Opisthocomus hoazin

Famiglia : Opisthocomidae

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Testo © Prof. Giorgio Venturini

 

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La distribuzione dell'Opisthocomus hoazin è localizzata esclusivamente a est cordigliera delle Ande, nei bacini dell’Orinoco e del Rio delle Amazzoni e nella zona costiera della Guyana e del Surinam fin verso 300 m di quota © Venturini

L’Hoazin o Hoatzin (Opisthocomus hoazin Müller 1776) appartiene alla classe Aves, ordine Opisthocomiformes, famiglia Opisthocomidae.

Nomi locali. Perù: Hoazin, Shansho; Guyana: Sassa; Venezuela: Chenchena; Colombia: Pava hedionda; Bolivia: Serere; Brasile: Cigana, Catingueira.

Il nome generico Opisthocomus deriva dal greco opisthen (οπισθεν) = dietro, posteriormente e kome (κομη) = chioma, ciuffo, e si riferisce alla caratteristica più vistosa del piumaggio dell’uccello, cioè la cresta rivolta all’indietro.

L’hoazin è una specie monotipica la cui posizione tassonomica è stata a lungo discussa ed è tuttora incerta. Fin da quando è stato descritto per la prima volta, da Müller nel 1776, ci sono state più controversie sulla sua posizione sistematica che su qualunque altro uccello.

Müller infatti lo classificò inizialmente come Phasianus hoazin, suggerendo una affinità con i Galliformes. In seguito fu considerato affine ai Cuculiformes, ai Tinamidae, ai Cracidae, ai Columbidae e ad altri gruppi.

Negli anni più recenti è prevalsa la tendenza a considerarlo affine ai Cuculiformes, anche se contestata da molti studiosi.

La difficoltà è certamente dovuta al fatto che l’hoazin, sia da un punto di vista morfologico che da quello comportamentale, non è facilmente inquadrabile in alcuno dei gruppi di uccelli viventi. È probabile che questo uccello sia andato per molto tempo incontro ad una evoluzione indipendente, mantenendo alcune caratteristiche primitive ed evolvendone altre più specializzate.

Fino a tempi molto recenti quindi è rimasto oggetto di controversie definire quali potessero essere i parenti più prossimi di questo uccello. La maggior parte dei tassonomi oggi tende a considerare l’esistenza di un ordine separato, quello degli Opisthocomiformes, con un unico genere, Opisthocomus. Soltanto nel 2014 la analisi della sequenza completa del DNA ha permesso di inserire gli Opisthocomiformes in un clade (ramo evolutivo) vicino a quelli dei Gruiformes (cioè affini alle gru) e dai Charadriiformes (cioè affini ai gabbiani o ai pivieri).

Il fatto che i nidiacei dell’Hoazin presentino due unghie sulle ali e che l’antico dinosauro pennuto Archaeopteryx, che è stato considerato come una potenziale forma di transizione tra i dinosauri e gli uccelli, avesse tre dita dotate di unghie su ciascuna ala aveva indotto in passato alcuni studiosi a pensare che l’hoazin discendesse dall’Archaeopteryx, e che dovesse essere considerato come il più primitivo tra gli uccelli viventi. In realtà oggi si pensa che le unghie dei giovani hoazin abbiano una origine molto più recente e rappresentino un adattamento secondario legato al fatto che i nidiacei, prima di aver imparato a volare, necessitano spesso di abbandonare il nido e di arrampicarsi sui cespugli per proteggersi dai predatori, utilizzando per questo le unghie.

Forme fossili simili all’hoazin datate dal tardo Eocene al primo Miocene sono state ritrovate nel Wyoming, in Argentina, nell’Africa sub-sahariana e in Francia il che suggerisce che per il passato l’area di distribuzione di forme analoghe potesse essere maggiore di quella attuale.

Dal punto di vista morfologico e comportamentale, non è facilmente inquadrabile in alcun gruppo d'uccelli viventi © Giorgio Venturini

Dal punto di vista morfologico e comportamentale, non è facilmente inquadrabile in alcun gruppo d'uccelli viventi © Giorgio Venturini

Zoogeografia

La distribuzione dell’hoazin è esclusiva- mente a est delle Ande, nei bacini dell’Orinoco e del Rio delle Amazzoni e nella zona costiera della Guyana e del Surinam.

Le caratteristiche dell’acqua, dolce, salmastra o salata, sono indifferenti, dal momento che gli uccelli si adattano a nutrirsi di numerosi vegetali diversi.

