Halichoeres radiatus

Famiglia : Labridae

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Testo © Giuseppe Mazza

 

Lungo anche mezzo metro ma in genere 40 cm, Halichoeres radiatus vive nell’Atlantico occidentale centrato sui Caraibi.

Lungo anche mezzo metro ma in genere 40 cm, Halichoeres radiatus vive nell’Atlantico occidentale centrato sui Caraibi © www.carlosestape.photoshelter.com

Collocata tassonomicamente nella classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, e nell’ordine dei Perciformes, la famiglia dei Labridae è presente con circa 70 generi e 600 specie in quasi tutti i mari, nelle acque salmastre e spesso anche negli acquari, in bella mostra per le sgargianti e sorprendenti livree, mutevoli secondo le emozioni e l’età.

Si tratta infatti di pesci trasformisti, che agendo sui cromatofori, le cellule della pelle che contengono i pigmenti, possono cambiare istantaneamente colore come Lachnolaimus maximus, e che presentano spesso livree giovanili, intermedie e adulte molto diverse fra loro come Coris gaimard.

Noto in inglese col nome intraducibile di Puddingwife, ed in francese come Donzelle arc en ciel, cioè Donzella arcobaleno, Halichoeres radiatus (Linneo,1758) appartiene anche lui con tre fasi a questa famiglia.

Il genere Halichoeres, creato da Rüppell nel 1835 dal greco “halios”, mare, e “choiros”, maiale, nasce dai denti conici allungati e sporgenti dalle mascelle che ricordano i canini dei cinghiali evocando un maiale marino, mentre il termine specifico radiatus, con dei raggi in latino, è un riferimento alle caratteristiche linee blu degli adulti poste intorno agli occhi.

Halichoeres radiatus è il più grande rappresentante atlantico del genere Halichoeres che significa in greco maiale di mare per i canini sporgenti, da cinghiale

È il più grande rappresentante atlantico del genere Halichoeres che significa in greco maiale di mare per i canini sporgenti, da cinghiale © Mark Rosenstein

Zoogeografia

È un pesce caraibico dell’Atlantico occidentale, presente dalle Bermuda e la Florida al Golfo del Messico ma anche e nelle isole oceaniche brasiliane di St. Paul’s Rocks, Fernando de Noronha e Atol das Rochas, mentre non si trova lungo le coste del Brasile occupate da Halichoeres brasiliensis.

Ecologia-Habitat

Halichoeres radiatus si muove per lo più fra le formazioni madreporiche e rocciose a 2-55 m di profondità, con la maggior parte d’avvistamenti fra 5 e 45 m, ma non disdegna gli estuari ed i fondali morbidi delle spiagge sabbiose o dei mangrovieti.

Morfofisiologia

Il corpo è allungato e compresso lateralmente con grandi scaglie cicloidi, assenti sul capo che termina con una bocca protrattile dalle labbra  carnose. La mascella superiore reca un paio di canini, l’inferiore due paia, e si notano in gola delle placche dentarie trituratrici.

Nella livrea, che muta senza sosta crescendo, si sono scelti 3 momenti importanti. Questa è la così detta Fase giovanile con scatti che mostrano la sua evoluzione nel tempo.

Nella livrea, che muta senza sosta crescendo, si sono scelti 3 momenti importanti. Questa è la così detta Fase giovanile con scatti che mostrano la sua evoluzione nel tempo In alto © Pauline Walsh Jacobson e © Frank Krasovec – In basso © Tim Cameron e © Frank Krasovec

Vi è una sola pinna dorsale con 9 raggi spinosi e 11 molli; l’anale ha 3 raggi armati e 12 inermi; le pettorali 13 raggi e la caudale si presenta troncata.

È la più grande specie atlantica del genere Halichoeres, ed anche se la taglia corrente si aggira sui 40 cm, i maschi possono raggiungere i 51 cm di lunghezza dopo incredibili trasformazioni morfologiche. Le femmine sono infatti ermafrodite sequenziali. Le gonadi femminili maturano cioè prima delle maschili e quindi a una certa età cambiano sesso assumendo l’autorevole aspetto dei maschi. Si contano in merito 3 fasi di crescita con livree diverse.

