Paleosuchus palpebrosus

Famiglia : Crocodylidae

Sottofamiglia : Alligatorinae alt. Caimaninae

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Testo © DrSc Giuliano Russini – Biologo Zoologo

 

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Con 1,5-1,6 m, il Paleosuchus palpebrosus è il più piccolo loricato © G. Mazza

Il Caimano nano di Cuvier (Paleosuchus palpebrosus Cuvier, 1807) è un loricato afferente all’ordine dei Coccodrilli (Crocodylia), famiglia Coccodrillidi (Crocodylidae), sottofamiglia … alcuni biologi lo inseriscono in quella degli Alligatorini (Alligatorinae), altri in quella dei Caimanini (Caimaninae) … e genere Paleosuco (Paleosuchus).

L’etimologia del lemma “paleosuchus” che significa “coccodrillo antico”, deriva dal greco antico “palaios” per “antico” e “soukhos” per “coccodrillo” in riferimento alla datazione tassonomica del genus. Il termine “palpebrosus”, significa “palpebra ossea” e deriva dal latino “palpebras” per palpebra e “osus” per “pieno di” in riferimento alle piastre ossee sulle palpebre superiori.

I nomi comuni in inglese sono Cuvier’s smooth-fronted caiman, Cuvier’s dwarf caiman, Musky caiman, in spagnolo Cachirré, Jacaré pagua, in francese Coroa.

Il nome comune in inglese di Cuvier’s smooth-fronted caiman, che letteralmente tradotto significa caimano di Cuvier dalla fronte liscia, riflette una carenza di creste ossee infraorbitali, rispetto il Caimano comune o dagli occhiali (Caiman crocodilus), dove invece sono ben presenti; ciò fa ipotizzare ai biologi che il genere Paleosuco (Paleosuchus), sia un ramo tassonomico che si è staccato dal genere Caimano (Caiman) oltre 30 milioni di anni fa. La CITES lo inserisce nell’appendice II, la IUCN ne definisce uno status di “basso rischio” ovvero LRIc (Low Risk). I biologi stimano una popolazione di circa 1.000.000 di esemplari. In sostanza, questa specie di caimano non è soggetta a particolari pressioni né venatorie né ambientali-antropiche, la popolazione è molto numerosa e presenta nuclei sani.

Zoogeografia

Endemico del Sudamerica, ove ha una distribuzione geografica abbastanza ampia, lo si ritrova in Colombia, Brasile, Bolivia, Guiana francese, Guiana, Ecuador, Paraguay, Suriname (detta anche Guyana Olandese), Perù e Venezuela. Il Caimano nano di Cuvier (Paleosuchus palpebrosus), ha una distribuzione leggermente più ampia, trovandosi anche in Brasile e Paraguay, rispetto la specie simpatrica del Caimano dalla fronte liscia o piatta (Paleosuchus trigonatus).

Ecologia-Habitat

I tipici habitat, sono rappresentati dalle foreste fluviali sia lungo il Rio delle Amazzoni che l’Orinoco, come anche lungo i fiumi del Paraguay; in questi biotopi si ritrova anche nelle aree drenate e prosciugate ma umide, come anche nelle aree allagate. È presente anche in zone paludose dolci e laghi ad acqua dolce. In Bolivia lo troviamo anche in piccoli ruscelli e diramazioni del corso principale dei fiumi, ove si può osservare immobile su pezzi di legno o tronchi galleggianti. Generalmente preferisce corsi d’acqua puliti e veloci, ma nel Brasile sudorientale e in Venezuela, può trovarsi anche in corsi d’acqua poveri di nutrimento. Anche il caimano nano di Cuvier può scavare e vivere all’interno di cunicoli riempiti d’acqua durante la stagione secca e per gran parte della giornata. Di notte può percorrere lunghe distanze a terra, alla ricerca di un corso o fonte d’acqua idonea, o per cacciare. Tollera meglio di altre specie di caimani temperature relativamente basse dell’acqua, i subadulti si osservano spesso all’interno di corpi d’acqua isolati.

Il valore commerciale della pelle di questa specie di caimano è molto scarso, sia per la piccola taglia, il che significa poca pelle, sia perché è il caimano che presenta più osteodermi in assoluto; per cui conciare la sua pelle costa troppo a livello commerciale. Gli osteodermi più grandi, che sono anche doppi, rivestono le scaglie ventrali. Quindi, nella sua relativa vita pacifica, le minacce maggiori sono create dalla distruzione e dall’inquinamento dei biotopi e habitat in cui è presente, opera ad esempio delle compagnie minerarie che scavano alla ricerca d’oro. Sebbene sia legalizzata la cattura di questo rettile per essere venduto ai giardini zoologici ed agli acquari, sembrerebbe che questa attività pseudovenatoria, anche se ha abbassato leggermente la densità di popolazione in alcune aree della Guiana, non determini il fenomeno dello svuotamento tipica di altre specie di caimano.

