Russula vesca

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Testo © Pierluigi Angeli

 

Russula vesca, Russulaceae

Russula vesca © Pierluigi Angeli

Famiglia: Russulaceae Lotsy 1907.

Genere: Russula Persoon 1796.

Sottogenere: Hetrophyllidia Romagnesi 1987.

Sezione: Heterophyllae E.M.Fries.

Russula vesca E.M. Fries, 1836.

Il nome deriva dal latino “véscor” io mangio, cibarsi: commestibile.

L’ordine delle Russulales è composto di funghi a carne dura o fragile a causa della sua struttura: con aggregazioni di sferocisti. Carpofori senza anello e senza volva, spesso con colori vivaci, polvere sporale da bianca a gialla a ocra, spore con ornamentazioni verrucose, crestate o reticolate, amiloidi, con ife laticifere.

Descrizione del genere

Il genere Russula comprende funghi omogenei (la struttura del cappello e del gambo è continua, cioè non si separano senza rottura), senza volva e senza anello, la cui caratteristica principale è data dal modo come si rompe la carne: in modo netto. Questa caratteristica è dovuta alla particolare struttura della carne che è costituita da cellule sferiche (sferocisti). La carne alla rottura non secerne nessun latice. I funghi appartenenti a questo genere sono simbionti o micorrizici, questo vuol dire che sono legati a essenze arborre o arbustive, per cui il loro ambiente di crescita sarà prevalentemente boschivo, tuttalpiù radure o margini di bosco.

Descrizione della specie

Cappello: 6-9 (11) cm, carnoso e sodo, da globoso a convesso e infine spianato, depresso al centro, la cuticola è separabile per circa ⅓ del raggio, liscia, opaca, quasi vellutata, nel fungo adulto si ritira lasciando scoperto l’orlo, margine all’inizio involuto, liscio. Il colore è variabile da bruno-rosa a vinoso, carnicino o anche camoscio pallido, il centro è più scuro con sfumatura ocracee.

Imenio: lamelle adnate o leggermente decorrenti, fitte, forcate in prossimità del gambo, quasi lardose al tatto, fragili, bianche o con leggero riflesso crema, il filo si macchia molto spesso di ruggine.

Gambo: 3,5-7 × 1,5-3 cm, quasi cilindroide, un po’ attenuato alla base, inizialmente pieno poi spugnoso, Il colore è bianco, alla base presenta delle macchie leggermente gialle o brunastre, la superficie prima liscia poi diventa rugosa.

Russula vesca, Russulaceae

Basidi, cistidi, spore e pileipellis di Russula vesca © Pierluigi Angeli

Carne: soda, dura, fragile, bianca, carnicino sotto la cuticola del cappello; odore buono, sapore mite.

Habitat: cresce sia sotto latifoglia sia sotto conifera dall’inizio primavera fino all’autunno, molto comune.

Commestibilità: buon commestibile.

Reazioni chimiche: al solfato ferroso (FeSO4): rosso-arancio; alla tintura di guaiaco: reagisce in modo positivo e rapido.

Spore: ovoidali, con verruche isolate, bianche in massa, 6-8 × 5-6,3 µm.

Basidi: clavati, tetrasporici, senza giunti a fibbia, 42-52 × 8-10 µm.

Cistidi: fusiformi, ottusi o a ogiva, larghi 8-10 µm.

Cuticola: formata da peli settati e ramificati, con presenza sporadica di dermatocistidi.

Osservazioni. È un fungo molto comune e ampiamente diffuso sia nei boschi di latifoglia sia di conifere, predilige terreni moderatamente acidi o neutri, dove fa la sua comparsa fin dall’inizio della primavera.

Si riconosce facilmente osservandone i caratteri: il colore carnicino o bruno-vinoso, le lamelle biancastre che tendono a macchiarsi di ruggine a maturazione e talvolta debordano dalla cuticola, la tendenza a macchiarsi di giallo nelle parti deteriorate e la reazione viva al solfato ferroso.

La Russula vesca si può presentare in varie forme, che, in questo caso, riguardano solo il colore della cuticola del cappello, mentre tutte le altre caratteristiche, sia macro sia micro restano invariate, esse sono: fo. viridata completamente verde oliva; la fo. lactea completamente bianca; la fo. avellanea ocra brunastro, beige.

Sinonimi: Russula heterophylla var. vesca (E.M. Fries) Melzer & Zvara (1927).

 

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