Pseudechidna brummeri

Famiglia : Muraenidae

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Testo © Giuseppe Mazza

 

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La Pseudechidna brummeri nuota elegantemente, come un nastro, e scompare spesso insabbiandosi © G. Mazza

La Murena di Brummer o Murena nastro bianco (Pseudechidna brummeri Bleeker, 1858) appartiene alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, all’ordine degli Anguilliformes ed alla famiglia dei Muraenidae.

Il nome del genere Pseudechidna viene dal greco “pseydes”= falso e “echidna” = vipera, per l’aspetto viperino. Il nome della specie brummeri = di Brummer, onora la memoria del Tenente Colonnello Medico Brummer, superiore del Dr. Pieter Bleeker, che lavorava come medico nell’esercito olandese. Nei 18 anni che passò in Indonesia raccolse circa 12.000 esemplari descrivendo, oltre a questo soggetto avuto dall’amico Brummer, 511 nuovi generi e 1925 specie marine.

Zoogeografia

È presente nelle acque tropicali dell’Indo-Pacifico. A titolo indicativo la troviamo in Somalia, alle Maldive, in Indonesia, Nuova Guinea, alle isole Palau, alle Filippine, all’isola di Guam, a Taiwan e nella parte meridionale del Giappone alle isole Ryukyu. Verso Est raggiunge le isole Fiji e Samoa.

Ecologia-Habitat

Vive in acque basse, fino a 9 m di profondità, spesso sotto una madrepora, più o meno sepolta nella sabbia di cui imita il colore.

Morfofisiologia

Del tutto inoffensiva per l’uomo, supera raramente il metro, misurando in genere 50-80 cm. Le pinne dorsali, caudali ed anali, sono fuse fra loro per formare un’alta cresta cutanea sul dorso, che poi continua più bassa lungo la coda fino all’ano. Come d’uso fra le murene, mancano le pinne pettorali e la ventrale.

Il corpo, decisamente serpentiforme, è molto piatto, privo di squame e coperto da un muco scivoloso che lo protegge dagli ectoparassiti, gli permette d’infilarsi in incredibili pertugi e di non ferirsi quando scompare nella sabbia madreporica fra i resti del reef.

Misura in genere 50-80 cm con un'ampia cresta dorsale. Caratteristici puntini neri sul capo © Giuseppe Mazza

Misura in genere 50-80 cm con un'ampia cresta dorsale. Caratteristici puntini neri sul capo © Giuseppe Mazza

Le aperture branchiali sono ridotte a semplici fori. La vista è modesta, compensata da un perfetto olfatto, grazie a due narici anteriori e due posteriori.

Le prime all’estremità del muso, a forma di tubicino, puntano in basso, e le seconde appena visibili sono a livello dell’occhio. Una sorta di radar tutto campo per cacciare anche di notte. Il muso è triangolare.

La bocca, grande rispetto al capo, mostra nella dentatura un piccolo dimorfismo sessuale.

Nei maschi è simmetrica sulle due mascelle con robusti denti uncinati, mentre le femmine hanno denti analoghi solo nella parte anteriore della mascella superiore. Seguono due file d’elementi più piccoli e numerosi denti sul vomere, al contrario dei maschi ne contano solo un paio. La mascella inferiore ha denti molto più corti rispetto al maschio, ma nella parte anteriore presenta una seconda fila.

Il colore di fondo è biancastro, più o meno scuro sul dorso secondo l’età e i luoghi, con dei caratteristici puntini neri sul capo.

Etologia-Biologia Riproduttiva

La murena di Brummer vive isolata nutrendosi di piccoli crostacei e molluschi, come i nudibranchi, che caccia prevalentemente di notte quando abbandona la tana, spinta dalla fame. Frequenta spesso le pozze di scogliera, dove gli animali intrappolati non hanno scampo. In acquario accetta il krill del commercio, frammenti di gamberetti e vongole. L’acqua dev’essere impeccabile e può vivere a lungo se non scappa dai pertugi del coperchio.

Le uova sono pelagiche e le larve, dette leptocefali, trasparenti, a forma di foglia di salice, col capo piccolissimo. Un carattere di primitività nell’evoluzione dei pesci caratteristico degli Anguilliformes.  La crescita è lenta ed i giovani assomigliano agli adulti. L’indice di vulnerabilità della specie è moderato, segnando 57 su una scala di 100.

Sinonimi

Muraena brummeri Bleeker, 1859; Strophidon brummeri Bleeker, 1859.

 

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