Nelle regioni costiere la specie è spesso associata alle mangrovie (Avicennia).

Ecologia-Habitat

L’habitat dell’hoazin è limitato alla vegetazione ripariale delle regioni pianeggianti neo-tropicali, in una fascia di altitudini tra i 5 e i 300 m, anche se raramente sono avvistati esemplari fino ai 500 m.

L’habitat richiede una vegetazione densa associata all’acqua, ricadente su fiumi limacciosi, anse relitte, lagune e stagni. Questa fitta vegetazione fornisce all’uccello tutte le sue necessità, compresi cibo, rifugio e nido.

All’interno di ambienti con queste caratteristiche gli hoazin si distribuiscono in modo irregolare, con forti concen- trazioni in alcune zone, mentre altre zone apparentemente simili vengono ignorate.

La restrizione dell’habitat dell’hoazin ai fitti alberi, ai rampicanti e agli arbusti che bordano le acque delle pianure delle regioni neotropiche è verosimilmente una conseguenza della scelta evolutiva dell’uccello per una dieta a base di foglie e del derivante tipo di digestione. Ciò ha condotto alle modifiche anatomiche necessarie per accogliere il grande intestino anteriore e alla lenta digestione, fattori che contribuiscono a limitare la capacità di movimento con le sue conseguenze comportamentali.

Gli hoazin sono altamente sociali per tutta la durata dell’anno e talvolta si avvistano in gruppi numerosi di oltre 40 esemplari. Due adulti talvolta si posano a stretto contatto corporeo. Durante la stagione dell’accoppiamento gli uccelli occupano piccoli territori esclusivi anche strettamente ravvicinati, mentre nel periodo non riproduttivo vivono in grandi gruppi mescolati.

Quando piove spesso gli hoazin si espongono alla pioggia aprendo le ali ed arruffando le penne, poi si asciugano volgendo il dorso al sole e stendendo le penne remiganti.

Simile a un fagiano ha un caratteristico ciuffo eretto color ruggine di 4-8 cm. Occhio rosso circondato da un’area nuda blu. Livrea elegante ma voce e odore sgradevole, tanto che in America lo chiamano "uccello puzzolente" © Giorgio Venturini

Simile a un fagiano ha un caratteristico ciuffo eretto color ruggine di 4-8 cm. Occhio rosso circondato da un’area nuda blu. Livrea elegante ma voce e odore sgradevole, tanto che in America lo chiamano “uccello puzzolente” © Giorgio Venturini

È possibile che questi comportamenti, insieme all’abitudine di pulirsi le penne con il becco servano per eliminare i numerosi ectoparassiti. Non sono mai stati descritti comportamenti di pulizia reciproca, non ostante il gran numero di ectoparassiti che questi uccelli ospitano.

Lo studio dei parassiti che infestano gli hoazin ha evidenziato forme specifiche per questo uccello come anche forme condivise con altri uccelli dello stesso habitat, ma la speranza di riscontrare delle correlazioni precise con parassiti di altre specie allo scopo di analizzare eventuali parentele non ha avuto successo.

Morfofisiologia

L’aspetto generale dell’hoazin, come anche le sue dimensioni, fanno pensare ad un fagiano. Lo stretto ciuffo color ruggine, lungo 4-8 cm e rigidamente eretto, con le penne ben separate, insieme agli occhi rossi, alle ciglia sporgenti e all’ampia area nuda di colore blu che copre parte del becco, le orbite e la faccia, fino a comprendere e a superare l’orecchio, contribuisce a fornire un immagine bizzarra e sorprendente. L’effetto generale è non poco aiutato dalle dimensioni notevoli, con una lunga coda e un lungo collo sormontato dalla testa piccola e dal fatto che l’uccello, spesso riunito in gruppi, si sporge affacciandosi tra le foglie con aria sospettosa ed un po’ maligna, incurante della presenza dell’uomo ed emettendo la sua voce sconcertante.

Le penne del dorso sono principalmente di color bronzo-olivaceo, con macchie più chiare, mentre le ali sono in parte dello stesso colore del dorso e in parte marroni, ma con le estremità delle penne più chiare. Petto e collo sono marrone chiaro-castano, mentre il corpo sotto le ali è marrone, come anche le lunghe penne timoniere della coda che hanno però le estremità chiare. Il becco è corto, compresso lateralmente, nero o olivaceo, come anche le robuste zampe e i piedi. I due sessi sono simili. Gli adulti hanno un peso di circa 700-900 g per una lunghezza totale di circa 65 centimetri.

