Tadorna tadorna

Famiglia : Anatidae

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Testo © Dr. Davide Guadagnini

 

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Migratrice o stanziale la Tadorna tadorna ha una distribuzione eurocentroasiatico-mediterranea © G.C.

La Volpoca (Tadorna tadorna Linnaeus 1758) è la specie nominale di un gruppo di anatre dalla forma abbastanza omogenea e con dimensioni medie che la fanno sembrare una via di mezzo tra un’ anatra e un’ oca. Appartiene all’ordine degli Anseriformi (Anseriformes), alla famiglia degli Anatidi (Anatidae), alla tribù dei Tadornini, al genere Tadorna (che include sia le anatre denominate “volpoche” che quelle denominate “casarche”) e alla specie Tadorna tadorna.

Il nome del genere e della specie “tadorna” deriva dal latino e significa “uccello acquatico pezzato” e chiaramente si riferisce ai differenti colori ben divisi e netti presenti nella livrea di questa bellissima ed elegantissima anatra.

Zoogeografia

Specie monotipica a distribuzione eurocentro- asiatico mediterranea, in espansione nelle parti nord-occidentali dell’areale ed in contrazione in quelle sud-occidentali (Nord Africa, Italia). Nella Regione Paleartica occidentale, l’areale riproduttivo, è limitato alle zone costiere nella parte più occidentale. Sulle coste del Mare del Nord e del Baltico è più abbondante, verso nord arriva fino alla Svezia. Presente sulle coste della Cina e del Giappone e nidificante nei grandi bacini della Siberia e dell’Asia.

Nel Mediterraneo la distribuzione è molto frammentata. L’areale riproduttivo Italiano, con riproduzioni abbastanza regolari documentate, è limitato alle Valli di Comacchio e ad alcune zone della Sardegna. Specie sia migratrice, riproducendosi nelle zone nordiche del proprio areale e svernando in quelle meridionali, che stanziale (coste del Mediterraneo e del Medio Oriente). In Germania e Olanda nella zona protetta del Waddenzee, un mare interno diviso dal Mare del Nord dalle isole Frisone, in alcuni periodi, si può radunare una grande parte della popolazione (anche oltre 100.000 esemplari).

Ecologia-Habitat

In periodo riproduttivo e invernale frequenta quasi esclusivamente lagune salmastre, stagni litoranei anche temporanei, canali d’acqua vicini al mare, saline e dune sabbiose, mantenendosi generalmente nell’ambito di una fascia costiera estesa per pochi chilometri. Preferisce le aree aperte, prive d’alberi. Si alimenta, sulle spiagge, sulle pianure erbose e nei campi coltivati costieri. La presenza di questa specie nell’entroterra è occasionale e legata al periodo invernale; in questi casi vengono maggiormente frequentati i laghi e le lanche di maggiore estensione.

Si nutre prevalentemente d'invertebrati acquatici, ma anche di piccoli pesci, alghe, semi e vegetali coltivati © G. Mazza

Si nutre prevalentemente d’invertebrati acquatici, ma anche di piccoli pesci, alghe, semi e vegetali coltivati © G. Mazza

Morfofisiologia

È un’anatra davvero inconfondibile sopra tutto per il caratteristico piumaggio a colori contrastanti dove le parti bianche della livrea sono particolarmente candide, quasi luminose; a grande distanza presenta qualche somiglianza con il maschio dello smergo maggiore (Mergus merganser).

Ha una lunghezza di 55-70 cm, un’apertura alare di 110-120 cm e un peso di circa 560-1800 g (maschi generalmente di maggiori dimensioni). Dimorfismo sessuale poco accentuato, a causa della medesima colorazione della livrea, se vista da lontano. In realtà alcune peculiarità della testa (unite alla differenza di taglia) fanno distinguere bene i sessi a persone un minimo allenate all’osservazione della specie.

Livree stagionali e giovanili poco differenziate. Nel maschio il capo e la parte superiore del collo sono nere con tonalità verdi scurissime. Vi è una larga fascia anulare marrone brillante sull’alto dorso e il petto. Dorsalmente, partendo dalla fascia anulare marrone, le penne scapolari sono nere e costituiscono due spesse linee parallele (separate dal bianco del dorso) che si allungano per tutta la base di “attacco al tronco” dell’ala. Base del collo, dorso, groppone e ventre (nelle parti laterali) bianchi che contrastano fortemente con gli altri colori nettamente separati e più scuri.

