Rhaponticum heleniifolium

Famiglia : Asteraceae


Testo © Dr. Salvatore Cambria

 

Rhaponticum heleniifolium è una specie endemica dell’area Alpina occidentale. Si trova in Francia, Austria e Svizzera, mentre è molto dubbia la sua presenza in Italia.

Rhaponticum heleniifolium è una specie endemica dell’area Alpina occidentale. Si trova in Francia, Austria e Svizzera, mentre è molto dubbia la sua presenza in Italia © Giuseppe Mazza

Rhaponticum heleniifolium Godr. & Gren. è una specie appartenente alla famiglia delle Asteraceae, descritta dai naturalisti francesi Jean Charles Grenier (1808-1875) e Dominique Alexandre Godron (1807-1880) nel secondo volume della loro rimarchevole opera “Flore de France, ou Description des Plantes qui croissent naturellement en France et en Corse” pubblicata tra il 1848 e il 1856.

Il nome generico Rhaponticum fa riferimento alla somiglianza delle foglie di alcune specie di questo genere con quelle del genere Rheum (in particolare con Rheum rhaponticum L., taxon diffuso nell’Asia occidentale), mentre il nome specifico heleniifolium ricorda la somiglianza delle foglie di questa specie con quelle di Inula helenium L.

Rhaponticum heleniifolium può raggiungere anche i 150 cm d’altezza.

Di taglia ragguardevole per un’orofita, può raggiungere anche i 150 cm d’altezza © Giuseppe Mazza

Si tratta di una pianta erbacea perenne dalle dimensioni ragguardevoli, potendo raggiungere un’altezza massima di 1,50 m.

Il fusto si diparte da un apparato radicale rizomatoso e si presenta eretto, striato e ricoperto da peli ragnatelosi.

Le foglie basali, larghe sino a 20 cm e lunghe 30-40 cm, hanno generalmente lamina intera con forma lanceolata o strettamente ellittica, talvolta lirata con solo una paio di segmenti.

La lamina si restringe bruscamente verso il picciolo abbastanza pronunciato nelle foglie basali.

Le foglie superiori presentano invece lamina più o meno profondamente lobata, talvolta pennatosetta. Inoltre diventano progressivamente quasi sessili e minori (10-22 cm x 3-6 cm). La pagina inferiore della lamina è bianco-tomentosa, mentre quella superiore è verde.

I fiori sono riuniti in una grande infiorescenza a capolino (diametro di 6-10 cm), costituita da un involucro composto da diverse brattee (o squame) densamente ciliate, con forma ottusa e appendice membranosa, bruna e frangiata (a volte divisa in 2-3 lobi flabellati), disposte su più serie in modo embricato all’interno del quale un ricettacolo con pagliette fa da base ai fiori.

Questi ultimi sono tutti di tipo tubuloso (infatti quelli ligulati mancano del tutto in questo genere) ermafroditi, tetra-ciclici (sono presenti 4 verticilli) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi).

In particolare il calice è formato da sepali ridotti ad una coroncina di squame, mentre la corolla è tubulosa con apice a 5 lobi, con colore purpureo.

Sono presenti 5 stami con filamenti liberi e antere saldate in un manicotto circondante lo stilo.  Lo stilo presenta due stigmi divergenti e un ovario infero, uniloculare derivante da 2 carpelli.

L’antesi avviene durante il periodo estivo, tra luglio e settembre. I frutti sono acheni con pappo a setole piumose, di cui quelle interne sono maggiori delle esterne. Il numero cromosomico di Rhaponticum heleniifolium è: 2n = 26.

La specie è endemica dell’area Alpina occidentale ed in particolare è presente in Francia, Austria e Svizzera, mentre è molto dubbia la sua presenza in Italia.

Rhaponticum heleniifolium cresce per lo più tra 1500 e 2000 m di altitudine.

Il suo habitat preferenziale è costituito dai consorzi di “megaforbie”, cioè le formazioni di alte erbe presenti nel piano montano superiore e subalpino tra 1500 e 2000 m © Giuseppe Mazza

Cresce nel piano alpino o subalpino nei pascoli e nei pendii rocciosi di natura calcarea tra 750 e 2500 m di altitudine.

