Rebutia neocumingii

Famiglia : Cactaceae


Testo © Pietro Puccio

 

La specie è originaria della Bolivia e del Perù dove cresce in aree rocciose della cordigliera andina, caratterizzate da un clima fresco e secco in inverno e scarsamente piovoso in estate, intorno a 3000 m di altitudine.

Il genere è dedicato al coltivatore francese di cactacee Pierre Rebut (1830-1898); la specie è dedicata al naturalista inglese Hugh Cuming (1791-1865) con l’aggiunta del prefisso greco “néos” = nuovo, per distinguerla dal preesi- stente sinonimo Echinocactus cumingii.

La Rebutia neocumingii (Backeb.) D. R. Hunt (1987) è una specie molto variabile con fusti generalmente singoli, globosi o globoso-depressi, di colore generalmente verde chiaro, di circa 10 cm di diametro, tendenti a diventare col tempo pressoché cilindrici fino ad una altezza di 20 cm. I fusti presentano tubercoli disposti su 16-18 spirali con areole ovali e leggermente depresse, lanose, dotate di 5-20 spine radiali, lunghe circa 1 cm, e 1-8 spine centrali lunghe circa 2 cm, tutte di colore giallo pallido con apice più scuro. I fiori nascono solitamente dalle areole in prossimità dell’apice, da 1 a 4 per areola, sono diurni e di lunga durata (5-6 giorni), campanulati o imbutiformi, di circa 2 cm di lunghezza e 2,5 cm di larghezza, con corolla di colore giallo o arancio. I frutti sono globosi, di 6-8 mm di diametro, e contengono numerosi semi ovoidi, lunghi circa 1 mm, di colore dal marrone scuro al nero.

Si riproduce generalmente per seme, ad una temperatura di 20-22°C, dato che raramente produce polloni.

La Rebutia neocumingii è spesso di nuovo in boccio in piena estate, dopo la precoce fioritura primaverile © Giuseppe Mazza

La Rebutia neocumingii è spesso di nuovo in boccio in piena estate, dopo la precoce fioritura primaverile © Giuseppe Mazza

Specie molto apprezzata dai collezionisti per la fioritura precoce e abbondante, ma anche per la rifiorenza, spesso, infatti, dopo la fioritura primaverile rifiorisce in piena estate. Va coltivata in pieno sole o leggermente ombreggiata su terricci particolarmente porosi e drenanti, che possono essere costituiti da comune terra da giardino concimata, sabbia grossolana e pietrisco frantumato privo di polvere in parti uguali. La sua collocazione in piena terra è limitata alle situazioni in cui è possibile ricreare le particolari condizioni ambientali di origine, ma solitamente è coltivata in vaso con le stesse modalità prima indicate.

In estate, durante il periodo vegetativo, va annaffiata con regolarità, ma lasciando asciugare completamente il terriccio prima di ridare acqua, in inverno le innaffiature vanno sospese e benché in ambiente arido possa sopportare per breve periodo temperature fino a -5°C, per evitare marciumi va tenuta asciutta ad una temperatura preferibilmente tra +5 e +10°C, questo periodo di riposo freddo e secco è indispensabile per la fioritura. Essendo facilmente soggetta ad attacchi di acari va ispezionata frequentemente per potere intervenire prontamente.

La specie è iscritta nell’appendice II della Cites (specie per la quale il commercio è regolamentato a livello internazionale).

Sinonimi: Echinocactus cumingii Regel & Klein (1860); Weingartia neocumingii Backeb. (1939); Gymnocalycium neocumingii (Backeb.) P. Hutchison (1957).

 

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