Dalla fascia marrone e “tagliando” la stessa, ventralmente, parte un’ampia linea centrale nera-nerastra, che si allarga leggermente tra le zampe e che termina circa a livello della cloaca. Tale linea scura forma (unita alla fascia marrone) una sorta di T evidente quando l’uccello è in volo. A lato della fascia ventrale nera il resto del ventre e i lati del corpo sono, come dicevamo, bianchi. L’ala ha penne remiganti nere (con base della penna più o meno bianca), viste inferiormente, a costituire un ampio bordo nero che si estende abbondantemente-totalmente verso la punta dell’ala, il resto del sotto-ala è bianco. Le penne remiganti secondarie dorsalmente, andando in direzione prossimo-distale, costituiscono uno specchio alare prima marrone carico (un po’ più scuro rispetto a quello della fascia anulare e che inizia con una lineetta nera) e in successione verde cangiante (con riflessi purpurei). Il marrone e il verde delle penne remiganti secondarie interessa il vessillo esterno e in parte l’interno (per quelle con il verde), il resto è bianco (si vede solo aprendo le penne). Le grandi copritrici dorsali dell’ala sono nere, le penne dell’alula sono bianche ampiamente marginate di nero maggiormente sul vessillo esterno. Le remiganti primarie sono nere anche dorsalmente. Le copritrici inferiori sono bianche.

Il maschio in amore si riconosce subito per il vistoso bitorzolo sul becco © G.C.

Il maschio in amore si riconosce subito per il vistoso bitorzolo sul becco © G.C.

Le penne timoniere sono bianche con bordo terminale nero, le penne del sopra-coda sono bianche. Il sottocoda è marrone chiaro, più giallastro rispetto al marrone della fascia anulare; continua dove termina la linea ventrale nera con la quale delimita la zona perianale che è sfumata di chiaro.

Nella femmina il sottocoda, marrone chiaro, è ancora più pallido che nel maschio. Il becco è di un bel rosso molto vivace ed ha una forma caratteristica della specie: molto sviluppato in altezza, una accentuata concavità della ranfoteca superiore (che in qualche modo ricorda il becco di “Paperino” di Walt Disney, conferendo un aspetto simpatico a quest’anatra) e presenta un tubercolo carnoso prominente alla base del becco stesso, dorsale e che continua senza interruzione della medesima colorazione accesa del becco. La ranfoteca superiore, dotata di numerosi dentelli scuri, deborda rispetto a quella inferiore che appare più incassata.

La parte debordante della ranfoteca superiore, lateroapicalmente, ha consistenza morbida e carnosa. L’unghia del becco e le narici, con la zona ad esse circostante, sono nere. Proprio il bitorzolo, sempre presente ma maggiormente sviluppato nella stagione degli amori, permette di distinguere il maschio dalla femmina che ne è priva. I tarsi e i piedi palmati sono color rosa carnicino con unghie nere. L’iride è bruno-cioccolato scura. Nella femmina la livrea è simile a quella del maschio con tonalità in genere leggermente più spente. La testa della femmina oltre ad essere priva del tubercolo, pur avendo il becco la medesima forma di quello del maschio, può avere anche un sottile, alle volte parziale, anello perioculare di colore bianco. Talvolta , nella testa della femmina, sono anche presenti macchie biancastre vicino al becco.

L’abito eclissale non è molto diverso da quello nuziale; ha tonalità più spente con le fasce di differenti colori meno nettamente delimitate. La colorazione del becco meno brillante; riduzione del tubercolo frontale nel maschio e presenza di penne bianche nella regione frontale presso l’attaccatura del becco. Il giovane ha colorazione del capo, del mantello e del collo grigio-bruna con ampie porzioni bianche sulla fronte, faccia e gola che richiama la colorazione dell’anatroccolo. Parti inferiori biancastre e assenza della fascia castana sul petto. Il becco, nel giovane, è rosa pallido e il tubercolo nei giovani maschi è assente. Zampe biancastre-rosa-carnicino.

