Myrtillocactus geometrizans

Famiglia : Cactaceae


Testo © Pietro Puccio

 

Il Myrtillocactus geometrizans (Mart.) Console (1897) è originario del Messico centrale e meridionale (Distretto Federale e stati di Hidalgo, Oaxaca, Puebla, Queretaro, San Luis Potosi, Tamaulipas, Tlaxcala e Veracruz) dove cresce in boschi tropicali decidui e boscaglie xerofile tra 1000 e 2000 m di altitudine.

Il nome generico è la combinazione del termine latino “myrtillus” = mirtillo e cactus, con riferimento ai frutti simili a quelli del mirtillo (Vaccinium myrtillus); il nome specifico deriva dal latino “geometria” = geometria, con probabile riferimento alla sua struttura simmetrica.

Nomi comuni: “bilberry cactus”, “blue candle”, “blue-flame”, “blue myrtle cactus”, “our-father”, “whortleberry cactus” (inglese); “chandelle bleue” (francese); “cacto-vela-azul” (portoghese); “garambullo”, “mirtilocactus”, “padre nuestro”, “quisco” (spagnolo); “heidelbeerkaktus”, (tedesco).

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Il Myrtillocactus geometrizans del Messico forma strutture colonnari a candelabro alte anche 5 m. I frutti blu eduli, di 10-20 mm, ricordano i mirtilli. Esiste anche una forma orticola crestata © Giuseppe Mazza

Specie colonnare molto ramificata che forma col tempo una fitta struttura a candelabro, fino a 5 m di altezza e larghezza, di fusti arcuati, ascendenti, di circa 10 cm di diametro, di colore verde bluastro.

I fusti presentano 5-6 costole con margine arrotondato e areole ellittiche di 5-19 mm di lunghezza distanziate tra loro di 2-3,5 cm; queste sono dotate di 5-9 spine radiali rigide di 2-10 mm di lunghezza, di colore rosso bruno tendente al grigio col tempo, e una spina centrale, quando presente, lunga 2-6 cm, nera tendente al grigio.

I fiori, di 2-3 cm di lunghezza e 2.5-3,5 cm di diametro, nascono in gruppi di 5-9 da ciascuna areola; presentano tepali oblunghi di 8-15 mm di lunghezza e 4-7 mm di larghezza, di colore verde giallastro con margine dentato quelli esterni, bianco giallastro quelli interni.

I frutti sono globosi, lunghi 10-20 mm, di colore simile ai mirtilli, con polpa edule contenente semi lunghi 1-2 mm.

Si riproduce per seme e per talea, da far radicare ben asciutta in piena estate. Specie di grande valore ornamentale e paesaggistico, per forma e colore, ideale complemento di grandi giardini “desertici” in aree dagli inverni miti e secchi.

Va coltivata in pieno sole, o comunque alla massima luminosità possibile, su terricci particolarmente drenanti, essendo piuttosto sensibile al marciume radicale per umidità stagnante, che possono essere costituiti per circa il 50% da comune terra da giardino concimata e per la restante parte, in ugual misura, da sabbia (o agriperlite) e pietrisco frantumato.

Può sopportare, in terreno asciutto e per breve periodo, temperature fino a circa -4 °C, ma è preferibile non esporla a temperature inferiori a +8 °C per evitare la formazione di antiestetiche macchie e suberificazioni sulla superficie dei fusti; pertanto, dove il clima non consente la coltivazione all’aperto, va coltivata in vasi abbastanza capienti con le stesse modalità prima indicate. In estate, durante il periodo vegetativo, va annaffiata con regolarità, ma lasciando asciugare completamente il terriccio prima di ridare acqua, in inverno va tenuta asciutta. La specie è una delle più utilizzate dai collezionisti come porta innesto e sono molto apprezzate e ricercate le forme crestate.

Nei luoghi di origine vengono consumati sia i fiori, bolliti o fritti, che i frutti, freschi o secchi. La specie è iscritta nell’appendice II della Cites (specie per la quale il commercio è regolamentato a livello internazionale).

Sinonimi: Cereus geometrizans Mart. ex Pfeiff. (1837); Cereus pugioniferus Lem. (1838); Myrtillocactus grandiareolatus Bravo (1932); Myrtillocactus geometrizans var. grandiareolatus (Bravo) Backeb. (1960).

 

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