Da un punto di vista anatomico la caratteristica più peculiare è la morfologia della porzione anteriore dell’apparato digerente, che ha uno sviluppo maggiore di quello dello stomaco.

Si nutre infatti prevalentemente di foglie e per digerire la cellulosa, neutralizzando eventuali tossine, ha bisogno di batteri che ospita in un gozzo enorme che con l'esofago costituisce il 25% del peso dell'uccello © Giorgio Venturini

Si nutre infatti prevalentemente di foglie e per digerire la cellulosa, neutralizzando eventuali tossine, ha bisogno di batteri che ospita in un gozzo enorme che con l'esofago costituisce il 25% del peso dell'uccello © Giorgio Venturini

Il gozzo infatti ha grandi dimensioni, ed è diviso in due camere, e l’esofago posteriormente al gozzo è anche esso convoluto e assai sviluppato. Il gozzo e l’esofago dell’hoazin, con il loro contenuto, sono responsabili del 25% del peso dell’uccello e determinano diversi aspetti del suo comportamento e della sua anatomia. Al contrario lo stomaco ed il ventriglio sono meno sviluppati che in altri uccelli. Queste caratteristiche sono in relazione alle peculiarissime modalità dell’alimentazione di questo uccello.

Per far posto al grande gozzo lo sterno è fortemente ridotto, con conseguente riduzione dei muscoli del volo che proprio sullo sterno si inseriscono. Questo influisce sulle capacità di volo per cui l’hoazin si limita in genere a brevi e goffi voli. In caso di bisogno l’uccello può volare anche per 350 metri, ma in genere si limita a spostamenti molto più brevi Gli hoazin si aggrappano ai rami con le zampe e possono posarsi come gli altri uccelli, ma in genere, durante la digestione usano come appoggio supplementare una callosità presente sullo sterno.

Al contrario degli adulti i giovani hoazin sono buoni nuotatori, ma sfruttano questa capacità soltanto come tattica per sfuggire ai predatori. Né gli adulti né i giovani, non ostante le forti zampe, hanno l’abitudine di camminare sul suolo.

La anatomia dell’hoazin e le limitate capacità di spostamento possono essere una conseguenza della sua alimentazione a base di foglie e di germogli di difficile e lenta digestione: scarsi volatori, non nuotatori e mediocri arrampicatori sono probabilmente tra gli uccelli con un range spaziale più limitato. Anche il comportamento sociale è influenzato da queste abitudini.

Dal momento che gli hoazin trascorrono la vita spostandosi all’interno della fitta vegetazione arborea, mostrano con un notevole frequenza penne consumate o danneggiate, questo è particolarmente evidente nella coda, dove le estremità delle penne sono spesso rotte o mancanti. La muta nell’adulto avviene dopo il periodo della riproduzione, cioè all’inizio della stagione asciutta. L’hoazin hanno una cattiva reputazione per l’odore che emanano, al punto che in alcune regioni del sud America vengono chiamati “uccelli puzzolenti” . L’odore, che deriva dalle fermentazioni operate dai batteri che vivono in simbiosi nel gozzo e nell’esofago, è stato variamente descritto come di muffa o di sterco bovino fresco, anche se alcuni osservatori riportano di non aver percepito odori particolari. È probabile che le differenze derivino dal tipo di foglie di cui l’uccello si nutre.

Gli hoazin sono uccelli rumorosi e spesso molti esemplari gridano all’unisono accompagnandosi anche con lo scuotimento delle ali e della coda. Il repertorio di suoni è molto vasto e comprende grida roche, grugniti, brontolii e soprattutto sibili. Il verso più comune è un rauco soffio che viene in genere emesso in presenza di intrusi. (Camminando al crepuscolo nella foresta che costeggia uno stagno, i primi incontri con un gruppo di shansho sono inquietanti).

Nella sua anatomia non c'è spazio per i muscoli del volo che è di conseguenza breve e goffo © Giorgio Venturini

Nella sua anatomia non c'è spazio per i muscoli del volo che è di conseguenza breve e goffo © Giorgio Venturini

Etologia-Biologia Riproduttiva

In passato si credeva che gli hoazin si nutrissero soltanto di foglie di Araceae e di mangrovie del genere Avicennia. Oggi sappiamo invece che si nutrono di diverse decine piante diverse, di cui possono assumere le foglie, i frutti o i fiori. In genere comunque la loro dieta è prevalentemente composta da poche specie, tra le quali gli alberi di Fabaceae, di cui consumano i germogli e le giovani foglie, sono spesso preponderanti (è da notare che molte di queste specie contengono sostanze tossiche).

