Lepanthes matamorosii

Famiglia : Orchidaceae


Testo © Pietro Puccio

 

La specie è originaria della Costa Rica dove cresce nella foresta pluviale montana intorno a 2600 m di altitudine.

L’etimologia del nome generico non è stata specificata dall’autore, secondo alcuni è la combinazione dei sostantivi greci “λεπίς” (lepis) = scaglia e “άνθος” (anthos) = fiore, con riferimento alla forma del fiore di molte specie. Altri ritengono derivi da “λέπος” (lepos) = corteccia e “άνθος” (anthos) = fiore, dato che le piante del genere vivono sulla corteccia degli alberi. Il nome specifico è dedicato al suo scopritore, il costaricano Daniel Matamoros.

Lepanthes metamorosii, Orchidaceae

Descritta solo nel 2011, la Lepanthes matamorosii è una piccola epifita nativa delle umide foreste pluviali in Costa Rica con corto rizoma e fusti eretti, sottili, di 3-4 cm © Giuseppe Mazza

La Lepanthes matamorosii Pupulin & Bogarín (2011) è una specie epifita con corto rizoma e fusti eretti sottili, alti 3-4 cm, ricoperti da guaine che terminano con una espansione imbutiforme ovato-acuminata con margine ciliato. I fusti sono provvisti all’apice di una foglia ovato-lanceolata con apice emarginato, lunga 2-3 cm e larga circa 1 cm, coriacea di colore verde intenso superiormente, soffusa di porpora inferiormente.

Lepanthes metamorosii, Orchidaceae

I fiori, tra i più grandi del genere, hanno destato subito l’interesse d’amatori e collezionisti © Giuseppe Mazza

Infiorescenze racemose, su un peduncolo lungo 2 cm, arcuate, portanti fiori, su un pedicello e ovario lungo 3-4 mm, che si aprono in successione. Sepalo dorsale ovato-ellittico con apice caudato e margini denticolati, di circa 2 cm di lunghezza e 0,6 cm di larghezza, unito alla base ai sepali laterali per una lunghezza di 1-2 mm, semitrasparente, di colore giallo pallido con venature porpora. Sepali laterali ovato-ellittici con apice caudato e margini denticolati, lunghi 2-2,3 cm e larghi circa 0,5 cm, uniti alla base per una lunghezza di circa 3 mm, di colore porpora con margini e appendici giallastri. Petali obtriangolari con apice caudato, di circa 6 mm di lunghezza e 2 mm di larghezza, di colore rosso porpora. Labello bilaminato, lungo 1-2 mm e largo circa 3 mm, di colore rosso porpora.

Si riproduce per seme, in vitro, e per divisione con ciascuna sezione provvista di almeno 3-4 fusti. Specie dai fiori tra i più grandi del genere che a pochi anni dalla sua scoperta ha destato notevole interesse presso amatori e collezionisti, richiede elevata luminosità, ma non sole diretto, temperature intermedie, umidità costantemente elevata, non avendo organi di riserva, superiore al 70 %, e continua leggera ventilazione.

Può essere montata su pezzi di corteccia o zattere di sughero o di radici di felci arborescenti, con sfagno alla base per mantenere l’umidità alle radici, oppure coltivata in piccoli vasi con composto drenante che può essere costituito da frammenti di corteccia (bark) di fine pezzatura, carbone vegetale e inerti con aggiunta di sfagno. Innaffiature regolari in modo da mantenere costantemente umido il substrato, ma senza ristagni, che possono causare marciumi, giornaliere per le piante montate, utilizzando acqua piovana, da osmosi inversa o demineralizzata. La sua collocazione ideale è una serra intermedia umida o un terrario dove è possibile regolare opportunamente tutti i parametri ambientali. In appartamento, può essere collocata dietro una finestra esposta ad est, con umidificatore per mantenere un elevato tasso di umidità o ponendo la pianta su un ampio sottovaso riempito di pietrisco o argilla espansa con uno strato d’acqua non a diretto contato col fondo del vaso.

La specie è iscritta nell’appendice II della CITES (specie per la quale il commercio è regolamentato a livello internazionale).

 

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