Etologia-Biologia riproduttiva

Specie generalmente gregaria durante la migrazione, lo svernamento ed il periodo post-riproduttivo. Diventa un animale monogamo e territoriale nel periodo riproduttivo (dal corteggiamento all’allevamento dei piccoli).

L'accoppiamento avviene in acqua. Il nido può essere una tana di volpe, donde il nome italiano di volpoca © G.C.

L'accoppiamento avviene in acqua. Il nido può essere una tana di volpe, donde il nome italiano di volpoca © G.C.

La volpoca si nutre in prevalenza d’invertebrati, in particolare molluschi e crostacei acquatici, uova di pesci e piccoli pesci. Con il becco setaccia il fango alla ricerca di lumache (genere Hydrobia che sono spesso l’alimento principale), gamberetti, vongole (genere Macoma) e vermi marini (ordine Aciculata). Si nutre anche di vegetali, come alghe, semi e vegetali coltivati, soprattutto nel periodo invernale.

Le vocalizzazioni sono differenti nei due sessi, vengono emesse raramente ma più spesso nel periodo “a cavallo” della formazione delle coppie. I vocalizzi “di contatto” tra i due componenti della coppia sono frequenti. I versi emessi maggiormente sono veloci, nasali e secchi “ak-ak-ak” e aspri-sonori “ark-ark”. Particolare è anche la posizione assunta in acqua con il collo incurvato a S. Vola generalmente in formazioni allineate o irregolari. La nidificazione avviene generalmente in maggio (aprile-giugno).

Il nido viene costruito nel folto della vegetazione alofila delle dune o, più frequentemente, in cavità e fori di argini erbosi ulteriormente scavati e adattati dalle coppie riproduttive.

A tal fine vengono spesso utilizzate le tane dei conigli selvatici (Oryctolagus cuniculus), quelle di mustelidi (famiglia Mustelidae) e volpi (Vulpes vulpes). Da ciò deriva l’origine del nome “volpoca” e cioè “volpe-oca”. Le uova sono di colore bianco-crema traslucido con guscio liscio. Viene deposta una sola covata annua, costituita mediamente da 8-13 uova, che può essere rimpiazzata se persa nelle fasi iniziali di deposizione-cova. Il pulcino ha una livrea bianco-nera contrastata.

Il nero è presente dorsalmente dalla fronte e continua con un’ampia striscia centrale che passa dal vertice della testa, continua sul collo, il dorso e arriva alla coda, presente una macchia auricolare piccola e scura. Il nero è presente anche con due macchie-linea presenti sui lati anteriormente e posteriormente all’ala ; essa interrompe il nero con il suo bordo bianco. Le altre parti, laterali e ventrali sono bianche. È quasi sempre presente una macchia bianca sopra l’occhio, iride bruna, becco e zampe grigi. Gli anatroccoli sono precoci e nidifughi; la schiusa è sincrona (come spesso avviene nelle specie aviari a prole precoce) iniziando la cova a deposizione ultimata.

L’incubazione dura circa 28-30 giorni e i piccoli di più covate, anche di differenti età (tra le diverse covate), si possono riunire in gruppi (crèches o asili nido) costituiti anche da alcune decine di individui. In questo caso solo pochi adulti sorvegliano e accompagnano la grande covata neo-costituita. Singole covate o “crèches”, possono essere accompagnate da genitori più altri adulti (che non sono riusciti a riprodursi) e che fanno da balie. L’età dell’involo è raggiunta a circa 45-50 giorni d’età. La maturità sessuale è raggiunta a due anni d’età anche se un certo numero di esemplari, soprattutto maschi, non riesce a riprodursi prima dei 3-5 anni d’età. La volpoca effettua una muta completa post-riproduttiva (sia i maschi che le femmine) fra giugno e luglio; una pre-riproduttiva parziale tra settembre e dicembre; una post-giovanile parziale tra fine luglio-inizio ottobre. La popolazione mondiale stimata è di circa 500.000-700.000 esemplari. Alcune minacce, per questa specie, sono gli sbarramenti alle maree e la sconsiderata introduzione del visone americano (Neovison vison).

Sinonimi

Anas tadorna; Tadorna cornuta.

 

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