Sphaeramia orbicularis

Famiglia : Apogonidae

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Testo © Giuseppe Mazza

 

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Comparata alla Sphaeramia nematoptera, la Sphaeramia orbicularis ha un look decisamente modesto © G. Mazza

Poco vistoso, il Pesce cardinale orbi- colare (Sphaeramia orbicularis Cuvier, 1828) appartiene alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, all’ordine Perciformes ed alla famiglia degli Apogonidae, che conta 22 generi ed oltre 200 specie di casa nei mari tropicali, con qualche eccezione come l’ Apogon imberbis del Mediterraneo o quelle del genere Glossamia che abitano le acque dolci dei fiumi.

L’etimologia del genere Sphaeramia viene dal greco “sfaira”= sfera, per l’aspetto tondeggiante dell’animale e da “amia” il termine usato dagli antichi Greci per indicare genericamente gli squali, per la prima grande pinna dorsale, che ricorda questi predoni del mare.

Il nome potrebbe derivare anche dall’antico genere Amia, erroneamente usato fino alla metà del XX secolo per i “pesci cardinali”. Si tratterebbe dunque di una “ Amia tondeggiante”.

Il nome della specie orbicularis, in latino “orbicolare, circolare, relativo all’orbita”, sottolinea la forma del pesce, più o meno circolare a pinne distese, ma soprattutto la grande orbita dell’occhio, enorme rispetto al capo per una buona visione notturna.

Zoogeografia

Vive nelle acque tropicali dell’Indo-Pacifico con una distribuzione molto vasta, talora discontinua, dall’Est Africa alle Isole Kiribati. Verso nord raggiunge le isole meridionali del Giappone e verso sud le Fiji, Tonga e la Nuova Caledonia. Lo troviamo a titolo indicativo in Mozambico, alle Seychelles, in Indonesia, Australia, Nuova Guinea, Micronesia e Filippine.
Ovvio che, essendo un pesce di piccola taglia, mimetico, senza alcun interesse commerciale e poco rilevante sul piano scientifico, è certamente presente in altre località non verificate nel vasto areale descritto.

Ecologia-Habitat

È presente nelle formazioni madreporiche, ma solo in acque basse e tranquille, tant’é che lo troviamo spesso nei porti o nelle lagune, anche salmastre, e fra le radici delle mangrovie. Non scende mai sotto i 5 m di profondità, contro i 15 m della Sphaeramia nematoptera cui è decisamente affine.

Vive in acque meno profonde e fra le radici delle mangrovie, nutrendosi anche d'insetti © Giuseppe Mazza

Vive in acque meno profonde e fra le radici delle mangrovie, nutrendosi anche d'insetti © Giuseppe Mazza

Morfofisiologia

Il corpo piatto, più o meno tondeggiante, può raggiungere i 10 cm.

Sul dorso si notano due pinne. La prima, triangolare a mo’ di squalo, reca 7 raggi spinosi, la seconda 1 raggio spinoso e 9 raggi molli. La pinna anale mostra 2 raggi spinosi e 9 molli; le pettorali, trasparenti, hanno 12-13 raggi inermi e la caudale, con due grandi lobi, è più o meno traslucida, tendente legger- mente al grigio-bruno-magenta, come del resto il colore di fondo del corpo. Le pinne ventrali, quasi nere, mostrano un disegno raggiato giallo crema e sono molto più corte delle spettacolari pale della Sphaeramia nematoptera.  Rispetto a questa specie la livrea è decisamente modesta.

Si nota una grande sbarra scura verticale, che attraversa il corpo a partire dall’inizio della prima pinna dorsale, e la presenza d’innumerevoli puntini scuri, rossastri sul capo, che diventano grandi e caratteristici verso il peduncolo caudale.

Il grande occhio ha l’iride arancio, venata di bianco, e la bocca si apre verso il basso.

Etologia-Biologia Riproduttiva

Il pesce cardinale orbicolare caccia in genere prima dell’alba o alla sera nelle ore crepuscolari. Preda per lo più piccoli crostacei, vermetti e pesciolini, ma non trascura, salendo in superficie fra le mangrovie, gli insetti che cadono dai rami o si muovono sul pelo dell’acqua.

Vive in piccoli gruppi. Le femmine raggiungono la maturità sessuale a 6 cm ed i maschi a 7 cm, visto che poi sono loro a tenere in bocca le uova fecondate fino alla schiusa. Possono essere anche più di 10.000 e schiudono nell’arco di 7-8 giorni.

Le popolazioni possono raddoppiare gli effettivi in meno di 15 mesi, non è una specie che si adatta a tutto per giunta non ricercata dagli acquariofili. L’indice di vulnerabilità è dunque bassissimo: appena 11 su una scala di 100.

Sinonimi

Apogon orbicularis Cuvier, 1828.

 

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