Dal momento che gli alimenti dell’hoazin sono prevalentemente costituiti da cellulosa, molecola non attaccabile dagli enzimi digestivi degli animali, questo uccello, come anche altri animali erbivori, sfrutta le attività enzimatiche di una abbondante flora batterica simbionte localizzata nel grande gozzo e nell’esofago che come abbiamo visto ha un grande sviluppo.

I batteri, dotati degli enzimi adatti, scindono le cellulosa producendo mole- cole utilizzabili dall’uccello, analoga- mente a quanto avviene per i ruminanti o per i cavalli. Il gozzo e l’esofago dell’hoazin hanno una parete spessa e ricca di muscoli e la superficie interna è pieghettata e rivestita da tessuto corneo. In questo modo con i suoi movimenti può triturare le foglie e facilitare l’azione degli enzimi batterici. Grazie alla presenza di valvole il transito del cibo attraverso l’esofago è molto lento e questo permette una completa digestione.

Oltre a digerire la cellulosa e altri componenti del cibo, sembra che la flora batterica svolga una azione importante nel detossificare sostanze dannose e inoltre sintetizza alcune vitamine necessarie all’uccello. Le fermentazioni batteriche che si svolgono nel gozzo e nell’esofago sono responsabili della produzione dei gas che conferiscono all’hoazin il suo tipico cattivo odore.

L’efficacia della flora batterica nel digerire gli alimenti vegetali è molto alta e questo fatto ha stimolato diversi studi sulla popolazione batterica simbionte. È risultato che sono presenti circa 1700 specie diverse di batteri, appartenenti a 9 diversi phyla e in grandissima parte (94%) precedentemente sconosciute.

 Nel periodo riproduttivo vi sono spettacolari sonori accoppiamenti di esibizione per scoraggiare i rivali e più discreti e lunghi accoppiamenti riproduttivi. Il fatto che i nidiacei presentino due unghie sulle ali, aveva indotto a pensare che l’hoazin dicendesse dall’Archaeopteryx ma è oggi considerato un adattamento evolutivo © Giorgio Venturini

Nel periodo riproduttivo vi sono spettacolari sonori accoppiamenti di esibizione per scoraggiare i rivali e più discreti e lunghi accoppiamenti riproduttivi. Il fatto che i nidiacei presentino due unghie sulle ali, aveva indotto a pensare che l’hoazin dicendesse dall’Archaeopteryx ma è oggi considerato un adattamento evolutivo © Giorgio Venturini

L’interesse scientifico verso la flora batterica dell’apparato digerente dell’ hoazin è molto notevole. Si pensa infatti che i batteri con azione detossificante potrebbero essere isolati e trasferiti a mammiferi domestici di interesse zootecnico, rendendoli in grado di alimentarsi senza rischio di specie vegetali tossiche presenti nell’ambiente.

Un ulteriore sviluppo potrebbe essere quello di sfruttare questi batteri o gli enzimi da essi prodotti per processi industriali di trasformazione di biomasse vegetali, come ad esempio la produzione di combustibili a partire da residui vegetali o da carta da macero.

In genere gli hoazin iniziano a riprodursi a partire dal terzo anno di vita o, meno spesso, al secondo anno. I rari accoppiamenti nel primo anno producono in genere uova sterili. La vita media è di circa otto anni .

La riproduzione avviene durante il periodo delle piogge. Gli hoazin vivono in gruppi sociali stabili formati da 2-8 individui: il caso più comune è quello di due (la coppia) mentre i casi superiori a 5 sono rari. Gli individui soprannumerari sono subadulti e adulti “helper”, in genere i giovani di precedenti nidiate della coppia. Gli helper collaborano a tutte le attività dell’allevamento, esclusi ovviamente l’accoppiamento e la deposizione delle uova. Soltanto in rari casi gli helper possono essere “immigrati”, cioè non figli della coppia riproduttrice. È dimostrato che la presenza degli helper aumenta le probabilità di sopravvivenza dei nidiacei.

