Tagetes erecta

Famiglia : Asteraceae


Testo © Pietro Puccio

 

multi

Alta anche 120 cm ha ornato per secoli i giardini. Passata di moda, è oggi di nuovo alla ribalta © G. Mazza

La specie è originaria dell’Ecuador, Guatemala, Messico (stati di Chiapas, Durango, Guerrero, Hidalgo, Jalisco, Mexico, Michoacan, Morelos, Nayarit, Oaxaca, Puebla, Queretaro, San Luis Potosi, Sinaloa, Sonora, Tamaulipas, Veracruz e Yucatan), Nicaragua, Panama e Perù dove cresce prevalentemente in spazi aperti nei boschi di conifere e querce in zone caratterizzate da clima caldo e poco piovoso, fino a 2000 m di altitudine.

L’origine del nome generico non è nota, secondo alcuni deriverebbe da “Tages, -getis”, personag- gio della mitologia etrusca; il nome specifico latino “erecta” = eretta, fa riferimento al portamento della pianta.

Nomi comuni: “african marigold”, “american marigold”, “aztec marigold”, “big marigold”, “marigold”, “saffron marigold” (inglese); “rose d’Inde”, “tagète rose d’Inde” (francese); “garofano indiano”, “garofano maggiore”, “puzzola”, “rosone” (italiano); “cempasúchil”, “cempaxóchitl”, “cempoal” (náhuatl – Messico); “cravo africano”, “cravo amarelo”, “cravo da India”, “cravo de defuntos”, “cravo de Tunes”, “maravilha”, “rosa de oiro” (portoghese); “clavel chino”, “clavel de china”, “clavel de moro”, “clavel turco”,“claveles de las indias”, “clavelón africano”, “clavelón de la India”, “clavelón”, “damasquina”, “damasquino”, “flor de muerto”, “rosa de la india”, “terciopelo amarillo” (spa- gnolo); “studentenblume” (tedesco).

La Tagetes erecta L. (1753) è una erbacea annuale alta 10-120 cm con fusti eretti poco ramificati, glabri, e foglie di colore verde scuro, opposte nella parte inferiore, alterne in quella superiore, punteggiate di ghiandole oleifere translucide che emanano un odore acre.

Le foglie sono pennato-composte, lunghe 3-20 cm, con 9-20 foglioline da lineari a lanceolate, lunghe 1-3 cm e larghe 0,3-1,5 cm, dagli apici acuminato e margini dentati. Le infiorescenze terminali, generalmente singole, di 5-12 cm di diametro su un peduncolo lungo 3-12 cm, sono i tipici capolini delle Asteraceae costituiti da una moltitudine di fiori sessili inseriti a spirale su una base tondeggiante, il ricettacolo, circondata da un involucro campanulato, lungo 1-2,5 cm e largo 0,5-1,5 cm, costituito da una serie di brattee unite tra loro percorse da due file di ghiandole ciascuna.

I fiori dell’anello esterno, detti fiori del raggio, in numero di 5-8 (fino a un centinaio nelle varietà a fiore doppio) sono femminili con corolla di forma obovata, lunga 1-2,5 cm e larga 1-2 cm, costituita da cinque petali fusi insieme di colore giallo intenso in natura, anche dall’arancio al rosso-bruno, e in qualche caso bicolori giallo e rosso-bruno, nelle innumerevoli varietà coltivate. All’interno dell’anello si trovano 50-120 fiori bisessuali, detti fiori del disco, con corolla tubulosa a cinque lobi, lunga circa 1 cm, di colore giallo o arancio.

I frutti, contenenti un solo seme e chiamati acheni (o più correttamente cipsele) nelle Asteraceae, sono sottili, lunghi 0,6-1 cm, di colore nero, sormontati dal pappo, il calice modificato del fiore, costituito da 1-2 scaglie appuntite lunghe 0,6-1,2 cm e 2-4 scaglie distinte o unite alla base, oblunghe o lineari, lunghe 0,2-0,6 cm.

Si riproduce facilmente per seme, che germina mediamente in una settimana, alla temperatura di 18-22 °C; la fioritura inizia dopo circa tre mesi e dura fino all’autunno inoltrato. Si può riprodurre anche per talea di punta, da fare radicare in sabbia o agriperlite, ma è un metodo utilizzato solo quando si vuole mantenere una particolare varietà, infatti da seme non si ha mai la certezza che vengano mantenute tutte le caratteristiche della pianta madre. Introdotta in Spagna nella metà del XVI secolo, si è diffusa prima in nord Africa, naturalizzandosi, e da lì nel resto d’Europa e Stati Uniti (da qui uno dei nomi più comuni), oltre che nell’America meridionale, riscuotendo immediatamente un grande successo per la facilità di coltivazione ed il colore brillante dei suoi fiori, ben presto non limitato al colore giallo, per opera di una intensa selezione varietale che ha portato anche all’ottenimento di fiori doppi e stradoppi e piante di varia altezza.

