Nepenthes rajah

Famiglia : Nepenthaceae


Testo © Prof. Pietro Pavone

 

Pianta carnivora classificata a rischio estinzione nella Lista Rossa IUCN, Nepenthes rajah cresce in un’area molto ristretta del Borneo

Pianta carnivora classificata a rischio estinzione nella Lista Rossa IUCN, Nepenthes rajah cresce in un’area molto ristretta del Borneo © Hermine Kolb

Nepenthes rajah Hook. f. è (1859) è una pianta carnivora della famiglia Nepenthaceae che vive nell’isola di Borneo nel sud-est asiatico in un’area molto ristretta limitata al Monte Kinabalu (4.101 m) e al Monte Tambuyukon (2.579 m), nello Stato di Sabah della Malesia. La geologia e il clima di queste montagne hanno dato origine a numerose specie endemiche, in particolare piante carnivore e orchidee. A protezione di questa notevole biodiversità è stato creato, nel 1964, il Parco nazionale del Kinabalu esteso per 754 km².

Nepenthes rajah è una specie montana che cresce su siti aperti e umidi, in foreste muschiate, su creste o smottamenti, su suoli ultramafici, tra 1500-2650 m.

Particolare di un ascidio inferiore con piccole prede nel liquido digestivo. Può raggiungere i 40 cm con una capacità di 2 litri

Particolare di un ascidio inferiore con piccole prede nel liquido digestivo. Può raggiungere i 40 cm con una capacità di 2 litri © Tom Ballinger

Questa pianta fu raccolta per la prima volta nel 1858 da Sir Hugh Low (1824-1905) sul monte Kinabalu e descritta l’anno successivo da Joseph Dalton Hooker (1817-1911) in “The Transactions of the Linnean Society of London” volume XXII.

Hooker volle dedicarla all’avventuriero britannico Sir James Brooke (1803-1868) al quale il sultano del Brunei, Omar Ali Saifuddin II (1828-1852), per i suoi meriti nella lotta alla pirateria e alla repressione di una rivolta, gli concesse un vasto territorio nel nord-occidentale dell’isola del Borneo, fu così il primo Rajah bianco del regno di Sarawak.

Gli insetti che cadono nel pozzetto non riescono più a risalire e le punte acuminate all’interno del bordo bloccano con le pareti scivolose ogni tentativo

Gli insetti che cadono nel pozzetto non riescono più a risalire e le punte acuminate all’interno del bordo bloccano con le pareti scivolose ogni tentativo © Hermine Kolb

L’epiteto specifico rajah significa in malese appunto “re” e grazie alle grandi dimensioni degli ascidi questa pianta fu chiamata localmente “Re di Nepenthes” ma anche “Brocca gigante malese” o semplicemente “Brocca gigante”.

Nepenthes rajah è una pianta con lo stelo che cresce lungo il terreno e tende ad arrampicarsi su altre piante fino a raggiungere i 6 m di lunghezza, anche se di norma non supera i 3 m. Il suo diametro varia da 15 a 30 mm.

Le piante giovani sono coperte da peli bianchi mentre le piante mature ne sono generalmente prive.

Un variopinto ascidio superiore. È molto più piccolo e può crescere anche a diversi metri dal suolo dato che la pianta si arrampica fino a 6 m con un solido fusto di 15-30 mm. Qui le prede sono principalmente formiche mentre quelli in basso intrappolano anche piccoli vertebrati come rane, lucertole e persino uccelli

Un variopinto ascidio superiore. È molto più piccolo e può crescere anche a diversi metri dal suolo dato che la pianta si arrampica fino a 6 m con un solido fusto di 15-30 mm. Qui le prede sono principalmente formiche mentre quelli in basso intrappolano anche vertebrati come rane, lucertole e persino uccelli © Vincent Bazile

Nepenthes rajah non produce stoloni, come alcune altre specie del genere, ma le piante più vecchie spesso formano ramificazioni basali.

Le foglie sono prodotte a intervalli regolari lungo il fusto e hanno piccioli inguainanti lo stelo. Raggiungono grandi dimensioni e sono di consistenza coriacea con un margine esterno ondulato. I viticci sono inseriti a circa 5 cm sotto l’apice fogliare e possono raggiungere i 50 cm. Questa caratteristica è più pronunciata in Nepenthes rajah rispetto ad altre specie di Nepenthes, ad eccezione di Nepenthes clipeata. La lamina varia da oblunga a lanceolata lunga fino a 80 cm e larga fino a 15 cm. Il picciolo è canalicolato, alato, lungo fino a 15 cm, di spessore meno di 1 cm, dilatato alla base, con guaina che circonda il fusto per 3/4 della circonferenza.

