Plumeria filifolia

Famiglia : Apocynaceae


Testo © Pietro Puccio

 

multi

Rara in natura e nei giardini, la Plumeria filifolia si riconosce subito dalle foglie allungate © Giuseppe Mazza

La specie è originaria di Cuba, dove cresce lungo le coste orientali dell’isola su declivi rocciosi calcarei.

Il genere è dedicato al missionario francese Charles Plumier (1646-1704), che raccolse e studiò un gran numero di piante dell’area caraibica alla fine del ‘600; il nome specifico è la combinazione dei termini latini “filium” = filo e “folium” = foglia, con ovvio riferimento.

Nomi comuni: cuban frangipani (inglese); lirio de costa (spagnolo-Cuba).

La Plumeria filifolia Griseb. (1863) è un arbusto o piccolo albero dalla linfa lattescente con rami piuttosto sottili, grigi nella parte più vecchia, verdi in quella giovane, su cui sono visibili le cicatrici delle foglie cadute.

Le foglie, su un picciolo lungo 0,5-2 cm, sono alterne, da lineari lanceolate a pressoché filiformi, membranacee, lunghe 13-18 cm e larghe 0,1-1 cm. Infiorescenza terminale tirsiforme portante numerosi fiori di colore bianco con gola gialla, bisessuali, con calice a 5 lobi e corolla imbutiforme con tubo lungo 1-1,5 cm e 5 lobi pressoché perpendicolari al tubo, da oblungo-obovati ad obovati, lunghi 2-2,5 cm; i fiori emanano un leggero profumo.

I frutti sono follicoli fusiformi in coppia, opposti, di 8-9 cm di lunghezza e 1 cm di diametro, deiscenti (che si aprono spontaneamente a maturità), contenenti numerosi semi piatti provvisti di un’ala membranacea che ne favorisce la dispersione tramite il vento. Si riproduce per seme utilizzando un terriccio particolarmente poroso e drenante, mantenuto umido, alla temperatura di 20-22 °C, con tempi di germinazione di 2-3 settimane, e facilmente per talea e margotta.

Specie dal fogliame particolare, rara in natura ed ancor più in coltivazione, richiede pieno sole e suoli particolarmente drenanti, utilizzabile nelle zone a clima tropicale e subtropicale, non sopportando temperature prossime a 0 °C, in giardini desertici in associazione con specie xerofite, potendo sopportare lunghi periodi di siccità; resiste inoltre agli aerosol salini, può quindi essere coltivata in prossimità del mare.

Le innaffiature devono essere regolari in estate, ma opportunamente distanziate in modo da fare asciugare il terreno prima di ridare acqua, pressoché sospese in inverno. Dove non è possibile la coltivazione in permanenza all’aperto può essere coltivata in vaso, in terriccio costituito per circa il 50% da sabbia o agriperlite, per poter essere riparata in inverno in luogo quanto più luminoso possibile e asciutto, con temperature minime non inferiori a 14 °C.

Sinonimi: Plumeria stenophylla Urb. (1924).

 

→ Per apprezzare la biodiversità all’interno della famiglia delle APOCYNACEAE cliccare qui.