Syzygium aqueum

Famiglia : Myrtaceae


Testo © Pietro Puccio

 

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I fiori del Syzygium aqueum hanno 4 petali spatolati e lunghi stami © Giuseppe Mazza

La specie è originaria dell’Asia tropicale (Bangladesh, Indonesia, Malaysia, Myanmar, Papua Nuova Guinea e Sri Lanka) e Australia (Queensland), dove vive nelle foreste tropicali umide.

Il nome del genere è la combinazione dei termini greci “sys” = insieme e “zygon” = giogo, con riferimento ai petali uniti in alcune specie; il nome specifico latino “aqueum” = acquoso, fa riferimento alla polpa del frutto.

Nomi comuni: bellfruit, water-apple, water cherry, watery rose-apple (inglese); jambo ayer, jambosier d’eau, jambolanier d’eau, pomme d’eau, pomme de java (francese); mela d’acqua (italiano); jambu air, jambu ayer mawar, jambu chili, jambu penawar (malay); jambo branco, jambo d’agua, jambeiro aguado (portoghese – Brasile); cajuilito solimán, manzana de agua, perita costeña, perita de agua, tambis (spagnolo); wasserjambuse (tedesco).

Il Syzygium aqueum (Burm.f.) Alston (1929) è un albero sempreverde alto 3-10 m, ramificato fino alla base, con corteccia di colore bruno, che con l’età si fessura e desquama, e chioma folta e irregolare.

I frutti sono bacche piriformi o a campana © Giuseppe Mazza

I frutti sono bacche piriformi o a campana © Giuseppe Mazza

Le foglie, su corto picciolo, sono opposte, obovate o ellittico-oblunghe, cordate alla base, lunghe 5-22 cm e larghe 3-10 cm, di colore verde chiaro superiormente, verde giallastro inferiormente, cuoiose.

Infiorescenze ascellari e terminali, su un lungo peduncolo, portanti 3-7 fiori con 4 petali spatolati, lunghi circa 0,7 cm, di colore giallo chiaro o rosato e numerosi stami, dello stesso colore dei petali, lunghi fino a 2 cm.

I frutti sono bacche piriformi o a campana, schiacciate alle due estremità, lunghe 1,5-2 cm e larghe 2,5-3,5 cm, di colore bianco, rosa o rosso, con polpa bianca o rosata, croccante o spugnosa, acquosa (il contenuto di acqua nella polpa supera il 90%), rinfrescante, con leggero sapore dolciastro.

I frutti possono essere apireni (senza semi) o contenerne da 1 a 6, ma più frequentemente 1-2. Si riproduce generalmente per seme, che va posto a dimora nel più breve tempo possibile, avendo una brevissima durata di germinabilità, in substrato sabbioso e organico mantenuto umido, alla temperatura di 22-24 °C, con la prima fruttificazione che avviene dopo 3-4 anni; si utilizza anche la margotta e l’innesto per conservare particolari caratteristiche della pianta madre, come l’assenza di semi.

Specie da clima tropicale e subtropicale umido con piovosità distribuita pressoché uniformemente nell’arco dell’anno, coltivata in climi stagionali necessita di apporto di acqua nella stagione secca; non sopporta temperature prossime a 0 °C per periodi prolungati.

Richiede una esposizione in pieno sole o leggera ombreggiatura e riguardo al suolo non è particolarmente esigente, potendo crescere sia in quelli sabbiosi e leggeri che pesanti, anche con ristagno d’acqua; ha una buona resistenza alla salsedine.

I frutti, ricchi di vitamina A e C e minerali, sono consumati freschi, tal quali o a fette in insalate, localmente, essendo altamente deperibili, o conservati in sciroppo o utilizzati per preparare bevande, gelati e conserve. Spesso è coltivata nei giardini privati sia come pianta ornamentale che per i suoi frutti. Il legno, di colore rossastro, di buona qualità, viene utilizzato per utensili e oggetti di artigianato.

Lunghi 1,5-2 cm e larghi 2,5-3,5 cm, sono dolci e rinfrescanti, ricchi di vitamine A e C © Giuseppe Mazza

Lunghi 1,5-2 cm e larghi 2,5-3,5 cm, sono dolci e rinfrescanti, ricchi di vitamine A e C © Giuseppe Mazza

Diverse parti della pianta sono variamente utilizzate nella medicina tradizionale, studi di laboratorio hanno evidenziato promettenti proprietà antiossidanti e antiperglicemiche.

Sinonimi: Eugenia aquea Burm.f. (1768); Eugenia nodiflora Aubl. (1775); Eugenia malaccensis Lour. (1790); Myrtus obtusissima Blume (1826); Jambosa aquea (Burm.f.) DC. (1828); Jambosa obtusissima (Blume) DC. (1828); Eugenia alba Roxb. (1832); Jambosa alba (Roxb.) G.Don (1832); Malidra aquea (Burm.f.) Raf. (1838); Myrtus timorensis Zipp. ex Span. (1841); Cerocarpus aqueus (Burm.f.) Hassk. (1842); Eugenia obversa Miq. (1850); Gelpkea stipularis Blume (1850); Jambosa ambigua Blume (1850); Jambosa madagascariensis Blume (1850); Jambosa timorensis Blume (1850); Eugenia stipularis (Blume) Miq. (1855); Jambosa calophylla Miq. (1855); Eugenia callophylla (Miq.) Reinw. ex de Vriese (1856); Jambosa subsessilis Miq. (1861); Eugenia mindanaensis C.B.Rob. (1909); Syzygium obversum (Miq.) Masam. (1942).

 

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