Plectranthus scutellarioides

Famiglia : Lamiaceae


Testo © Pietro Puccio

 

Il fiore del Plectranthus scutellarioides ci ricorda che è una lamiacea © Giuseppe Mazza

Il fiore del Plectranthus scutellarioides ci ricorda che è una lamiacea © Giuseppe Mazza

La specie è originaria dell’Australia (Australia Occidentale, Queensland e Territorio del Nord), Cambogia, Cina (Fujian, Guangdong e Guangxi), Filippine, India, Indonesia, Isole Salomone, Laos, Malaysia, Myanmar, Papua Nuova Guinea, Sri Lanka, Taiwan, Thailandia e Vietnam, dove cresce nelle foreste pluviali e monsoniche.

Il nome del genere è la combinazione dei termini greci “pléctron” = sperone e “anthos” = fiore, con riferimento alla forma del fiore che posteriormente ha un allungamento a forma di sperone.

Il nome della specie deriva dalla combinazione di Scutellaria, specie appartenente alla stessa famiglia botanica, e dal suffisso “-oeidḗs”, da êidos” = forma, aspetto, quindi simile a una Scutellaria.

Nomi comuni: coleus, flame nettle, Jacob’s coat, painted nettle (inglese); coleo, coleus (italiano); vieux garçon (francese); cóleus, coléus de Java, coração magoado (portoghese); cóleo, coleus, cretona, goleo, macho, nene, tocador, vergüenza (spagnolo); buntblatt, buntnessel (tedesco).

Il Plectranthus scutellarioides (L.) R.Br. (1810) è una specie erbacea perenne sempreverde con fusti a sezione pressoché quadran- golare, alti fino a circa 90 cm, eretti o ascendenti e cavi.

Su fusto, rami, piccioli e lamina fogliare sono presenti minuscoli peli traslucidi. Le foglie, molto variabili per forma, dimensione e colore, sono opposte, di forma generalmente ovata con margini dentati, di 4-14 cm di lunghezza. La pagina superiore è vellutata, in quella inferiore sono presenti minuscole ghiandole giallastre.

Le infiorescenze in cime terminali, lunghe fino a 50 cm, portano fiori con corolla lunga circa 1,2 cm, bilabiata, labbro superiore ottuso trifido, di colore bianco o blu pallido, quello inferiore acuto semibifido, di colore blu violetto.

Sulla superficie esterna della corolla sono presenti numerose ghiandole e minuscoli peli. Il frutto è quello tipico delle Lamiaceae, suddiviso a maturità in quattro acheni (frutti secchi indeiscenti contenenti un solo seme) ovoidi lunghi circa 1 mm. Si riproduce per seme in primavera in terriccio torboso e sabbia in parti uguali, coperto da un sottile strato, con umidità costante e a una temperatura di 20-24 °C.

Nata per le foreste tropicali, si adatta anche ai giardini temperati ed alle mura domestiche © Giuseppe Mazza

Nata per le foreste tropicali, si adatta anche ai giardini temperati ed alle mura domestiche © Giuseppe Mazza

La riproduzione per talea è estremamente facile, si può effettuare in primavera o estate con porzioni apicali di 7-10 cm di lunghezza privati dalle foglie, tranne le ultime due, con lo stesso terriccio e condizioni previste per la semina. Radica facilmente anche in acqua.

La prima pianta fu introdotta in Europa da Giava nel 1851 ed è divenuta in breve tempo popolarissima, non solo per l’ampia varietà di colori e variegature delle foglie, ma anche per la facilità di riproduzione da talea.

Può essere utilizzata come pianta da giardino, per bordure, macchie di colore e copri suolo, nelle zone a clima tropicale, subtropicale e marginalmente in quelle temperato calde, dove le temperature prossime a 0 °C sono una eccezione di breve durata, in posizione riparata.

Può sopportare il pieno sole, ma è preferibile luce solare filtrata o leggera ombreggiatura; non è particolarmente esigente in fatto di suolo, purché ben drenato e mantenuto costantemente umido in estate.

Dove il clima non consente la coltivazione in permanenza all’aperto può essere coltivata come annuale partendo da seme o da talea. Popolarissima come pianta da interno per oltre un secolo, negli ultimi anni il suo uso ha subito un leggero declino per la massiccia offerta di innumerevoli nuove specie e varietà.