Dal punto di vista vegetazionale il suo habitat preferenziale è costituito dai consorzi di “megaforbie”, cioè le formazioni di alte erbe presenti nel piano montano superiore e subalpino tra 1500 e 2000 m.

Nelle poche località in cui è presente la specie risulta abbastanza abbondante, tuttavia la sua diffusione è fortemente limitata dal pascolo, essendo una pianta gradita al bestiame.

Capolino di Rhaponticum heleniifolium.

Il capolino, di 6-10 cm, è protetto da un involucro di brattee disposte su più serie in modo embricato. Al suo interno un ricettacolo con pagliette fa da base ai fiori © Giuseppe Mazza

Dal punto di vista nomenclaturale e tassonomico il genere Rhaponticum presenta una certa complessità e le opinioni dei vari autori spesso risultano divergenti tra loro, anche a causa della sua distribuzione frammentaria e alla tendenza di differenziare ecotipi molto localizzati.

Anche per quanto riguarda Rhaponticum heleniifolium sono presenti vari trattamenti a livello nomenclaturale: ad esempio nella ”Flora d‘Italia” di Pignatti (I edizione del 1982) viene citata come Rhaponticum scariosum subsp. lyratum (Bellardi) Hayek, mentre in altri contributi è riportata come Stemmacantha heleniifolia (Godr. & Gren.) Dittrich.

Infiorescenza di Rhaponticum heleniifolium.

Questi, purpurei, sono tutti ermafroditi di tipo tubuloso, mancano infatti quelli ligulati che circondano per esempio le margherite, ma la scultorea forma dei capolini attira gli imenotteri e lo splendido colore lo sguardo dei viandanti © Giuseppe Mazza

Tuttavia recenti ricerche filogenetiche hanno incluso alcune specie dei generi Stemmacantha e Leuzea nel più comprensivo genere Rhaponticum.

Quest’ultimo genere negli ultimi anni è stato oggetto di diversi studi filogenetici e molecolari che ne hanno messo in evidenza il suo carattere monofiletico, coerente i dati morfologici e cariologici ed inoltre hanno permesso di approfondire alcuni aspetti biogeografici relativi alla distribuzione delle varie specie.

In particolare, secondo alcuni studiosi, il genere si sarebbe originato nell’area caucasica o nel Medio Oriente, da cui si sarebbe espanso verso l’area Alpina probabilmente passando per il Nordafrica e la Penisola Iberica.

Oltre la sottospecie nominale è nota la subsp. bicknellii (Briq.) Pign., recentemente elevata al rango di specie come Rhaponticum bicknellii (Briq.) Banfi, Galasso & Soldano.

Si tratta di un endemismo delle Alpi Liguri e Marittime, presente in sole 7 stazioni (tutte in Italia eccetto 2 che ricadono all’interno del territorio francese in prossimità del confine con l’Italia).

Questa pianta si distingue per un’altezza leggermente minore (sino a 100-120 cm), foglie basali con lamina pennatosetta con 3-4 coppie di segmenti a forma lanceolata e bordi seghettati, base della lamina ottusa, foglie cauline sessili e profondamente incise, involucro con brattee solo sparsamente ciliate e capolino con diametro di 7-10 cm.

L’impollinazione avviene ad opera degli insetti ed in particolare viene effettuata da parte di alcune specie di imenotteri quali api e bombi.

I semi vengono dispersi dal vento grazie alla presenza del pappo, un’appendice del frutto dall’aspetto leggero e piumoso che garantisce la diffusione su lunghe distanze.

Una volta a terra, i semi possono essere ulteriormente trasportati dalle formiche anche per tratti abbastanza significativi.

Sinonimi: Centaurea heleniifolia Fritsch (1907), Centaurea lyrata Bellardi. (1792), Leuzea rhapontica (L.) Holub subsp. heleniifolia Holub (1973), Rhaponticum lyratum (DC.) Bergmans (1939), Stemmacantha heleniifolia (Godr. & Gren.) Dittrich (1989).

 

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