Senecio arenarius

Famiglia : Asteraceae


Testo © Pietro Puccio

 

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Distesa di Senecio arenarius nel Namaqualand in Sudafrica. Niente da stupirsi perché ogni pianta produce 800 semi © Mazza

La specie è originaria della Namibia meridionale e del Sud- africa sudoccidentale, dove cresce su formazioni pianeggianti sabbiose e pietrose fino a 1300 m di altitudine.

Il nome generico deriva dal latino “senex” = vecchio con riferimento alla bianca peluria dei capolini sfioriti (il pappo che sormonta i frutti); il nome specifico è il termine latino “arenarius” = della sabbia, con riferimento ai suoli sabbiosi in cui cresce.

Nomi comuni: hongherblom (afrikaans); lesser purple ragwort, purple ragwort, south african sand daisy (inglese).

Il Senecio arenarius Thunb. (1800) è una erbacea annuale cespitosa, alta 10-75 cm, con foglie lobato-dentate dai margini spesso ricurvi; tutte le parti della pianta sono ricoperte da fitti e corti peli ghiandolari (cioè dotati all’apice di una ghiandola che secerne una sostanza spesso vis- chiosa).

Le infiorescenze sono terminali a capolino composto, formate cioè da un asse principale con nume- rose ramificazioni culminanti con un capolino, la tipica infiorescenza delle Asteraceae, costituito da una moltitudine di fiori sessili inseriti a spirale su una base tondeggiante, il ricettacolo, circondata da un involucro cilindrico costituito da brattee imbricate, di colore verde, ricoperte da peli ghiandolari. I fiori dell’anello esterno, detti fiori del raggio, in numero di 13, hanno la corolla costituita da cinque petali fusi insieme di colore malva brillante, raramente bianco. I fiori del raggio sono femminili, ma hanno soprattutto la funzione di attrarre l’attenzione dell’impollinatore, come i petali di un singolo fiore. All’interno dell’anello si trovano i fiori bisessuali, detti fiori del disco, con corolla tubolare a 5 lobi di colore giallo vivo.

I frutti, contenenti un solo seme e chiamati acheni (o più correttamente cipsele) nelle Asteraceae, sono lunghi circa 2 mm e sormontati dal pappo, il calice modificato del fiore, costituito da una corona di peli biancastri, lunghi 6 mm, che ha la funzione di favorirne la dispersione. Si riproduce facilmente per seme, prodotto in quantità, ogni singola pianta è infatti in grado di produrre mediamente 800 semi. Specie relativamente poco coltivata malgrado le sue indubbie qualità ornamentali e la sua adattabilità a diversi tipi di suolo, anche arido e povero, da utilizzare in massa o in giardini rocciosi, in particolare nelle zone con clima caratterizzato da estati calde e asciutte, rigorosamente in pieno sole. Nei terreni compatti l’aggiunta di sabbia e sostanza organica favorisce naturalmente una crescita più rigogliosa e un migliore drenaggio, essendo la pianta suscettibile di marciume radicale in presenza di umidità stagnante.

La durata della fioritura non è particolarmente lunga, dalla tarda primavera a metà estate, ma copiosa, con almeno 5-7 fiori contemporaneamente aperti su ogni pianta. È resistente alle malattie, ma è piuttosto soggetta ad attacchi di afidi. Tutte le parti della pianta sono tossiche.

Sinonimi: Senecio myrrhifolius Thunb. (1800); Senecio elegans Thunb. (1823).

 

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