Koumansetta rainfordi

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Testo © Giuseppe Mazza

 

Noto in inglese come “Old Glory”, cioè Vecchia gloria, Koumansetta rainfordi è un piccolo ghiozzo del Pacifico occidentale.

Noto in inglese come “Old Glory”, cioè Vecchia gloria, Koumansetta rainfordi è un piccolo ghiozzo del Pacifico occidentale © Rickard Zerpe

Koumansetta rainfordi Whitley, 1940, noto in inglese come “Old Glory”, cioè Vecchia gloria, appartiene alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, all’ordine dei Gobiiformes, ed alla famiglia dei Gobiidae, quella dei ghiozzi, una delle più ricche del mondo marino, che conta oltre 200 generi e quasi 2000 specie, caratterizzate dalla presenza di una ventosa ventrale nata dalla fusione delle pinne pelviche.

Nel Pacifico occidentale vi sono ancora tanti ghiozzi da scoprire ed in epoca recente le specie spuntano come funghi. È il caso di Koumansetta rainfordi che Whitley descrisse nel 1940 o Signigobius biocellatus il lavoro di Allen, che nel 1977 ci parla di un ghiozzo con due grandi occhi finti tipo gufo, da far paura, che confondono gli aggressori.

Nel mondo dei pesci il trucco dell’occhio finto lo usano in tanti. Camuffano con una banda verticale il vero, disegnandone uno fasullo verso la coda come per esempio Chaetodon plebeius.

Lungo al massimo 8,5 cm, Koumansetta rainfordi è un maestro di mimetismo fra i coralli. Reca due pinne dorsali. La prima, più alta, viene spesso ripiegata.

Lungo al massimo 8,5 cm, è un maestro di mimetismo fra i coralli. Reca due pinne dorsali. La prima, più alta, viene spesso ripiegata © Mark Rosenstein

Il predatore punta famelico a questo, convinto di centrare il capo, l’organo vitale più importante del pesce, ma l’assalto cade nel vuoto perché si trattava della coda e la vittima è ormai scomparsa con un rapido guizzo in avanti.

Un altro trucco, a parte i cambiamenti improvvisi di colore dovuti ai cromatofori in vari pesci come Scarus psittacus e le livree notturne, consiste nello spezzare la sagoma del pesce con strisce parallele, come in Acanthurus lineatus o Brachygenys chrysargyreum.

Koumansetta rainfordi usa entrambe le tecniche: un occhio nero cerchiato di giallo sulla seconda pinna dorsale ed altri due alla fine del peduncolo caudale, uno analogo e l’altro cerchiato di rosso, talora incompleto; finti occhi bianchi dorsali e 5 strisce orizzontali, arancioni o rossastre con bordi azzurrognoli su fondo grigio scuro verdastro, che lo rendono quasi invisibile nel variopinto ambiente madreporico. E, naturalmente, anche qui una striscia attraversa l’occhio mascherandolo.

La seconda reca un finto occhio per confondere i predatori seguito d’altri due alla fine del peduncolo caudale.

La seconda reca un finto occhio per confondere i predatori, seguito d’altri due alla fine del peduncolo caudale © uwkwaj

Il genere Koumansetta onora la memoria del naturalista olandese, Frederik Petrus Koumans, cui si deve la prima descrizione della specie nel 1938, mentre il termine specifico rainfordi, di Rainford in latino, rende omaggio al naturalista e viticoltore australiano Edward Henry Rainford, che nel 1924 raccolse esemplari di questo ghiozzo per l’Australian Museum.

Zoogeografia

Koumansetta rainfordi vive nel Pacifico occidentale: dall’Australia a Tonga. A nord raggiunge l’Indonesia, le Filippine e Taiwan.

È poi presente da Papua Nuova Guinea, alle Isole Salomone, Marshall e infine, poco prima di Tonga, alle Figi.

Ecologia-Habitat

Nel buio entrano in gioco i finti occhi bianchi del dorso. Le linee rosso arancio parallele spezzano il contorno di Koumansetta rainfordi, mentre una nasconde il vero occhio.

Nel buio entrano in gioco i finti occhi bianchi del dorso. Le linee rosso arancio parallele spezzano il contorno del pesce mentre una nasconde il vero occhio © John Turnbull

Koumansetta rainfordi nuota, solitario o in piccoli gruppi, fra le madrepore a 2-30 m di profondità. Non pare abbia bisogno di una tana, protetto com’è dalla sua livrea mimetica.

Morfofisiologia

Il corpo, moderatamente allungato e compresso lateralmente, può raggiungere gli 8,5 cm. Vi sono due pinne dorsali che recano in tutto 7 raggi spinosi e 15-17 molli. L’anale ha un raggio spinoso e 15-17 inermi; le pettorali 16-18 raggi: le pelviche sono fuse fra loro e la caudale è arrotondata.

I denti, minuscoli e appuntiti, sono spesso ricurvi verso l’interno, ma entrambe le mascelle recano denti caniniformi e quella superiore possiede una seconda fila di piccoli denti. Le scaglie, ctenoidi verso la coda, sono anteriormente cicloidi, dalle pettorali e la prima pinna dorsale a tutto il ventre e la nuca. Guancia e opercolo sono generalmente nudi o con poche scaglie cicloidi.

Dopo la fecondazione, le uova deposte nel nido scelto sul fondale vengono sorvegliate dal maschio fino alla schiusa. Koumansetta rainfordi non è una specie in pericolo

Dopo la fecondazione, le uova deposte nel nido scelto sul fondale vengono sorvegliate dal maschio fino alla schiusa. Non è una specie in pericolo © Nigel Marsh

Etologia-Biologia Riproduttiva

Koumansetta rainfordi si nutre di plancton e piccoli invertebrati. Dopo la fecondazione, le uova  deposte nel nido scelto sul fondale vengono sorvegliate dal maschio fino alla schiusa.

La resilienza della specie è alta, con un possibile raddoppio delle popolazioni in meno di 15 mesi e la vulnerabilità alla pesca, bassissima, segna appena 10 su una scala di 100. Dal 2015 Koumansetta rainfordi figura quindi “LC, Least Concern”, cioè come “Minima Preoccupazione”, nella Lista Rossa IUCN delle specie in pericolo.

Sinonimi

Amblygobius rainfordi (Whitley, 1940).

 

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