Ipomoea cairica

Famiglia : Convolvulaceae


Testo © Pietro Puccio

 

L'Ipomoea cairica è un rampicante africano ed asiatico con fusti, lignificanti alla base, lunghi anche 5 m. Crescita rapida, copiosa fioritura ai tropici e virtù medicinali. Dalle radici si estrae amido commestibile © Giuseppe Mazza

L’Ipomoea cairica è un rampicante africano ed asiatico con fusti, lignificanti alla base, lunghi anche 5 m. Crescita rapida, copiosa fioritura ai tropici e virtù medicinali. Dalle radici si estrae amido commestibile © Giuseppe Mazza

La specie è originaria dell’Africa (Botswana, Capo Verde, Egitto, Eritrea, Etiopia, Kenya, Malawi, Mozambico, Somalia, Sudafrica, Swaziland, Zambia e Zimbabwe) e Asia (Cina meridionale, Filippine, Giappone, Giordania, India, Indonesia, Israele, Malaysia, Myanmar, Nepal, Pakistan, Papua Nuova Guinea, Sri Lanka, Taiwan, Thailandia, Vietnam e Yemen), dove vive spesso a ridosso delle spiagge o lungo le rive dei corsi d’acqua.

Il nome generico è la combinazione dei termini greci “ιψ” (ips) = verme e “ὁμοιος” (omoios) = simile, con riferimento al portamento volubile; il nome specifico è l’aggettivo latino “cairicus, a, um” = de Il Cairo.

Nomi comuni: Cairo morning-glory, coastal morning-glory, five-leaf morning-glory, ivy-leaved morning glory, mile-a-minute, mile-a-minute-vine, railroad-creeper, railway-creeper, railway glory (inglese); sitt el-hosn (arabo); wu zhao jin long (cinese); ipomée du Caire (francese); ipomea del Cairo (italiano); campainha, corda-de-viola, corriola, glória-da-manhã, ipoméia, jetirana, jitirana (portoghese – Brasile); bajuco, campanella, campanilla palmeada (spa- gnolo); palmwinde (tedesco).

L’ Ipomoea cairica (L.) Sweet (1826) è una specie rampicante o strisciante perenne, sempreverde, con radici tuberose e fusti volubili, lunghi fino a 5 m, che col tempo tendono a lignificare alla base, radicanti ai nodi. Le foglie, su un picciolo lungo 2-7 cm, sono alterne, palmate, di 4-9 cm di lunghezza, profondamente divise fino quasi alla base in 5 lobi da ovato-lanceolati a ellittici con margine intero o leggermente ondulato e apice mucronato, con le due coppie basali spesso a loro volta lobate, e lobo mediano lungo 4-5 cm e largo 2-2,5 cm. Infiorescenze ascellari, su un peduncolo lungo 2-8 cm, portanti uno o più fiori ermafroditi riuniti in cime, su un pedicello lungo 0,5-2 cm, con sepali ovati di circa 0,5 cm di lunghezza, corolla imbutiforme rosa, porpora o porpora rossastro, raramente bianca, con centro porpora violaceo scuro, di 4-6 cm di lunghezza e 5-7 cm di diametro. I frutti sono capsule sub globose, lunghe circa 1 cm, a 2 celle e 4 valve contenenti 4 semi (uno per ogni valva) ovoidi leggermente appiattiti, tomentosi, da marrone scuro a nero, lunghi circa 0,5 cm, con margini provvisti di lunghi peli sericei. Si propaga facilmente tanto da essersi naturalizzata in diverse aree tropicali e subtropicali comportandosi da infestante, coprendo vaste aree e soffocando la vegetazione nativa.

Si propaga per seme, preventivamente scarificato e mantenuto in acqua per due giorni, in terriccio sabbioso mantenuto umido alla temperatura di 22-24 °C, con tempi di germinazione di 1-3 settimane; si riproduce inoltre per propaggine e talea.

Specie vigorosa e di rapida crescita dalla copiosa fioritura che si protrae per gran parte dell’anno, coltivabile nelle regioni a clima tropicale, subtropicale e temperato caldo, dove può resistere a valori di temperatura fino a circa -4 °C, purché eccezionali e di breve durata, con perdita della parte aerea, altrove può essere coltivata come annuale. Richiede pieno sole e non è esigente riguardo al suolo, anche povero, roccioso o pietroso; particolarmente adatta a coprire velocemente recinzioni, scarpate o usata come tappezzante, va comunque tenuto presente nella sua collocazione che è una specie potenzialmente infestante.

L’amido estratto dalle radici veniva consumato cotto nel sud della Cina e in Polinesia in periodi di carestia; tutte le parti della pianta sono variamente utilizzate nelle medicine tradizionali delle diverse popolazioni.

Sinonimi: Convolvulus cairicus L. (1759); Ipomoea palmata Forssk. (1775); Ipomoea senegalensi Lam. (1791); Convolvulus tuberculatus Desr. (1792); Ipomoea pentaphylla Cav. (1794); Ipomoea stipulacea Jacq. (1797); Ipomoea cavanillesii Roem. & Schult. (1819); Ipomoea tuberculata (Desr.) Roem. & Schult. (1819); Ipomoea vesiculosa P. Beauv. (1819); Convolvulus cavanillesii (Roem. & Schult.) Spreng. (1825); Convolvulus limphaticus Vell. (1825); Batatas senegalensis G. Don (1837); Batatas cavanillesii (Roem. & Schult.) G. Don (1838); Ipomoea heptaphylla Griseb. (1862); Ipomoea funaria Larrañaga (1923).

 

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