Gli ascidi sono urceolati, alti 20-41 cm e 11-20 cm larghi, con una capacità fino a 2 litri. Il loro colore esterno varia da rosso a viola mentre all’interno sono generalmente di colore verde lime e talora viola. Le due ali sono fimbriate e si estendono dalla base dell’ascidio fino all’apertura e possono essere larghe da 6 a 25 mm. La regione ghiandolare (circa 300-800 ghiandole per cm²) si estende sull’intera superficie interna dell’ascidio. L’apertura può essere orizzontale oppure obliqua.

Il peristoma è notevolmente espanso, smerlato, prolungato sul lato interno in una lamina perpendicolare larga 10-20 mm. Le costole distano tra loro 0,5-1 mm sul lato interno, 1–2 mm sul margine esterno. I denti sono evidenti, quelli del margine interno da 2 a 4 volte più lunghi che larghi. Il coperchio, più grande dell’apertura, varia da ovato a oblungo, arrotondato all’apice, cordato alla base. La sua superficie inferiore è ricoperta da molte ghiandole prominenti. Lo sperone è lungo fino a 20 mm, non ramificato. Gli ascidi superiori sono meno numerosi, più piccoli, a forma conica, di colore chiaro generalmente giallo, con ali ridotte a costole.

Come tutte le specie di Nepenthes, Nepenthes rajah è dioica, cioè ogni pianta produce o solo fiori maschili o solo fiori femminili. Emanano fragranze allettanti e zuccherine che attirano gli insetti. I fiori maschili hanno tepali da ellittici a oblunghi lunghi fino a 8 mm con stami con i filamenti saldati in colonna (3-4 mm) e antere disposte a spirale. I fiori femminili hanno tepali più stretti dei maschili. L’ovario è supero.

Infiorescenza maschile, lunga anche 80-120 cm, ricurva per il peso dei fiori

Infiorescenza maschile, lunga anche 80-120 cm, ricurva per il peso dei fiori © Martin Guenther

Le infiorescenze maschili hanno un rachide cilindrico lungo fino a 80 cm, talora fino a 120 cm, spesso 10 mm alla base e circa 7 mm alla sommità. La porzione priva di fiori varia da 20 a 40 cm e i fiori, senza brattee, sono regolari, di colore variabile dal giallo-verde all’arancio, portati da peduncoli bifidi, gli inferiori, con due fiori, lunghi 20–25 mm e uniflori i superiori gradualmente più corti. L’infiorescenza femminile è generalmente simile a quella maschile, ma i tepali sono un po’ più stretti. Il racemo fruttifero è formato da capsule, piuttosto turgide, lunghe da 10 a 20 mm, color arancio-bruno, densamente ricoperti di tomento color ruggine.

I semi sono filiformi, lunghi 3–8 mm.

Gli ascidi di Nepenthes rajah sono regolarmente visitati da due specie di mammiferi: il Toporagno di montagna (Tupaia montana Thomas, 1892) e il Ratto sommitale (Rattus baluensis Thomas, 1894). Entrambi si nutrono del nettare prodotto dalle ghiandole presenti nei coperchi e nello stesso tempo defecano all’interno dell’ascidio.

Nepenthes rajah è in grado di intrappolare anche piccoli vertebrati come rane, lucertole e persino uccelli, anche se questi non rappresentano la norma. Insetti, e in particolare formiche, costituiscono le prede più diffuse sia degli ascidi inferiori sia in quelli superiori o aerei.

Gli ascidi ospitano anche un gran numero di altri organismi molto specializzati, detti nepentebionti, che non possono sopravvivere da nessun’altra parte, ma portano reciproco vantaggio.

In genere sono larve di zanzare e batteri (infauna) che ricevono domicilio, protezione e cibo dalla pianta, mentre in cambio aiutano ad abbattere le prede e facilitare la digestione.

Negli ascidi di Nepenthes rajah vivono, allo stato larvale, due specie di zanzare endemiche della zona più settentrionale del Borneo: Culex rajah Tsukamoto, 1989 e Toxorhynchites rajah Tsukamoto, 1989.

I fiori maschili, con i filamenti degli stami saldati in colonna e antere disposte a spirale, hanno quattro tepali lunghi fino a 8 mm. Inizialmente sono gialli verdastri, poi aranciati, assumono col tempo varie tonalità di rosso

I fiori maschili, con i filamenti degli stami saldati in colonna e antere disposte a spirale, hanno quattro tepali lunghi fino a 8 mm. Inizialmente sono gialli verdastri, poi aranciati, assumono col tempo varie tonalità di rosso © Eric Hunt

Come Nepenthes aristolochioides, Nepenthes khasiana ed altre, Nepenthes rajah è una specie classificata a elevato rischio di estinzione  nella Lista Rossa IUCN delle specie minacciate (Endangered, EN). È anche elencata nella Tabella I, Parte II della Wildlife Conservation Enactment (1997) e nell’Appendice I della CITES che vieta il commercio internazionale di piante raccolte in natura.