La fase giovanile inizia con un corpo giallo-arancio solcato da una lunga striscia orizzontale chiara bluastra che parte sotto l’occhio puntando alla coda con 5 diramazioni verso l’alto più o meno interrotte. Caratteristico è il grande ocello nero con pupilla blu posto fra la pinna dorsale e la parte adiacente del corpo, seguito da un altro ocello più piccolo all’estremità superiore della coda. Poi, crescendo, appaiono le prime linee grigio-blu intorno agli occhi, affiancate da un’analoga striscia sotto la bocca. In alto, sui lati, le scaglie si arricchiscono di macchiette ovali d’analogo colore e si notano due lunghe macchie nere dorsali precedute e affiancate da barre biancastre che rimpiazzano ingrossate la parte alta delle 5 diramazioni dei primi tempi.

Qui in alto la Fase iniziale, con le vistose macchie ovali sulle squame, e in basso la Fase terminale con una larga barra bianca sfumata che spezza il corpo in due.

Qui in alto la Fase iniziale, con le vistose macchie ovali sulle squame, e in basso la Fase terminale con una larga barra bianca sfumata che spezza il corpo in due © Robertson Ross (sopra) © www.carlosestape.photoshelter.com (sotto)

La fase iniziale balza all’occhio per la vistosa crescita delle macchie ovali grigio blu verdastro delle scaglie, mentre le pinne mostrano linee e macchie blu.

La fase terminale, brunastra, con linee ben definite che si irradiano dall’occhio è quasi sempre caratterizzata da una larga barra bianca sfumata che appare subito dopo le pettorali spezzando il corpo in due.

Etologia-Biologia Riproduttiva

I giovani, che crescono anche in 1 m d’acqua, si nutrono di zooplancton, minuscoli crostacei ed anfipodi, ma appena spuntano i solidi incisivi il regime alimentare di Halichoeres radiatus cambia radicalmente perché può spezzare le conchiglie dei molluschi e le corazze dei crostacei e dei ricci di mare.

Si nutre anche di ofiure e per trovare tutte queste prede, nascoste sotto la sabbia e negli anfratti, esplora, scava e segue nelle loro battute di caccia pesci come Myrichthys breviceps ed altre anguille serpente che le scovano grazie a un olfatto eccezionale.

Halichoeres radiatus si nutre di ofiure, crostacei e molluschi. Per scovarli segue qui la battuta di caccia di Myrichthys breviceps, un’anguille serpente dal finissimo olfatto.

Halichoeres radiatus si nutre di ofiure, crostacei e molluschi. Per scovarli segue qui la battuta di caccia di Myrichthys breviceps, un’anguille serpente dal finissimo olfatto © Kevin Bryant

I maschi possiedono un piccolo harem e salgono con la femmina di turno in superficie per l’accoppiamento. Le uova vengono abbandonate alle correnti ed anche le larve, che misurano alla nascita 1,7 mm, sono planctoniche.

La resilienza di Halichoeres radiatus è bassa, con un tempo minimo per il raddoppio delle popolazioni di 4,5-14 anni e la vulnerabilità alla pesca, moderata, segna 40 su una scala di 100.

Non viene pescato a fini alimentari perché la carne è a rischio ciguatera per la presenza d’organismi velenosi nella loro dieta. Al più si mettono trappole per catturare i giovani destinati alla vita d’acquario. Dal 2008 Halichoeres radiatus figura quindi “LC, Least Concern”, cioè a “Minima Preoccupazione”, nella Lista Rossa IUCN delle specie in pericolo.

Sinonimi

Labrus radiatus Linnaeus, 1758; Julis crotaphus Cuvier, 1829; Julis cyanostigma Valenciennes, 1839, Julis opalina Valenciennes, 1839; Julis patatus Valenciennes, 1839; Iridio elegans Bean, 1906; Halichoeres irideus torquatus Parr, 1930.

 

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