Dati di biologia di popolazioni piuttosto esaustivi per questa specie, sono stati ottenuti dai biologi durante il censimento per altre specie di caimano; questi ci dicono che la popolazione ha un’ampia distribuzione e che è in salute quasi ovunque. La stabilità della popolazione, insieme allo scarso interesse commerciale per la pelle, non hanno indotto la nascita di apposite caiman farms per questo loricato. Se nel tempo, le tecniche di conciatura miglioreranno al punto che saranno in grado di lavorare la pelle di questo caimano a basso costo e, se la popolazione subirà un decremento sostanziale, ciò sicuramente stimolerà la nascita di tali strutture per una gestione ecosostenibile e la sua conservazione.

Ben corazzato per proteggersi dai colpi nei corsi d'acqua veloci, ha una pelle inutilizzabile © Giuseppe Mazza

Ben corazzato per proteggersi dai colpi nei corsi d’acqua veloci, ha una pelle inutilizzabile © Giuseppe Mazza

Malgrado i dati esaustivi relativi alla sua biologia di popolazione, in realtà si conosce poco della sua biologia (zoologia, ecologia, etologia, ecoetologia) e dell’interazione che ha con altre specie di caimano, cosa che obiettivamente sarebbe utile studiare.

La dieta di questo caimano varia in ragione dell’habitat in cui si trova e della disponibilità trofica; in genere i subadulti si nutrono di invertebrati acquatici (insetti, larve e qualche piccolo crostaceo), gli adulti oltre che di invertebrati quali artropodi (insetti, in particolare coleotteri, crostacei come gamberetti) e molluschi sia acquatici che terrestri, si nutrono anche di pesci di vario tipo e dimensioni.

Morfofisiologia

È la specie più piccola di coccodrillo, i maschi in natura raggiungono al massimo 1,5-1,6 m, le femmine 1,2 m.

Presenta un’armatura robustamente ossificata con osteodermi sia dorsali, che ventrali, mentre sulla nuca probabilmente, questi osteodermi permanenti gli servono per proteggersi nei corsi rapidi d’acqua, ove trasportati possono andare a sbattere sulle rocce e per proteggersi anche dall’attacco di eventuali predatori come il Giaguaro (Panthera onca), che possono incontrare durante le loro traversate terrestri notturne.

Ha una morfologia della testa tra le più originali del gruppo dei coccodrilli, essendo corta, molto liscia e concava, il cranio è alto e il muso è rivolto all’insù, con una marcata sovrapposizione tra la mascella superiore e quella inferiore. La forma del cranio, riflette un uso frequente dei cunicoli che scava, all’interno dei quali si rifugia con un po’ d’acqua per estivare o sfuggire al caldo diurno quotidiano.

I piccoli hanno una livrea marrone, con spazi vuoti, crescendo diventano più scuri. Nell’adulto la testa è color cioccolato, del medesimo colore è l’iride. La mascella inferiore è chiazzata con macchie bianche, gli scudi dorsali sono meno prominenti di quelli del Caimano dalla fronte liscia (Paleosuchus trigonatus). Lungo la mascella inferiore, in corrispondenza di macchie nere sono presenti dei tattocettori, utilizzati per la caccia. La dentizione consiste di 78-82 denti rivolti all’indietro, di cui 4 premascellari, 14-15 mascellari e 21-22 mandibolari.

Etologia-Biologia Riproduttiva

I dati relativi alla biologia riproduttiva sono piuttosto frammentari. I biologi hanno osservato che questi caimani possono fare vita solitaria o in coppia, per la maggior parte dell’anno; non è ancora stata determinata una precisa stagione d’accoppiamento. Le femmine costruiscono dei nidi a buca che riempiono con materiale vegetale e fango, solitamente localizzati in aree nascoste.

Depongono tra le 10-25 uova, che avranno un’incubazione di circa 90 giorni; alla nascita gli adulti aiutano i piccoli a farsi strada, scavando il nido, per prenderli poi in bocca e portarli in acqua. I biologi stanno ancora investigando sull’eventuale presenza di cure parentali protratte nel tempo.

In realtà i piccoli vengono portati in acqua solo il giorno successivo alla nascita, questo perché durante la schiusa si ricoprono di uno strato di muco protettivo che si deve asciugare, per ridurre, una volta in acqua, la crescita di alghe e funghi parassiti sul corpo.

 

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