Il fusto è a sezione quadrata, e dalla coltura delle cellule si ricava l'acido rosmarinico © Giuseppe Mazza

Il fusto è a sezione quadrata, e dalla coltura delle cellule si ricava l'acido rosmarinico © Giuseppe Mazza

In appartamento si coltiva in posizione molto luminosa su substrato ricco di humus con aggiunta di sabbia per un 30% per migliorare il drenaggio, le innaffiature devono essere abbondanti in estate, ma senza ristagni che possono provocare letali marciumi, moderate in inverno, e le temperature superiori a 16 °C.

Al fine di mantenerla al meglio va potata periodicamente per evitare che i fusti si allunghino eccessivamente e per stimo- larne la formazione di nuovi, per un portamento più compatto.

Le infiorescenze, di scarso valore orna- mentale, vanno cimate al loro apparire per non sottrarre nutrimento.

Dopo qualche anno può essere utile rinnovare la pianta.

È facilmente soggetta ad attacchi di coc- ciniglia ed afidi, e va quindi periodicamente controllata per potere intervenire prontamente. Nella pianta è presente acido rosmarinico che rappresenta una difesa contro malattie fungine e parassiti, questa sostanza è considerata farmacologicamente un antibatterico, antinfiammatorio ed antiossidante.

Le varianti di colore sono innumerevoli, come i sinonimi © Giuseppe Mazza

Le varianti di colore sono innumerevoli, come i sinonimi © Giuseppe Mazza

Sul piano commerciale, coltivarla a questo scopo non è conveniente, ma appare invece molto promettente la produzione di acido rosmarinico a partire dalla coltura delle sue cellule, con una resa molto maggiore, circa 20 volte, di quella che si otterrebbe estraendolo direttamente dalla pianta.

Sinonimi: Ocimum scutellarioides L. (1763); Germanea nudiflora Poir. (1778); Plectranthus nudiflorus (Poir.) Willd. (1800); Plectranthus aromaticus Roxb. (1814); Ocimum peltatum Schweigg. ex Schrank (1822); Plectranthus ingratus Blume (1826); Plectranthus laciniatus Blume (1826); Plectranthus scutellarioides Blume (1826); Coleus atropurpureus Benth. (1830); Coleus scutellarioides (L.) Benth. (1830); Coleus acuminatus Benth. (1831); Coleus blumei Benth. (1832); Coleus grandifolius Benth. (1832); Coleus ingratus (Blume) Benth. (1832); Coleus laciniatus (Blume) Benth. (1832); Coleus multiflorus Benth. (1832); Coleus secundiflorus Benth. (1832); Coleus grandifolius Blanco (1837); Coleus pumilus Blanco (1837); Coleus blancoi Benth. (1848); Perilla nankinensis Wender. (1859); Coleus verschaffeltii Lem. (1861); Coleus petersianus Vatke (1876); Majana acuminata (Benth.) Kuntze (1891); Majana blancoi (Benth.) Kuntze (1891); Majana grandifolia (Benth.) Kuntze (1891); Majana multiflora (Benth.) Kuntze (1891); Majana pumila (Blanco) Kuntze (1891); Majana scutellariodes (L.) Kuntze (1891); Majana secundiflora (Benth.) Kuntze (1891); Coleus gaudichaudii Briq. (1898); Coleus igolotorum Briq. (1898); Coleus savannicola K.Schum. (1900); Coleus formosanus Hayata (1906); Coleus pubescens Merr. (1909); Coleus crispipilus (Merr.) Merr. (1910); Coleus zschokkei Merr. (1910); Solenostemon blumei (Benth.) M.Gómez (1914); Coleus integrifolius Elmer (1915); Coleus gibbsiae S.Moore (1917); Coleus rehneltianus A. Berger (1917); Coleus hybridus Cobeau (1928); Plectranthus blumei (Benth.) Launert (1968); Solenostemon scutellarioides (L.) Codd (1975); Calchas acuminatus (Benth.) P.V.Heath (1996); Calchas crispipilus (Merr.) P.V.Heath (1996); Calchas atropurpureus (Benth.) P.V.Heath (1997); Calchas scutellarioides (L.) P.V.Heath (1999).

 

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