Queste unità sociali difendono piccoli territori ben definiti per tutta la durata della stagione della riproduzione. Si hanno due tipi di accoppiamento: uno di esibizione che sembra avere la funzione di scoraggiare eventuali maschi intrusi, ed uno riproduttivo. Gli accoppiamenti di esibizione e anche le vocalizzazioni che li accompagnano sono più brevi di quelli riproduttivi. Il nido è una piattaforma irregolare di 30-45 cm, costruito con ramoscelli e fronde secchi e posto in arbusti fitti. I nidi possono essere utilizzati per più anni. Vengono deposte in genere 2-4 uova, ovali o ellittiche, bianche punteggiate di bruno o di azzurro, di circa 4.5 x 3.3 cm. La cova dura circa un mese. Se l’accoppiamento è stato precoce nella stagione, talvolta, anche se raramente, ci può essere una seconda deposizione. I nidiacei vengono nutriti dai genitori o dagli helpers per circa tre settimane.

 Gli hoazin sono uccelli altamente sociali. La coppia che nidifica è aiutata spesso da alcuni adulti per nutrire i piccoli con foglie parzialmente digerite contenenti i batteri simbionti. Amano riposarsi gomito a gomito © Giorgio Venturini

Gli hoazin sono uccelli altamente sociali. La coppia che nidifica è aiutata spesso da alcuni adulti per nutrire i piccoli con foglie parzialmente digerite contenenti i batteri simbionti. Amano riposarsi gomito a gomito © Giorgio Venturini

I genitori o gli adulti helper alimentano i piccoli rigurgitando le foglie parzialmente digerite, fornendo così non solo alimento ma anche i batteri che colonizzeranno l’apparato digerente. I piccoli chiedono il cibo beccando il becco dei genitori ed emettendo pigolii acuti.

Fin dal terzo-sesto giorno i piccoli sono in grado di uscire dal nido e di gettarsi in acqua in caso di pericolo. Sono capaci di nuotare e poi di arrampicarsi sui rami per tornare al nido, sfruttando le unghie presenti sulle ali e aiutandosi con le zampe e il becco.

I giovani iniziano a lasciare il nido all’età di 2-3 settimane, ma vengono nutriti dai genitori fino a circa due mesi.

I nidi dell’hoazin sono oggetto di predazione da parte di diversi animali. Le scimmie cappuccino (Cebus olivaceus) depredano spesso le uova e diversi uccelli e mammiferi come gli opossum, i procioni e gli ocelot e anche alcune formiche attaccano i nidiacei. Alcuni studi suggeriscono che oltre il 50% delle covate non sopravviva.

Diverse popolazioni tribali di nativi delle regioni amazzoniche raccolgono le uova dell’Hoazin per nutrirsene. Le penne vengono utilizzate come ornamento, a scopo medicinale o come esche per la pesca. Grazie al cattivo odore tipico di questa specie i nativi non se ne nutrono se non in casi di estrema necessità e questo fatto ha certamente contribuito a proteggerlo da una caccia intensiva, non ostante che la sua inettitudine al volo lo renda molto esposto. Lo zoologo Americano C.W.Beebe, che ha assaggiato la carne dell’hoazin, la ha trovata gustosa come quella di altri uccelli, suggerendo che il cattivo odore sia limitato al contenuto del gozzo. L’Hoazin è l’uccello nazionale della Guyana.

Stato e conservazione

Dal momento che l’habitat naturale dell’Hoazin si estende in un’area immensa del Sud America, la popolazione totale è verosimilmente assai grande e quindi la specie non si considera a rischio di estinzione. Per il futuro il rischio più grande è rappresentato dalla veloce scomparsa del suo habitat che viene distrutto a ritmi molto elevati a causa del disboscamento e della conversione del territorio a uso agricolo, in particolare alle risaie. I progetti su vasta scala di regimentazione delle acque nei llanos del Venezuela, ad esempio, se messi in atto potrebbero mettere in forte pericolo la sopravvivenza degli Hoazin in quella regione.

Sono stati fatti numerosi tentativi di mantenere gli hoazin in cattività, nella maggior parte dei casi senza successo. Alcuni esemplari sono sopravvissuti per alcuni anni, ma soltanto eccezionalmente si sono ottenute riproduzioni in cattività.

Come molti uccelli anche questo hoazin approfitta contento della pioggia. Data la grande diffusione non è attualmente una specie a rischio d’estinzione © Giorgio Venturini

Come molti uccelli anche questo hoazin approfitta contento della pioggia. Data la grande diffusione non è attualmente una specie a rischio d’estinzione © Giorgio Venturini

Curiosità

Un personaggio di videogiochi, Hurricane Hoatzin, presenta una cresta di penne erette e degli accostamenti di colori in qualche modo simili a quelli dell’uccello.

Sinonimi

Phasianus hoazin Müller, 1776