino. A partire dalla terza età, sull’addome delle neanidi femminili si formano delle protuberanze spinose sempre assenti in quelle maschili.

Extatosoma tiaratum

Ecco una neanide di prima età, che già mostra la tipica posizione difensiva della specie. In allevamento, se mancano gli eucalipti, accettano foglie di Rosacee come i rovi © Mike Gordon

Etologia-Biologia Riproduttiva

Come la maggior parte dei Fasmidi gli stadi postembrionali sono sedentari e attivi soprattutto dopo il tramonto; durante il giorno stanno ancorati al substrato spesso dondolandosi per imitare il movimento delle foglie. Se vengono disturbati reagiscono inarcando la parte terminale dell’addome e sollevando le zampe anteriori. Spesso in questi casi gli aggressori li scambiano per scorpioni e desistono così dall’aggredirli.

I maschi diventano adulti, e sono in grado di riprodursi, dopo aver compiuto al massimo cinque o sei mute. Sopravvivono circa un anno durante il quale fecondano le femmine emettendo spermatofore sferiche del diametro di circa mezzo centimetro.

Extatosoma tiaratum

Il colore dipende dalla temperatura, dall’intensità luminosa e dall’alimentazione. Qui una neanide femminile di terza età, ben mimetizzata, simile ai licheni © Jimmy Hoffman

Le femmine adulte sono poco più longeve dei maschi e raggiungono la maturità circa un mese dopo l’ultima di sei o sette mute. Nel corso della loro vita depongono in totale circa 400 uova.

Se fecondate, depongono ogni giorno 3-4 uova anfigoniche che schiudono dopo 4 o 5 mesi di incubazione. In assenza di maschi depongono uova partenogenetiche dalle quali, dopo 7-8 mesi nascono solo femmine. Tale riproduzione verginale viene definita telitoca.

Una importante strategia riproduttiva è legata alla somiglianza delle uova ai semi di un’acacia che formiche del genere Leptomyrmex raccolgono e trasportano nel nido. Qui le uova completano lo sviluppo embrionale e gli stadi giovanili, lunghi circa 2 mm e simili alle formiche ospiti, escono poi dal formicaio indisturbati.