Felicia amelloides

Famiglia : Asteraceae


Testo © Pietro Puccio

 

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Una pianta erbacea perenne, alta 1 m, che col tempo si trasforma in arbustiva © Giuseppe Mazza

La specie è originaria del Sudafrica (province del Capo Occidentale e del Capo Orientale) dove vive sulle dune costiere, pianure rocciose, pietrose, sabbiose e pendii rocciosi fino a circa 1000 m di altitudine.

L’esatta derivazione del nome generico non è nota, secondo alcuni deriva dal latino “felix” = felice, allegro, con riferimento alla brillante fioritura, secondo altri dal nome Felix, di un non ben identificato ufficiale tedesco o da quello del fisico e matematico italiano Fortunato Bartolomeo de Felice (1723-1789); anche l’esatta origine del nome specifico è incerta, secondo alcuni fa riferimento alla somiglianza con un’altra specie euroasiatica appartenente al genere, l’Aster amellus, secondo altri fa riferimento, per la forma delle foglie, alle specie del genere sudafricano Amellus.

Nomi comuni: “blue daisy”, “blue marguerite”, “kingfisher daisy”, “San Gabriel blue marguerite”, “schrubby felicia” (inglese); “bloumargriet” (afrika- ans); “aster du cap”, “félicia”, “margue- rite du Cap”, “pâquerette bleue” (fran- cese); “agatea”, “margherita azzurra”, “margherita blu”, “pratolina” (ita- liano); “felícia“, “margarida-azul” (portoghese); “agatea”, “aster de África”, “felicia”, “margarita azul” (spagnolo); “blaue kapaster”, “kapaster” (tedesco).

La Felicia amelloides (L.) Voss (1894) è un specie erbacea perenne e sempreverde che forma rapidamente folti cespi alti e larghi da 0,6 a circa 1 m e che col tempo tende a diventare semiarbustiva. Presenta fusti verdi, a volte con sfumature rossastre, rugosi al tatto per la presenza di corti peli rigidi; le foglie sessili (prive di picciolo), spesse, di forma oblunga, ovata o ellittica, di 3-4 cm di lunghezza e 1-1,5 cm di larghezza, sono di colore verde scuro e rugose al tatto come i fusti. I fiori, su un peduncolo lungo circa 15 cm, sono i tipici capolini delle Asteraceae costituiti da una moltitudine di fiori sessili inseriti a spirale su una base tondeggiante, il ricettacolo, circondato da un involucro cilindrico costituito da una doppia serie di brattee imbricate con apici appuntiti, di colore verde.

I fiori dell’anello esterno, circa dodici, detti fiori del raggio, hanno la corolla costituita da cinque petali fusi insieme, lunga circa 1,8 cm e larga 0,4 cm, solitamente di colore blu cielo, ma può presentarsi con diverse gradazioni, dall’azzurro pallido al blu scuro; esistono anche varietà di colore rosa, malva e bianco. I fiori del raggio sono femminili ed hanno anche la funzione di attrarre l’attenzione dell’impollinatore, come i petali di un singolo fiore. All’interno di questo anello si trovano i fiori bisessuali, detti fiori del disco, con corolla tubulare a cinque corti lobi di colore giallo.

I frutti, contenenti un solo seme e chiamati acheni nelle Asteraceae, sono obovoidi, appiattiti, pelosi, di colore bruno e sormontati dal pappo, il calice modificato del fiore, costituito da una corona di peli biancastri, che ha la funzione di favorirne la dispersione.

I fiori della Felicia amelloides ricordano l' Aster amellus, donde il nome © Giuseppe Mazza

I fiori della Felicia amelloides ricordano l' Aster amellus, donde il nome © Giuseppe Mazza

Si riproduce facilmente sia per seme, che germina sollecitamente (circa una settimana), che per talea apicale in primavera.

È la specie di gran lunga più coltivata del genere, e con pieno merito, per la moltitudine di fiori eretti dal colore blu cielo, non certo comune, che contrasta col giallo vivo del centro, cui si aggiungono la velocità di crescita, il portamento compatto, la resistenza al secco e l’adattabilità a qualsiasi tipo di suolo, anche se l’apporto di sostanza organica e sabbia, nei terreni compatti, favorisce una crescita più rigogliosa.

Esigenze imprescindibili sono una esposizione in pieno sole, dato che in ombra i fiori non si aprono, ed un ottimo drenaggio, essendo piuttosto suscettibile di marciume radicale in presenza di umidità stagnante.

Non è molto resistente alle basse temperature, muore intorno a -4/-5 °C, ma ciò non è un limite, per la sua velocità di crescita viene infatti estesamente coltivata come annuale anche dove il clima non ne consente la sopravvivenza in inverno e spesso rispunta in primavera dato che si autodissemina facilmente.

Ideale per giardini rocciosi, macchie di colore e bordure, presenta una copiosa fioritura primaverile cui segue un breve periodo di riposo nei climi con estati calde, infatti necessita di notti fresche per fiorire, poi riprende fino al tardo autunno e nei climi particolarmente miti continua anche in inverno; la rimozione dei fiori secchi contribuisce a stimolare la fioritura. Sopporta potature, anche drastiche, che è consigliabile effettuare alla fine di ogni inverno, per le piante che si comportano come perenni, per mantenere i cespi compatti.

Le innaffiature devono essere regolari in estate, ma lasciando ben asciugare lo strato superiore del terreno, un eccesso di acqua, oltre al rischio di marciumi, provoca un allungamento dei fusti che conferisce alla pianta un aspetto disordinato; in inverno non sono generalmente necessarie, tranne, distanziate, nei climi con inverni secchi.

Infine è anche un’ottima pianta da vaso e cassette, anche sospesi, da collocare sia all’esterno che in giardini d’inverno e dietro finestre, quando il clima non consente la permanenza all’esterno, esposte a sud per avere il massimo di insolazione e con temperature non inferiori a +10 °C. I terricci devono essere ricchi di sostanza organica con aggiunta di sabbia o agriperlite per migliorare il drenaggio.

Sinonimi: Cineraria amelloides L. (1763); Cineraria oppositifolia Moench (1794); Cineraria amoena Salisb. (1796); Agathaea coelestis Cass. (1826); Agathaea rotundifolia (Thunb.) Nees (1832); Agathaea amelloides (L.) DC. (1836).

 

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