Ficus pumila

Famiglia : Moraceae


Testo © Pietro Puccio

 

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Giovane pianta di Ficus pumila coltivata come rampicante ricadente © Giuseppe Mazza

La specie è originaria della Cina (Anhui, Fujian, Guangdong, Guangxi, Guizhou, Henan, Hubei, Hunan, Jiangsu, Jiangxi, Shaanxi, Sichuan, Yunnan e Zhejiang), Giappone (Honshu, Kyushu, Ryukyu Islands e Shikoku), Taiwan e Vietnam, dove vive nelle foreste umide.

Il nome del genere è quello latino utilizzato per il fico comune (Ficus carica); il nome specifico deriva dal latino “pumilus” = nano, con riferimento al portamento della pianta.

Nomi comuni: climbing fig, creeping fig, creeping rubberplant, figvine (inglese); fico rampicante (italiano); ai yu zi, bi li, man tu luo (cinese trascritto); figuier rampant (francese); falsa-hera, hera de china, hera-miùda, mama de pared (portoghese); higuera trepadora (spagnolo); kletterfeige (tedesco).

La Ficus pumila L. (1753) è sia un rampicante che un cespuglio sempreverde che presenta il fenomeno della eterofillia (presenza sulla stessa pianta di foglie di forma diversa) in corrispondenza dei due stadi di crescita, quello giovanile sterile, che può durare diversi anni, strisciante o rampicante, e quello adulto fertile con fusti ascendenti.

Nella fase giovanile i rami, radicanti ai nodi, sono sottili con foglie alterne distiche (giacenti su uno stesso piano), cordiformi o ovate, lunghe 2,5 cm e larghe 2 cm, appiattite al suolo o al supporto, di colore verde scuro. Nella fase adulta i rami sono robusti e ascendenti con foglie di forma da oblunga ad obovata e margine intero, lunghe 4-12 cm e larghe 3-5 cm, coriacee, lisce superiormente, pubescenti inferiormente.

Le infiorescenze sono siconi, ovvero cavità dalle pareti carnose che racchiudono interamente i fiori, accessibili da una apertura apicale racchiusa da 3 minuscole scaglie (tipico esempio quelli del fico comune, Ficus carica).

I siconi, prodotti ovviamente sui rami fertili, nascono all’ascella delle foglie su un robusto peduncolo lungo 1-1,5 cm, sono solitari, da globosi a obovoidi a piriformi, 4-8 cm di lunghezza e 3-5 cm di diametro, verdi o con leggera sfumatura rossastra a maturità, inizialmente pubescenti. Per la fruttificazione occorre la presenza dell’insetto impollinatore, come è noto a ciascuna specie di Ficus è associato uno specifico insetto della famiglia delle Agaonidae (nel nostro caso Blastophaga pumilae Hill, 1967), che a sua volta può riprodursi solo se è presente la specie di Ficus cui è associato; i frutti (acheni) sono pressoché globosi. Si riproduce per seme, ma solitamente per porzioni di fusto radicate o talea.

Presenta vistosamente il fenomeno della eterofillia. Da giovane le foglie misurano 2,5 cm, da adulte anche 12 cm. Anche il portamento è diverso © Giuseppe Mazza

Presenta vistosamente il fenomeno della eterofillia. Da giovane le foglie misurano 2,5 cm, da adulte anche 12 cm. Anche il portamento è diverso © Giuseppe Mazza

Specie dalla particolare modalità di crescita, si comporta inizialmente da rampicante, fase che possiamo definire giovanile, coprendo fittamente suolo, rocce, pareti o tronchi d’albero con una densa rete di rami sottili e piccole foglie ravvicinate e appiattite sul supporto, cui aderisce con le radici avventizie, raggiunto il limite di questo inizia la fase adulta, fertile, con rami ascendenti o orizzontali, robusti, con foglie di forma e dimensioni differenti da quelli della fase giovanile ed alle cui ascelle vengono prodotti i siconi. Di veloce crescita, viene utilizzata principalmente per coprire suolo, rocce e pareti, sia in pieno sole che in ombra. Da tenere però presente che come tutti i rampicanti che aderiscono alle superfici lascia tracce che possono essere difficilmente rimosse, è anche in grado di danneggiare strutture legnose, come infissi.

I siconi, da globosi a piriformi, misurano 4-8 cm © Giuseppe Mazza

I siconi, da globosi a piriformi, misurano 4-8 cm © Giuseppe Mazza

Sono state selezionate molte varietà, tra cui alcune variegate.

Non è particolarmente esigente riguardo al suolo e riesce a sopportare temperature fino a circa -9 °C, le foglie vengono irreparabilmente danneggiate tra -10 e -12 °C, ma i fusti generalmente sopravvivono e riprendono a vegetare in primavera; in queste situazioni però non si verifica solitamente la fase adulta.

Inizialmente va irrigata con regolarità, crescendo si dimostra abbastanza resistente al secco. Piante ben stabilizzate necessitano di potature annuali, in primavera, per tenere sotto controllo l’esuberante vegetazione, che altrimenti può diventare aggressiva.

Viene spesso coltivata in vaso, grazie anche alla sua adattabilità a situazioni scarsamente luminose, per la decorazione di interni, in posizione ricadente, alla base di altre piante, o facendola arrampicare su supporti ricoperti di muschio o su pareti di serre e giardini d’inverno.

Le annaffiature devono essere regolari in estate, diradate in inverno, utili le nebulizzazioni con acqua non calcarea a temperatura ambiente in presenza di atmosfera troppo secca.

Il fogliame è tossico per ingestione ed il contatto con la linfa lattiginosa può dare reazioni allergiche in individui particolarmente sensibili.

Varie parti della pianta sono utilizzate nella medicina tradizionale, in particolare cinese, per diverse patologie.

Sinonimi: Ficus stipulata Thunb. (1786); Ficus scandens Lam. (1788); Ficus vestita Desf. (1829); Ficus stipulata Lem. (1843); Urostigma scandens (Lam.) Liebm. (1851); Ficus repens auct. (1880); Ficus hanceana Maxim. (1881); Ficus longipedicellata H.Perrier (1928).

 

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