Leucophaeus atricilla

Famiglia : Laridae

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Testo © Dr. Davide Guadagnini

 

Il Leucophaeus atricilla è di casa prevalentemente in America © Giuseppe Mazza

Il Leucophaeus atricilla è di casa prevalentemente in America © Giuseppe Mazza

Il Gabbiano sghignazzante (Leucophaeus atricilla Linneus, 1758) è un uccello appartenente all’ordine dei Caradriformi (Charadriiformes), alla famiglia dei Laridi (Laridae), genere Leucophaeus, specie Leucophaeus atricilla.

Il nome del genere Leucophaeus è un termine latinizzato e deriva dall’aggettivo greco antico “leukophaés” (λευκοφαής) che significa bianco o dall’aggettivo “leukóphaios” (λευκóφαιος) che significa grigio-bianco / grigiastro. Entrambi questi aggettivi sono composti da “leukos” (bianco) e “phaos” (luce) e si riferiscono alla livrea del gabbiano.

Il termine “atricilla”, indicante la specie, deriva da “ater” = nero e con il suffisso “-illa”, cioè grigiastro con riferimento al colore delle parti superiori del tronco di questa specie.

Il nome comune di gabbiano sghignazzante si riferisce al rauco verso che emette “kee-agh” e che ha la sonorità di una risata rauca.

Zoogeografia

Il gabbiano sghignazzante ha un areale di distribuzione prevalentemente americano vivendo in buona parte del Nord e Sud America ad esclusione delle regioni dell’estremo nord-ovest, da un lato, e dell’estremo sud-est dall’altro.

È presente, come specie vagante, anche sulle coste atlantiche dell’Europa e del Nord Africa; meno frequente, ma talvolta presente, nel Mar Mediterraneo. Vagante anche in Australia e su alcune isole del Pacifico e dei Caraibi.

Ecologia-Habitat

Il gabbiano sghignazzante è una specie dall’ampia distribuzione e, nelle ultime decine d’anni, la sua popolazione sembra essere in espansione. Frequenta laghi, fiumi e loro foci, canneti, acquitrini, zone paludose e isole in genere ma essendo, come molti altri gabbiani, una specie opportunista è facile vederlo alimentarsi anche in zone urbanizzate dove arriva ad elemosinare il cibo agli uomini. Le popolazioni più nordiche migrano verso sud nel periodo invernale, in altre zone si comporta come specie stanziale.

Morfofisiologia

Ha una taglia intermedia tra la Gavina (Larus canus) e il Gabbiano comune (Chroicocephalus ridibundus) con una lunghezza di circa 36-45 cm e un’apertura alare di circa 98-112 cm. I sessi sono simili e la livrea differisce tra periodo estivo e invernale soprattutto riguardo la colorazione della testa.

Chiassoso com'è, merita pienamente l'appellativo di gabbiano sghignazzante. D'estate ha la testa scura © Mazza

Chiassoso com'è, merita pienamente l'appellativo di gabbiano sghignazzante. D'estate ha la testa scura © Mazza

In estate, questo gabbiano, presenta un cappuccio di color cioccolato scuro-quasi nero che interessa l’intera testa dalla base del becco all’inizio del collo.

L’occhio, che ha iride bruno-nera, è circondato da un bordino perioculare di pelle rossa e presenta sopra e sotto due linee perioculari di piume bianche che non si uniscono ne medialmente ne lateralmente e che formano due mezze-lune bianche.

La parte dorsale della livrea (dorso e quasi tutte le penne remiganti e copritrici delle ali) sono di un bel grigio scuro. L’ala ha le remiganti primarie parzialmente scure-nere (sia sotto che sopra). L’ala, grigia, ha un bordo posteriore bianco che termina, verso la punta, con alcune macchiette bianche presenti sulle estremità scure dell’ala. Il resto del corpo, dal collo al ventre alla coda, sono di colore bianco.

Le zampe sono di colore rosso-bruno scuro.

Il becco, che è leggermente allungato, presenta una sorta di piccola protuberanza ventrale sulla ranfoteca inferiore all’inizio del terzo finale. È di colore rosso con ombreggiature più scure alla base e un pò prima della punta.

Durante l’inverno il cappuccio è assente e rimane una leggera brinatura grigiastra che forma due linee non definite a livello dell’occhio e del foro auricolare. Questa specie può essere confusa con il gabbiano di Franklin (Leucophaeus pipixcan) che è però più piccolo e compatto, ha il becco più corto, le zampe più rossicce e le punte nere delle ali con maggior presenza di bianco rispetto al gabbiano sghignazzante; in inverno, al gabbiano di Franklin permane una sorta di mezzo cappuccio grigio-nerasstro.

Si nutre di tutto quello che trova: pesci, ma anche rifiuti e pane elemosinato all'uomo © Giuseppe Mazza

Si nutre di tutto quello che trova: pesci, ma anche rifiuti e pane elemosinato all'uomo © Giuseppe Mazza

Si può confondere anche con gli esemplari immaturi di Larus fuscus se osservati da lontano o come individui isolati.

Il gabbiano sghignazzante e il gabbiano di Franklin hanno una colorazione, del dorso, grigia decisamente più scura rispetto alle altre specie di gabbiani europei di taglia simile. Tale colorazione è simile a quella del Larus fuscus graellsii (sottospecie dell’ Europa dell’ovest).

Il gabbiano sghignazzante ha tre classi d’età con fenotipi diversi: l’adulto, già descritto.

Il giovane di un anno è grigiastro con qualche porzione brunastra, questa colorazione si spinge sul collo e sui fianchi. La coda ha colorazione grigio nerastra, soprattutto lateralmente, e l’ala ha colorazione grigio-nerastra con leggera squamatura; becco e zampe sono scure.

Il giovane del secondo anno di vita ha ancora collo grigiastro e qualche macchiettatura grigiastra verso la fine della coda. La livrea definitiva e la maturità sarà raggiunta a tre anni d’età. I sessi sono simili.

Etologia-Biologia riproduttiva

Si nutre prevalentemente d’invertebrati acquatici, insetti e pesci (che cattura tuffandosi) ma ha abitudini onnivore come la maggior parte dei gabbiani arrivando a nutrirsi di scarti alimentari e rifiuti reperiti in ambienti antropizzati. Può avere atteggiamenti parassitari e rubare il cibo ad altre specie come il Pellicano bruno (Pelecanus occidentalis). Alle volte preda uova e pulcini.

Giovane dell'anno. La testa è bianca e le piume della coda sono scure in fondo © Giuseppe Mazza

Giovane dell'anno. La testa è bianca e le piume della coda sono scure in fondo © Giuseppe Mazza

Durante la stagione riproduttiva ha abitudini costiere. Per riprodursi utilizza zone umide, paludi costiere, stagni e isole rocciose dando origine a colonie numerose.

Il nido è piuttosto grande e viene costruito sul terreno con erba e materiale vegetale in genere. Depone per lo più 3 uova (2-4) di colore bruno-giallastro-verdastre decisamente macchiate di bruno-marrone che ver- ranno incubate, da entrambi i genitori, per circa tre settimane o poco più (21-23 giorni). I pulcini che sono semi precoci, nascendo con gli occhi aperti e in grado di camminare dai primi giorni di vita, hanno una colorazione mimetica simile alle uova essendo bruno giallastri macchiettati di marrone. Vengono nutriti da entrambi i genitori per circa 35 giorni.

Sinonimi

Larus atricilla Linnaeus, 1758.

 

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