Semi di Tagetes erecta. È un antiparassitario naturale. Coloranti alimentari e virtù medicinali © G. Mazza

Semi di Tagetes erecta. È un antiparassitario naturale. Coloranti alimentari e virtù medicinali © G. Mazza

Per secoli le sue varietà sono state una costante presenza nei giardini, solo nell’ultimo ventennio del secolo scorso ha avuto un calo di popolarità, per la massiccia disponibilità di nuove specie ornamentali, ma ultimamente sembra ci sia un ritorno di interesse.

Si adatta a qualsiasi tipo di suolo, sia pure con una preferenza per quelli argillosi, leggeri e drenati, in pieno sole o con almeno una durata di insolazione superiore a sei ore giornaliere; può essere coltivata in tutti i climi, ad eccezione naturalmente di quelli polari, trattandosi di una specie annuale, ma i migliori risultati si hanno nei climi temperati, le elevate temperature, infatti, arrestano la vegetazione e influiscono negativamente sulla fioritura.

La disponibilità di varietà di diversa altezza, nane, seminane ed alte, offre innumerevoli possibilità di utilizzo nei giardini; le varietà nane sono poi particolarmente adatte per la coltivazione in vaso o cassette. Le innaffiature in estate, dove necessarie, devono essere regolari, ma lasciando asciugare il terreno prima di ridare acqua, essendo una pianta abbastanza resistente al secco, ma alquanto sensibile al marciume radicale per umidità stagnante. Ha infine una buona resistenza alle malattie; attacchi fungini (Botrytis) possono aversi nei climi umidi e tra i parassiti quelli più frequenti sono gli acari (il classico “ragnetto rosso”). Il contatto con le foglie può provocare dermatiti nei soggetti più sensibili.

La Tagetes erecta, oltre che pianta orna- mentale, è una specie di notevole importanza economica, dai suoi fiori si ricava un colorante per alimenti, che può essere ottenuto dai fiori seccati e ridotti in polvere o mediante estrazione con solvente, colorante che viene aggiunto ad esempio al mangime per il pollame per intensificare il colore della pelle e del tuorlo. L’olio essenziale che si ricava dalla pianta, dall’odore penetrante, è utilizzato, in tracce, in svariati alimenti come aromatizzante ed esaltatore di sapidità, oltre che nell’industria dei cosmetici. Ma il componente economicamente più importante ricavato dai fiori è la luteina, un carotenoide di cui questa specie è la principale fonte e di cui sono note le proprietà antiossidanti e protettive della vista. La luteina viene utilizzata nell’industria farmaceutica e aggiunta in molti integratori alimentari, questa sostanza, che si concentra nella macula, la zona centrale della retina, non è sintetizzata dall’organismo umano e deve quindi essere acquisita tramite gli alimenti che la contengono.

Il principale produttore di Tagetes è il Messico, ma la pianta è estesamente coltivata anche in Africa e nell’America meridionale. Un altro uso della Tagetes erecta (come pure della Tagetes patula) è come antiparassitario naturale, particolarmente efficace contro i nematodi che infestano il terreno e provocano gravi danni all’agricoltura; intercalare una coltivazione di tagete può abbattere la popolazione di nematodi di oltre il 90%. Le radici infatti essudano una sostanza che attira varie specie di nematodi che, una volta penetrati, vengono uccisi dalle tossine (tiofeni) a base di zolfo ad azione nematocida in esse contenute. A volte filari di tagete sono intercalati alle piante in coltivazione, oltre che per i motivi suddetti, per il discreto potere repellente verso molti parassiti dell’odore emanato dalle ghiandole oleifere.

La pianta infine, coltivata da tempi remoti, nei luoghi di origine ha rivestito e riveste un ruolo importante non solo nella medicina tradizionale, ma anche nelle cerimonie religiose e nelle occasioni più importanti della vita. Gli aztechi infatti la utilizzavano per varie patologie, febbre, dissenteria, indigestione ecc. e su ulcere ed eczemi; pare che avesse anche un importante ruolo nei sacrifici umani. Molti nomi comuni fanno riferimento a varie usanze legate al culto dei defunti, in Messico ad esempio, si usa decorare con questi fiori le tombe il 2 novembre, giorno della commemorazione dei defunti, ma non è un uso limitato a questa ricorrenza, questo fiore infatti non manca in tutti i momenti più importanti della vita, a partire dalla nascita.

Sinonimi: Tagetes major Gaertn. (1791); Tagetes tenuifolia Cav. (1793); Tagetes elongata Willd. (1803); Tagetes remotiflora Kunze (1847); Tagetes heterocarpha Rydb. (1915); Tagetes ernstii H.Rob. & Nicolson (1975); Tagetes excelsa Soule (1996).

 

→ Per apprezzare la biodiversità all’interno della famiglia delle ASTERACEAE cliccare qui.