Ruspolia seticalyx

Famiglia : Acanthaceae


Testo © Pietro Puccio

 

Originaria dell’Africa Centro-Orientale e del Madagascar, la Ruspolia seticalyx è una pianta poco coltivata che meriterebbe una maggior diffusione, anche nelle regioni a clima temperato caldo © Giuseppe Mazza

Originaria dell’Africa Centro-Orientale e del Madagascar, la Ruspolia seticalyx è una pianta poco coltivata che meriterebbe una maggior diffusione, anche nelle regioni a clima temperato caldo © Giuseppe Mazza

La specie è originaria del Botswana, Madagascar, Malawi, Mozambico, Repubblica Democratica del Congo, Tanzania, Zambia e Zimbabwe dove cresce nelle foreste e boscaglie, spesso su pendii rocciosi in prossimità di corsi d’acqua, a basse altitudini.

Il genere è dedicato all’esploratore italiano Eugenio Rispoli (1866-1893); il nome specifico è la combinazione dei sostantivi latini “seta, ae” = setola, crine e “calyx, ycis” = calice.

La Ruspolia seticalyx (C.B. Clarke) Milne-Redh. (1936) è una specie erbacea sempreverde eretta, ramificata, alta 0,5-1,2 m, con fusti cilindrici e foglie, su un picciolo lungo circa 1 cm, opposte, semplici, ovato-ellittiche con apice appuntito e margine intero più o meno ciliato, lunghe 10-18 cm e larghe 5-8 cm, con nervature prominenti e nerva- tura mediana provvista inferior- mente di corti peli.

Infiorescenze terminali a pannoc- chia, lunghe 5-30 cm, con rachide pubescente, portanti numerosi fiori ermafroditi che si aprono in successione dal basso verso l’alto. Calice, lungo circa 0,5 cm, glabro o provvisto di minuscole setole bianche sui lobi, corolla imbutiforme con tubo di colore rosso, lungo 2-3 cm, e 5 lobi ellittici, lunghi 0,8-1,5 cm, di colore da rosa salmone a rosso arancio. Il frutto è una capsula lunga 3-3,6 cm contenente alcuni semi pressoché circolari appiattiti.

Si riproduce per seme, in terriccio organico con aggiunta di sabbia silicea o agriperlite per un 30% mantenuto umido alla temperatura di 24-26 °C, e per divisione. Specie raramente coltivata che meriterebbe una maggiore diffusione, utilizzabile in massa o per bordure nei giardini delle zone tropicali e subtropicali, se ne può tentare la coltivazione in posizione riparata nelle zone a clima temperato caldo dove temperature prossime a 0 °C sono una eccezione di breve durata.

Infiorescenze terminali di 5-30 cm, con numerosi fiori che si aprono in successione dal basso verso l’alto. Il decotto di radici è utilizzato in Tanzania contro la malaria © Giuseppe Mazza

Infiorescenze terminali di 5-30 cm, con numerosi fiori che si aprono in successione dal basso verso l’alto. Il decotto di radici è utilizzato in Tanzania contro la malaria © Giuseppe Mazza

Richiede elevata luminosità, anche pieno sole al mattino, e suoli ricchi, drenanti, da leggermente acidi a neutri, mantenuti pressoché costantemente umidi, ma senza ristagni; utili le potature alla fine della fioritura per un portamento più compatto.

Nei climi meno favorevoli può essere facilmente coltivata in vaso, per la decorazione di serre e giardini d’inverno luminosi, con temperature minime invernali non inferiori a 14 °C, innaffiature regolari durante il periodo vegetativo, più diradate in inverno, ma senza mai fare asciugare completamente il substrato, e concimazioni, in primavera estate con prodotti idrosolubili bilanciati, con microelementi, a metà dose di quella consigliata sulla confezione. Il decotto di radici è utilizzato in Tanzania contro la malaria.

Sinonimi: Eranthemum seticalyx C.B.Clarke (1899).

 

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