Livistona benthamii

Famiglia : Arecaceae


Testo © Pietro Puccio

 

La specie è originaria dell’Australia (Queensland e Territorio del Nord) e della Nuova Guinea meridionale dove vive nelle foreste pluviali e paludose, ai margini delle mangrovie, delle lagune e dei corsi d’acqua, dal livello del mare fino a circa 100 m di altitudine.

Il genere fu dedicato a Patrick Murray, barone di Livingston, che destinò nel 1670 la sua collezione ed il suo giardino ad orto botanico, divenuto poi l’attuale ‘Royal Botanic Garden Edinburgh’; la specie è dedicata al botanico inglese George Bentham (1800-1884).

Nomi comuni: Bentham’s fan palm, Benthams’s fountain palm, swamp cabbage palm (inglese).

La Livistona benthamii F.M.Bailey (1902) è una specie monoica a fiori ermafroditi, solitaria, con fusto eretto, di 16-20 m di altezza e 30-40 cm di diametro alla base, che si riduce gradualmente a 14-18 cm di diametro a circa 3 m dal suolo, fessurato verticalmente, di colore bruno chiaro con le tracce anulari delle cicatrici fogliari.

Nella parte inferiore del fusto, per un’altezza di 4-6 m, permangono per lungo tempo i monconi dei piccioli, lunghi fino a 50-60 cm, disposti pressoché orizzontalmente.

Livistona benthamii, Arecaceae

Monoica, alta anche 20 m, la Livistona benthamii è nativa dell’Australia e della Nuova Guinea. Si adatta bene in coltura al clima mediterraneo. L’apice vegetativo è edule ma comporta purtroppo la morte della pianta © Giuseppe Mazza

Le foglie sono costapalmate, ondulate, pressoché circolari, lunghe 0,8-1,5 m, di colore verde intenso e lucide superiormente, leggermente più chiaro inferiormente, divise in 60-80 segmenti, larghi 2,5-3 cm, uniti alla base per circa 1/3-1/4 della loro lunghezza, la parte libera è a sua volta divisa fino a circa la metà in due segmenti lineari-lanceolati con apice acuto leggermente divergenti e pendenti.

I piccioli, lunghi 1,4-2 m e larghi e 1-2 cm, di colore verde chiaro tranne in prossimità della base dove presentano sfumature bruno rossicce, sono provvisti nella metà inferiore di spine bruno nerastre irregolarmente disposte e variamente ricurve, di lunghezza variabile fino a 1 cm, pressoché inermi nella parte restante; la base fogliare si disgrega per buona parte in una massa fibrosa che circonda il fusto.

Infiorescenze tra le foglie (interfogliari), di lunghezza inferiore o uguale a quella dei piccioli, di colore da bianco crema a giallastro, con ramificazioni di secondo ordine e numerose rachille, di varia lunghezza fino a circa 12 cm, con minuscoli fiori ermafroditi sessili, solitari o in gruppi di 2-3, con 6 stami uniti alla base e 3 carpelli liberi alla base e uniti all’apice a formare un unico stilo con stimma trilobato.

È stato osservato che nelle popolazioni in natura vi sono piante fruttificanti ed altre no, anche se non si riscontrano differenze tra i fiori, questo farebbe supporre un certo comportamento dioico “de facto” degno di approfondimento. Frutti da obovoidi a piriformi, di 0,9-1,1 cm di lunghezza e circa 1 cm di diametro, di colore nerastro a maturità, contenenti un solo seme globoso, di circa 0,8 cm di diametro, di colore bruno scuro.

Si riproduce per seme, preventivamente tenuto in acqua per tre giorni, in terriccio organico drenante mantenuto umido alla temperatura di 26-28 °C, con tempi di germinazione da 1 a 4 mesi.

Simile per aspetto alle più note e diffuse Livistona australis e Livistona decora, ma con dimensioni più contenute, una chioma più folta e i caratteristici lunghi residui dei piccioli nella parte inferiore del fusto, a meno di non essere accorciati in natura dai cicloni o dal fuoco e manualmente in coltivazione per motivi di sicurezza a causa delle spine.

Nonostante provenga da zone tropicali umide, si è dimostrata adattabile al clima temperato caldo come quello di tipo mediterraneo, dove può resistere, da adulta, a temperature fino a circa -3 °C, se eccezionali e di breve durata. Richiede una parziale ombreggiatura nella fase giovanile, poi anche il pieno sole, e si adatta a diversi tipi di suolo, da leggermente acidi a leggermente alcalini, anche se preferisce quelli ricchi di sostanza organica mantenuti pressoché costantemente umidi. Sopporta moderatamente gli aerosol salini e brevi periodi di siccità, ma trae vantaggio da regolari innaffiature nei climi con lunghe estati calde e secche. Le piante giovani presentano foglie profondamente incise con segmenti sottili, particolarmente attraenti, e sono un ottimo soggetto da coltivare in vaso per la decorazione di ambienti luminosi.

L’apice vegetativo è edule (ma comporta la morte della pianta) e veniva consumato in passato dagli aborigeni come ortaggio.

Sinonimi: Livistona holtzei Becc. (1921); Livistona melanocarpa Burret (1939).

 

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