Malpighia glabra

Famiglia : Malpighiaceae


Testo © Pietro Puccio

 

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La Malpighia glabra è un arbusto di 3-5 m, con frutti di 1-2 cm, molto ricchi in vitamina C © Giuseppe Mazza

La specie è originaria dell’America Settentrionale (U.S.A.-Texas e Messico), Centrale (Belize, Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua e Panama), Meridionale (Brasile, Colombia, Guyana Francese, Perù e Venezuela) e Caraibi (Antille Olandesi, Cuba, Giamaica, Haiti e Repubblica Dominicana), dove cresce ai margini delle foreste sia umide che stagionali dal livello del mare fino a 1500 m di altitudine.

Il genere è dedicato al medico e fisiologo italiano Marcello Malpighi (1628-1694); il nome specifico deriva dall’aggettivo latino “glaber” = glabro, liscio, con riferimento alla superficie fogliare liscia.

Nomi comuni: acerola, Antilles cherry, Barbados-cherry, West-Indian-cherry, wild crape-myrtle (inglese); cerisier, cerise de St. Domingue (francese); cerejeira (portoghese); acerola, careza, careza colorada, escobillo, grosella (spagnolo).

La Malpighia glabra L. (1753) è un arbusto o piccolo albero semideciduo alto 3-5 m con un tronco di 10 cm di diametro dalla corteccia di colore grigio-bruno. Le foglie sono opposte, semplici con margine intero, ovato-lanceolate, lunghe 2-8 cm e larghe circa 2 cm, di colore verde scuro lucido superiormente, ricoperte inizialmente da un tomento grigio inferiormente.

I fiori sono riuniti, in numero di 3-7, in ombrelle ascellari, presentano 5 petali tondeggianti, assottigliantisi alla base, rosati e dai bordi crespati, lunghi circa 6 mm.

Il frutto è una drupa globosa, a tre lobi più o meno accennati, di 1-2 cm di diametro, che matura dopo circa 3 settimane dalla fioritura diventando da verde a rosso, quindi rosso giallastro, con polpa succosa di colore arancio contenente tre piccoli semi; il sapore è acido o acidulo, ma esistono varietà di sapore piuttosto dolce.

Si riproduce per seme e molto facilmente per talea in terriccio sabbioso mantenuto umido, le piante possono iniziare a fruttificare, da seme, dopo due, tre anni, da talea anche dopo un anno.

Specie ben nota per l’elevato contenuto di acido ascorbico (vitamina C), 1,5-3,5% in peso, dei suoi frutti, utilizzati industrialmente per il succo che viene aggiunto a diverse bevande per aumentarne il contenuto, a tale scopo il frutto viene raccolto ancora verde quando la presenza di vitamina C è massima. Il frutto contiene anche vitamina A e B, flavonoidi, carotenoidi e minerali.

Localmente, oltre che sotto forma di succo, i suoi frutti vengono consumati anche freschi, in tal caso vanno conservati per non più di due, tre giorni, essendo velocemente deperibili, o utilizzati per preparare conserve e marmellate.

Specie adatta a climi tropicali e subtropicali, piante giovani muoiono già a temperature di -1 °C, in piante adulte il fogliame si danneggia intorno a -3 °C, il piede della pianta pare possa resistere fino a -5 °C.

L’esposizione ideale è in pieno sole, sopporta anche una leggera ombreggiatura, ma fruttifica di meno. Non è particolarmente esigente riguardo al suolo potendo crescere indifferentemente in quelli rocciosi, sabbiosi o argillosi, neutri o alcalini, purché ben drenati, non sopportando ristagni d’acqua che possono essere letali.

La sua fioritura è legata alla disponibilità di acqua, se questa non manca la fioritura può protrarsi dalla primavera all’autunno, può in ogni caso sopportare, ben radicata, lunghi periodi di siccità, ma in tal caso non fiorisce e può arrivare a perdere le foglie.

Ha anche una utilizzazione come pianta ornamentale, come esemplare isolato, o per siepi e bordure, sopportando le potature; le innaffiature devono essere regolari in estate nei climi caldi e secchi.

Sinonimi: Malpighia punicifolia L. (1762); Malpighia nitida Mill. (1768); Malpighia biflora Poir. (1787); Malpighia fallax Salisb. (1796); Malpighia lucida Pav. ex A. Juss. (1840); Malpighia semeruco A.Juss. (1840); Malpighia lucida Pav. ex Moric. (1841); Malpighia peruviana Moric. (1841); Malpighia undulata A. Juss. (1843); Malpighia neumanniana A. Juss. (1846); Bunchosia parvifolia S.Watson (1889); Malpighia myrtoides Moritz ex Nied. (1928).

 

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