Tuttavia, a causa della sua popolarità tra i collezionisti, molte piante sono state rimosse illegalmente dall’ambiente naturale, anche se la sua distribuzione rientra interamente nei confini del Parco Kinabalu. Questa raccolta indiscriminata, fatta principalmente negli anni ‘70 del secolo scorso, ha portato alla riduzione notevole di alcune popolazioni e pertanto la specie è stata inclusa nell’appendice I CITES nel 1981, insieme a Nepenthes khasiana Hook.f.

Nell’appendice I sono presenti solo queste due specie mentre tutte le altre Nepenthes sono trattate nell’Appendice II.

Tuttavia, la raccolta illegale non è l’unica minaccia per questa pianta. Il fenomeno climatico El Niño del 1997/98 ha avuto un effetto catastrofico sulle Nepenthes presenti sul monte Kinabalu a causa della siccità che ne seguì che ha gravemente ridotto le popolazioni naturali anche per gli incendi in ben 9 località del Kinabalu Park, coprendo un’area di circa 25 chilometri quadrati.

Durante questo fenomeno molte piante furono temporaneamente trasferite nei vivai del parco per salvarne almeno alcune che in seguito sono state ripiantate negli ambienti naturali nel Nepenthes Garden di Mesilau.

Nell’area ultramafica Pig Hill situata a circa 2000 m sul livello del mare, sul lato sud-orientale del Monte Kinabalu, si trova l’ibrido naturale Nepenthes × alisaputrana J.H.Adam & Wilcock che ha avuto origine dall’incrocio tra Nepenthes burbidgeae Hook.f. ex Burb. con Nepenthes rajah.

Per la coltivazione bisogna tener presente che Nepenthes rajah è una specie highland, necessita, quindi, delle condizioni che si hanno nelle montagne tropicali, temperature non oltre i 30 °C di giorno e un salto termico di circa 15 °C di notte. Dunque, giornate calde e notti con temperature che variano da 10 a 15 ℃.  La mancata osservanza di questo requisito quasi certamente condannerà, a lungo termine, la pianta o, nella migliore delle ipotesi, la limiterà a rimanere piccola e insignificante.

Inoltre, come tutte le Nepenthes, richiede umidità (da 65 al 75% a oltre il 95%) per crescere bene anche se da giovane è meno esigente.

Giovane esemplare in crescita. Fuori dal suo ambiente la coltivazione non è facile. Occorre un’illuminazione artificiale per avere 12 ore di luce intensa, e partendo dal seme occorrono 10 anni per vedere questa specie in fiore

Giovane esemplare in crescita. Fuori dal suo ambiente la coltivazione non è facile. Occorre un’illuminazione artificiale per avere 12 ore di luce intensa, e partendo dal seme occorrono 10 anni per vedere questa specie in fiore © Eric Hunt

Nel suo habitat abituale, Nepenthes rajah cresce in zone aperte pertanto in coltivazione va tenuta esposta alla luce. Molti coltivatori utilizzano lampade ad alogenuri metallici da 500 a 1000 watt. Un fotoperiodo di 12 ore è paragonabile a quello sperimentato in natura, poiché il Borneo si trova all’equatore.

Per i rinvasi si può utilizzare il muschio di sfagno a fibra lunga ma si possono usare, con risultati identici, miscele con uno qualsiasi dei seguenti elementi: torba, perlite, vermiculite, sabbia, roccia lavica, pomice, fibra di Osmunda, corteccia di orchidea e carbone da orticoltura.

Il terriccio deve essere ben drenato e non eccessivamente compresso. Il muschio è ottimo per trattenere l’umidità vicino alle radici. La miscela dovrebbe essere metodicamente saturata in acqua prima di invasare la pianta.

Poiché Nepenthes rajah ha un apparato radicale esteso, si suggerisce di utilizzare un vaso grande per consentire la corretta crescita dell’apparato radicale.

Ciò elimina anche la necessità di ripetuti rinvasi, che possono portare la pianta a shock da trapianto e a possibile morte.

Per l’irrigazione si consiglia utilizzare acqua purificata con osmosi inversa oppure distillata. Tuttavia sono da evitare i ristagni poiché potrebbero causare marciume radicale.

Nepenthes rajah è una pianta carnivora e, come tale, si possono inserire negli ascidi insetti per consentirle di recuperare elementi come azoto, fosforo e potassio anche se ciò non è essenziale per l’agricoltura produttiva.

L’uso di fertilizzanti chimici è sconsigliato perché si possono sviluppare agenti patogeni e scarsi effetti benefici.

Nepenthes rajah ha una crescita lenta e, in condizioni ottimali, può raggiungere la fioritura non prima dei dieci anni dalla germinazione dei semi.

 

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